27 luglio 2006

Come perdere e guadagnare un cliente al tempo dell'e-commerce.

Come perdere un cliente.
Da internauta e ebayer sono un sostenitore dell'e-commerce, ma di quello che funziona. Di quello che se compri una cosa poi ti arriva e se mandi una mail qualcuno ti risponde.
Meno bene mi è andata con il primo (e ultimo) tentativo di e-commerce con Aginform, storico negozio di informatica di Torino, dove peraltro sono già stato cliente brick and mortar (nel senso che ci sono andato di persona) spendendo cifre non irrisorie.
Ne parlo quindi a ragion veduta e certo non per compromettere gli affari di questa azienda. Vorrei solo che avessero un modo diverso di gestire i propri clienti.
Che è successo?
Verso il 20 giugno ho comprato on-line una CPU e un alimentatore da 400W, verificando che la disponibilità (di magazzino) fosse buona e pagando con bonifico bancario anticipato comprensivo di spese di spedizione, dietro la promessa di:
  • essere contattato da un operatore entro breve
  • ricevere la merce in 2/3 giorni lavorativi.
Due settimane dopo non avevo ricevuto nulla, così ho iniziato a chiamare il loro call center, con attese non proprio brevi, che mi ha comunicato che la CPU non era disponibile, anzi forse non era più in produzione e che la disponibilità visibile sul sito andava presa con le pinze.
Di fronte alle mie rimostranze per i tempi non rispettati e per le mie email senza risposta vengo a sapere che le email non vengono lette perché ne arrivano troppe e che forse gli indirizzi non funzionano più perché si stanno migrando i sistemi.
La settimana successiva, in assenza di novità, ho richiamato il call center chiedendo, come da condizioni di vendita, il rimborso. Un altro operatore mi ha comunicato che lo avrebbe effettuato immediatamente e automaticamente e che avrei ricevuto nel giro di poche ore una email con un pdf allegato quale prova del bonifico a mio favore.
Ovviamente ad oggi non ho ricevuto un bel niente. Così ho chiamato ancora una volta per chiedere spiegazioni e sono stato informato che il titolare era appena andato in banca ad effettuare i bonifici di rimborso, che sa tanto di bugia detta per nascondere l'imbarazzo.
Peccato che alla mia domanda: Ma almeno avete da qualche parte le mie coordinate bancarie per farmi 'sto binifico?, l'operatore sia caduto dal pero, abbia farfugliato qualcosa per chiedermi infine contocorrentebancaabicabecin.
Buonanotte, se non gli avessi ricordato questo insignificante dettaglio, a chi avrebbe fatto il rimborso? Mistero.
Sta di fatto che ad oggi non ho ricevuto né merce né rimborso, e sto qui a controllare l'email e il conto on line sperando di riavere i miei soldi. Ma si può affidare gli affari alla speranza? Non è un metodo un po' superato?
Aginform ha perso un cliente. Ma il vero interrogativo, ahiloro è questo: gliene importarà qualcosa? Ne dubito.

Come guadagnare un cliente.
Questa storia, però, ha un lieto fine, che forse meritava di essere il titolo di una storia a sé. Vediamolo.
Anni fa all'aeroporto di Fiumicino lessi una pubblicità di un'azienda IT che diceva:
Ieri avevi mille clienti. Oggi hai mille clienti. Quanti clienti hai perso?
Perso. Sagge parole. La forza del business, che sia on line o off line, è creare nuovi clienti e curare quelli consolidati. C'è chi non sa fare nessuna delle due cose, e chi le fa bene entrambe.
Dopo la delusione Aginform, per puro caso sono entrato in un negozio di informatica zona Crocetta. Par condicio: si chiama Orbita Informatica, ma se lo cercate con Google avrete il vostro bel daffare!
Ho esposto il mio problema al titolare (o chi mi ha assistito): una CPU e un alimentatore da 400W, niente roba esoterica, solo per navigare e scrivere le mie sciocchezze. Non essendoci disponibilità in negozio, mi ha lasciato il suo indirizzo email per scrivere la richiesta precisa, cosa che ho fatto arrivato a casa.
Nel giro di poche ore ho ricevuto una prima risposta, molto dettagliata; quindi abbiamo inziato uno scambio di email che mi ha lasciato a bocca aperta, perché questa persona si è data da fare con scrupolo eprfessionalità per trovare la soluzione migliore che soddisfacesse le mie esigenze, e ha raggiunto lo scopo nei tempi più brevi.
La merce è arrivata prima ancora che io fossi disponibile ad andare a ritirarla, e quando mi sono recato nel negozio, ho ricevuto assistenza e un trattamento davvero cordiale e professionale.
Possiamo parlare di e-commerce? Senza dubbio: il "contratto" si chiuso per email.

