12 maggio 2005

Tassonomia dei meccanici Ford (*).




L'assistenza ufficiale. L'accettazione sembra una clinica svizzera, con hostess in camice immacolato e l'aria condizionata. Entri per sostituire lo specchietto sinistro rotto in un parcheggio ma non fai a tempo ad aprire bocca che due bodyguard vestiti di nero (sei sicuro di averli già visti all'ingresso di una discoteca di Riccione) ti sollevano di peso e un tecnico collega la tua auto a un computer dicendo: "Occorre aggiornare il software della centralina, riprogrammare l'apertura delle valvole e debuggare l'aria condizionata". A nulla valgono le tue grida per avere uno specchietto nuovo e lasciare stare la centralina: uno dei due man in black ti sferra un pugno al plesso solare e perdi i sensi. Ti risvegli a notte fonda nel cortile della concessionaria. Non sai ancora di avere autorizzato un addebito di 350 euro più IVA sulla tua carta di credito. Lo specchietto continua a penzolare sulla portiera sinistra.

Tony o' meccanico. L'officina è un caos di attrezzi abbandonati ovunque, clienti che litigano e radio a tutto volume. Calabrese, competente di motori come di punto croce, Tony è smodato in tutto: entri per cambiare l'olio e subito ti fa la fiancata con una manovra, poi ti versa metà dell'olio sul motore e sui sedili, dice: "Non è niente!", e bestemmia come una comitiva di camionisti, il tutto per 150 euro in nero. Invece del poster di Manuela Arcuri ha tappezzato l'officina coi paginoni centrali di Le Ore. Ha un aiutante brufoloso di 13 anni e un pastore tedesco spelacchiato: entrambi vengono presi regolarmente a calci. Intanto entra un cliente e Tony gli grida: "chemminchiavvuoiancoraeh?" Poi tira quattro bestemmie, un calcio al cane, uno sputo al garzone e, allontanando tutti dall'officina, urla: "Ecchemminchia, me lo lasciate prendere un caffè in pace?"

La gloria del passato. Renato si avvicina zoppicando alla tua auto. Gli dici: "Devo solo fare il bollino blu", e lui scuote la testa: "Tutta questa tecnologia... e l'elettronica... ai miei tempi (intanto indica 4 trofei impolverati su una mensola, probabilmente vinti al Luna Park)... ai miei tempi mica c'era, sa, giovanotto? Si passavano le notti a smontare e rimontare motori, ad alesare i cilindri! Ora mi vede così, ma una volta... una volta!" Cerchi di fargli capire che vorresti solo che analizzasse il tuo scarico, che ti appiccicasse al parabrezza quel bollino blu e tanti saluti. Macché. Seduto su tuo cofano prende a raccontarti della sua prima Seicento Abarth, della gamba persa in Africa e pure della sciatica di suo cognato, che non c'entra niente, ma già che c'era. Si sta facendo tardi. Stai sudando. Guardi l'orologio ogni venti secondi. Niente. Lui è ancora alle corse clandestine del '72, "se ci avesse visto allora, giovanotto...". Di questo passo la tua auto uscirà di produzione prima di aver finito di pagare le rate. Non hai scelta: con una grossa chiave inglese lo colpisci in pieno volto, arraffi dal bancone un bollino blu e te lo appiccichi da solo al parabrezza. Tutto ha un limite.

La ditta Rossi. E' aperta da sempre, sette giorni la settimana, anche sedici ore al giorno. Davanti alla porta è stanziale un cappanello di vecchietti sordi che parlano a voce altissima senza capirsi. Il titolare dell'officina, signor Carmine Rossi, ha 115 anni e ha iniziato a 4 con le Ford T. Meccanico di stampo tradizionale, è di tempi biblici. Per cambiare una cinghia ti tiene l'auto due settimane che trascorrerà per gran parte parlando a voce altissima con il capannello di vecchietti, brandendo di volta in volta uno straccio sporco, una chiave del 13 o il tuo peluche preferito, con frasi del tipo: "Se io mi dassero una Fiesta fatta come dico io!", frase che i vecchietti non sentono ma accolgono con ossequioso consenso. Quando, dopo un mese, cercherai di riavere la macchina, ti accoglierà brontolando :"Voi giovani, avete sempre fretta!", per dirti di ripassare l'indomani. Stremato, tenterai di rubare la tua auto nottetempo ma sarai colpito da una pioggia di stampelle, pannoloni e apparecchi acustici lanciati dai vecchietti che fanno la guardia all'officina.

(*) Dedico questa tassonomia a personalitaconfusa.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non guido, vado a piedi.
Meccanici...ma perchè dare calci ad un vecchio cane.....
Questa volta NON mi piace.
Elisabetta Robert

Anonimo ha detto...

io vado dal mio meccanico di fiducia... il classico... il padre e i figli il padre con una tuta blu e scarpe nere in pelle antinfortuni e i figli ventitreenni gemelli con salopette nera con una canottiera nera sotto con un paio di anfibi neri anche loro antiinfortunio.... lavorano molto bene e trattano la mia Yaris e la mia Ka come un gioiello... officina marassi 4ever