Morale della favola.
Io sono uscito con un sorriso e Orbita Informatica ha guadagnato un cliente, magari non altospendente, ma fedele (chi me lo fa fare di cercare un altro fornitore dopo queste esperienze?). Un gioco a somma zero: win-win. E vissero tutti felici e contenti (ancora di più quando riceverò il bonifico).

Disclaimer.
Credo di essere stato obiettivo nei limiti del possibile. Non ho starnazzato accuse né emesso sentenze. Aginform è un'azienda che lavora da anni con profitto e successo. Spero che questa segnalazione, se mai verrà letta, sia accolta come una critica costruttiva.


Aggiornamento del 30/07.
Ho ricevuto una email da parte di Aginform che mi comunica di avermi rimborsato i soldi.

23 luglio 2006

Zune, ecco il nome dell'iPod killer di Microsoft.



Mentre negli scorsi post mi arrovellavo a mettere insieme informazioni su Microsoft Argo, ecco che saltano fuori i siti Zuneinfo e Coming Zune che parlano - più il primo che il secondo - della nuova famiglia di portable media player di casa Microsoft.
Non ho avuto tempo di leggere tutti gli articoli, ma se si vuole sapere le ultime news di quello che fino a pochi giorni fa si chiamava Microsoft Argo e oggi pare chiamarsi Microsoft Zune (la solita mania di Microsoft di confendere le acque), Zuneinfo la sa lunga, e lo dice senza timori: Zune è confermato.
Su Zune non si sono fatti attendere anche i prontissimi Engadget e Gizmodo.

18 luglio 2006

Microsoft Argo: ultime notizie.

I siti italiani cominciano ad interessarsi della portable game console di Microsoft. Io ne avevo scritto qui e qui.
Ultime notizie, quindi, da:
Che dicono gli articoli? Qualcosa quello del Sole, che avanza ipotesi interessanti sul gaming online e su un servizio alla Tivo to Go (XBox To Go?); poco e niente gli altri due. Ma quel che conta, soprattutto a Redmond, è che se ne parli, nel bene e nel male. Perché la posta in gioco è alta, e Microsoft ha dalla sua parte elementi importanti, come il grandissimo bacino di utenza Windows/WindowsMediaPlayer, l'alleanza PlaysForSure, le community e i servizi web di MSN e Live.
Mi piacerebbe che dicesse la sua (e spero che risponda all'appello), l'amico Tomi Ahonen, che di queste cose ne capisce più di me: Tomi, what's your opinion about Microsoft's strategy in portable game console market? Will Argo -- a Wi-Fi enabled portable media player -- succeed in overtaking Apple's leadership and contrastin the role of the multimedia 3G mobile phones?



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Aggiornamento delle 20.00. Phil Leigh di Inside Digital Media averte che sul suo sito è presente un'intervista audio (27 minuti, formato MP3) a Steve Lang, fondatore di MadMaxMedia proprio in tema di Microsoft Argo Per scaricare l'intervista si deve selezionare la data 19 luglio (ma al momento mi sembra ci sia qualche difficoltà sul sito di Phil...)

ShortText.com: scrivere e condividere appunti.


Via iamsc segnalo ShortText, un'applicazione web che consente di creare appunti in stile Post-it fino a 30000 caratteri, condividerli mediante URL temporanee (disponibili per un anno) e accettare commenti da altri utenti. E' anche possibile creare appunti privati e, dietro il pagamento di $2 con Paypal, comprare una URL permanente del tipo shorttext.com/mionome. Infine è possibile aggiungere gli shorttext creati al proprio social bookmarking con del.icio.us .

14 luglio 2006

Lulu.com: pubblicare, vendere e comprare contenuti digitali.

Sinceramente non ne ero a conoscenza, nonostante sia online dal 2002 e sia stata fondata dal fondatore di Red Hat. Lulu si definisce un partner tecnologico per pubblicare e vendere on line qualunque contenuto digitale, e specifica di non essere un editore: in questo modo chiunque (pagando) può essere un autore senza il rischio di vedere modificata la propria idea.
Per sapere come funziona ci si può affidare all'esperienza di Philipp Lenssen. Qui invece ci sono i prezzi per la stampa di libri e per la loro spedizione.
Via Jorn Barger.

13 luglio 2006

Due tool per i diagrammi.

Ecco due strumenti per creare e gestire diagrammi di flusso, diagrammi ad albero, pianificazioni e anche ragionamenti mentali.

Il primo è Gliffy.com: è online e permette anche di condividere i diagrammi creati. Via GoogleSystem.

Il secondo si chiama FreeMind ed è un software di mind map per rappresentare idee, parole, attività. L'ho visto usare a J.C.De Martin di Creative Commons.

12 luglio 2006

Ancora su Microsoft Argo, la Xbox portatile.

In realtà non c'è molto altro da dire rispetto a ieri. Perché in rete non si trova nulla più che gli articoli del Seattle Times e di Engadget.
Questo silenzio stampa mi crea qualche perplessità: il lancio è previsto per Natale e quindi non manca molto. Inoltre non sono riuscito a trovare ipotesi sul prezzo della console, ma leggendo nei forum pare che sarà alto. Scrive infatti un utente di Gamespot.com:
The sad thing is if it launched with a Halo title(even a redo of Halo 1 or 2), you poor xbox fanatics don't care what it would cost, you would line up like lemmings and hold your wallets wide open!!!!Sad but true...
L'accoglienza finora sembra tiepida, e non mancano battute, frecciatine e pessimismo: c'è chi, ad esempio, preferirebbe che non ci fossero ritardi nelle nuove release di Windows e Office. Staremo a vedere.

11 luglio 2006

Argo, la console portatile e wireless di Microsoft.

Microsoft non poteva restare fuori dal business lucrativo delle portable game console e dei portable media player. E fa il suo ingresso nel mercato con Argo. Un ingresso più che strategico, avverte il Seattle Times: se Microsoft non sarà in grado di contrastare il successo dei big della CE come Apple e Nintendo, rischierà di diventare una grande software house. Questa console portatile, che per caratteristiche e design è un mix di PSP e iPod, è nata all'interno del gruppo di lavoro che ha già sviluppato Xbox, e sarà dotata di interfaccia Wi-Fi per connettersi ad Internet e giocare in rete.
Il lancio commerciale è previsto per Natale 2006.
Al momento non sono molti i dettagli tecnici e di servizio in circolazione in rete, ma suppongo che questa periferica ben si inserisca nel filone di MSN Music e PlaysForSure e che supporti Windows DRM, così come è lecito supporre che presto sarà lanciata una serie di titoli di videogiochi dedicati.
La presenza di un'interfaccia Wi-Fi, se ben inserita in un contesto di servizio di download and play o streaming, potrebbe mettere alle corde la famiglia iPod la cui debolezza, come qui è stato scritto, è l'assenza di intrefacce radio.

Via Engadget e HWUpgrade.

06 luglio 2006

Il senso della vita di un vigile urbano.

Basterebbe un post vuoto. Perché la vita di un vigile urbano o poliziotto municipale o come dir si voglia, semplicemente, non ha senso.
Lo dico per la multa appena presa a quel porcile indegno che è l'aeroporto di Caselle.
Ho già scritto la targa, dici tu, con la tua uniforme floscia intorno a quelle quattro ossa da scioperato e il tuo taccuino sudaticcio. Certo, hai scritto la targa. Ma che bravo, lettere e numeri insieme. Niente male per un vigile urbano. E hai fatto tutto da solo, anche se eravate in tre: gli altri due si stavano semplicemente ispezionando il naso, perché i galloni sulla camicia glielo consentono.
Ma non è un problema. Quello schifo che ti porti dietro e che chiami vita avrà fine, e se esiste una giustizia, sarà una fine lenta e dolorosa, la peggiore che io possa immaginare. Ecco il mio augurio della buona notte.

Io sto con Cossiga.

Ci va giù duro Giuseppe D'Avanzo oggi su Repubblica: bisogna ammettere che il pezzo è scritto bene, e il plot ricostruito con la dovuta fedeltà.
Sì, il Sismi -- come tutti i servizi da che mondo è mondo -- non si è sottratto dallo sporcarsi le mani e in più occasioni dal combinare pasticciacci.
Ma l'arresto (io lo chiamo così) di Abu Omar e la successiva traduzione in Egitto per le verifiche (con la mano pesante, è vero) deve essere davvero censurato? Che cos'ha quest'azione di tanto mostruoso, rispetto alla consueta e non immacolata attività del controspionaggio, da risvegliare la magistratura dal suo sonno? A mia memoria, i giudici non sono mai intervenuti in maniera tanto rapida contro ufficiali e agenti dei servizi, sebbene nel nostro Paese abbiamo assistito e avuto notizia (sempre dopo) di atti tutt'altro che legittimi.
Negli anni '60 i servizi, i carabinieri e il governo americano erano pronti ad enucleare (che bel termine) cittadini italiani scomodi e non graditi per il loro ruolo nella vita politica e sociale del Paese. Pochi anni, con il golpe dell'Immacolata, dopo i soliti noti erano nuovamente pronti a cambiare l'ordine costituito. In entrambi i casi, tutti liberi, tutti innocenti.
E ora, per un azione che forse tanto priva di fondamento non è, i giudici si muovono con tale fretta da pensare che ci sia qualcuno a spingerli, chissà dove.
Si ostacolano indagini necessarie in un momento storico e politico in cui fa paura anche andare al supermercato o salire in aereo. Pensino i giudici a risolvere ben altri pasticciacci: alle smargiassate di qualche testa calda, grazie al cielo, ci penserà la storia.

05 luglio 2006

L'(assurdo) arresto di Mancini (SISMI).

Dopo mesi di notizie confuse, accuse reciproche, omiss, silenzi, la magistratura milanese è intervenuta mettendo agli arresti due uomini dei nostri servizi segreti.
Arresto per cosa? Per avere appoggiato una procedura non cristallina conclusa con il sequestro di un Imam? Per aver coadiuvato agenti della CIA di stanza in Italia? Per avere coperto voli "segreti" sui cieli Europei?
Ma andiamo! Da quando i servizi segreti, nello svolgimento delle funzioni di tutela della sicurezza interna, devono rendere conto del proprio operato ai giudici? Come si può pensare ad un'attività di sicurezza ed intelligence che non possa operare nel segreto, sotto copertura e senza informare tutte le istituzioni e i poteri delle indagini e delle procedure in corso?
Da quando è emerso il caso del sequestro Omar ad opera dell'agente Lady, ho sempre pensato che in questa campagna contro i servizi vi fosse anche molta ipocrisia per almeno tre motivi:
  1. In primo luogo, ogni apparato di sicurezza deve poter operare, quando necessario e al fine di tutelare l'incolumità di una nazione, al di sopra della legge e nello stretto riserbo delle istituzioni. La stampa e la magistratura non possono intralciare il lavoro di intelligence impegnata a contrastare minacce interne. Che senso ha, in questo contesto, l'arresto da parte dei magistrati del direttore delle operazioni del Sismi?
  2. In secondo luogo, in un Paese come il nostro in cui, dalla fine degli anni 60 alla caduta del muro di Berlino, i servizi segreti sono stati al centro di attività gravi ed illegittime, come per altro confermato dalla commissione Pellegrino, volte a contrastare l'equilibrio delle istituzioni, quale credibilità può avere l'arresto di agenti dei servizi per una volta impegnati non a danneggiare bensì a tutelare e garantire la sicurezza dei cottadini? Altri sarebbero gli arresti da fare, e per altre azioni, ormai seppellite nell'oblio.
  3. La fine del secondo conflitto mondiale ha portato la nostra Nazione in una condizione di sudditanza nei confronti dell'influenza americana: per decenni, in cambio della sicurezza ad est, abbiamo ospitato senza troppo protestare basi militari, personale straniero e la presenza di intelligence americana sul nostro territorio. L'alternativa, nel '48, sarebbe stata ospitare altrettanta marmaglia vestita d'altra divisa. E per quale motivo si grida ora allo scandalo se qualche barba finta - ben inserita nella dolce vita italiana - ha sorvolato i nostri cieli e allontanato un tale che proprio uno stinco di santo non era?
Siamo entrati in guerra con gli inglesi e gli americani, e ci siamo messi contro il mondo islamico: un atto pericoso e ambiguo per un Paese come il nostro. Se l'integralismo islamico ha avuto recrudescenze in Italia, un po' ce la siamo cercata. E allora ha più senso difenderci con i mezzi consoni che fare tanto i garantisti in patria, e i soldati in casa d'altri.

04 luglio 2006

La resurrezione dei contenuti digitali.

Oggi ho assistito al convegno L'informazione pubblica è un bene comune? organizzato da Il Secolo della Rete e CSI.
Tra gli altri ha parlato J.C. De Martin (Politecnico di Torino) come rappresentante di Creative Commons contento di non essere - come sempre accade - il primo a parlare di Creative Commons durante un convegno. In effetti, le licenze CC sono state il vero highlight della giornata di studi.
Riflettevo sul fatto che in questi dieci anni ho avuto la possibilità di vivere in prima persona e attivamente molte delle fasi della vita digitale dei contenuti. Ho avuto questa serie di pensieri che mi piacerebbe rendere in maniera più organica.
Prima sono stato coinvolto nel progetto dell'Antilibro di Francesco Pirella, in forte contrasto con la logica del copyright, dell'editoria e dei sistemi tradizionali di distribuzione dei contenuti. Io stesso per anni ho stampato - grazie alla relativa libertà della stampa digitale e dell'on demand - libri autoprodotti cercando di recuperare solo i costi vivi, e fa piacere vedere che c'è ancora qualcuno che segue quest'idea. Negli stessi mesi nascevano iniziative simili, come Liberodiscrivere a Genova e Lampi di stampa a Milano.
Tuttavia l'editoria digitale cartacea rimaneva legata mani e piedi ai costi e alla distribuzione. Alcuni autori non comprendevano bene il senso dell'editoria digitale come libertà dalle catene del polverosa e inadeguato tutti i diritti riservati che fa bella mostra su ogni parallelepipedo cartaceo che giace (venduto o invenduto) sulle librerie.
L'avvento e la diffusione di Internet e delle connessioni a banda larga prima e la diffusione del blog poi hanno contributo in primo luogo a liberare la creatività degli utenti (che hanno scoperto la posibilità di rendere note le proprie capacità autoriali) e in secondo luogo hanno reso vieppiù inadeguato il concetto di diritto d'autore (copyright, così come lo si conosce nel diritto tradizionale) applicato a documenti e informazioni digitali.
D'altronde la rete, con la sua architettura peer to peer, si è prestata da subito alla circolazione incontrollata (copyleft) delle informazioni e dei documenti digitali.
Creative Commons ha avuto il merito di riempire lo spazio tra l'appropriazione indebita del frutto del lavoro intellettuale e l'anacronistico tutti i diritti riservati. L'utilizzo di una licenza CC in un blog o in un sito garantisce la trasportablità dell'informazione e tutela il lavoro di chi produce le informazioni: ed è esattamente quello che non si era riuscito a fare, nonostante gli sforzi, con gli Antilibri, che erano difficili da riprodurre e distribuire ma potevano essere trattati senza riguardo e senza che l'autore potesse ricevere tutela in alcun modo.
Tuttavia ritengo che gli Antilibri abbiano svolto un ruolo importante nella diffusione della cultura di un'editoria digitale nuova e libera, efficace ed ecologica, prima che Internet entrasse nelle case e nelle scuole (perché si parla del 1996, non di ieri). Erano anni in cui digitale significava ancora reprografie e xerografie, in cui scrivere un documento (romanzo, pesie, che importa!) significava subire il rifiuto di piccoli e medi editori (che dovevano pur mettere insieme il pranzo con la cena) oppure accettare il ricatto dei sedicenti editori a pagamento - in realtà stampatori e tipografi che in cambio di notevoli somme consegnavano all'autore una cassa di libri (le soffitte ne sono piene).
In questo contesto, l'Antilibro, culturalmente onesto ed ecologico, consentiva di stampare quello che si voleva, quanto serviva, quando si poteva.
Certamente, l'avvento della rete dev'essere considerato a pieno titolo un evento rivoluzionario nella modalità di distribuzione e fruizione dei contenuti. Eppure mi piace pensare che i contenuti abbiano attraversato queste 2 fasi:
  1. nascita, con la stampa gutemberghiana e l'editoria tradizionale
  2. morte, con il declino e la crisi dell'editoria (offerta che supera la domanda)
Al contempo, posso affermare che i contenuti digitali sono stati protagonisti di 3 fasi:
  1. nascita: con l'avvento dell'editoria digitale e on demand
  2. morte: quando l'editoria digitale non ha saputo varcare i confini geografici e del copyright
  3. resurrezione: con l'avvento di Internet, dei blog, del peer to peer e, finalmente, delle licenze CC.
Ci sarebbe molto altro da scrivere. Spero di trovare presto il tempo e il modo di farlo.

03 luglio 2006

La revisione obbligatoria dei veicoli.

Il mio motorino Aprilia Scarabeo 50, anno di nascita 1995 e 22.000 km sul groppone, ha passato a pieni voti la revisione obbligatoria. Che, per la cronaca, costa 41€ più 15€ di pre-revisione. Con 56€ ho ottenuto un bell'adesivo che mi ricorda quello che già sapevo: il mio motorino parte, frena e ha le luci a posto. E per la serie siamo tutti uguali la tariffa applicata è la stessa per un ML da 100.000€ e per un ciclomotore che ne vale 100.

02 luglio 2006

Il torrone Demurtas.

No, non è una pubblicità.
Un anno fa, di ritorno dalla Sardegna, scrissi un post scherzando sul nome di un dolciume in vendita su una bancarella. Lo corredai di una piccola foto scattata con il cellulare: nella foto si intravedeva una simpatica ragazzina al banco dei dolci. Chiesi ed ottenni consenso verbale.
Qualche settimana fa ho ricevuto una mail, abbastanza incazzata, da parte del proprietario della ditta di torrone Demurtas: tolga la foto altrimenti ci arrabbiamo. Più o meno.
Rispondo io: caro signor Demurtas, non si incazzi. Ora vengo in Sardegna e ne parliamo di persona.
Detto fatto, a San Teodoro ho incontrato il titolare della ditta, che ha garbatamente spiegato il motivo della sua richiesta: la figlia si vergogna di apparire in foto, e si era dispiaciuta di vedersi in un sito. Svelato l'arcano, ho promesso che avrei rimosso la foto.
Così ho fatto.
PS: Demurtas mi ha anche offerto una degustazione del suo torrone, quello al miele con la cialda sopra. Buono da morire.

Angelo M. D'Addesio NON è uno spammer.

Breve e doverosa rettifica sulla mia tirata d'orecchie a tal D'Addesio, che posta un commento, spiega che è innocente, e tutto finisce qui.
Spero.