28 gennaio 2024

Ho provato la Ineos Grenadier

Come molti appassionati di auto e di fuoristrada, ho seguito la gestazione del progetto Ineos Grenadier fin dagli inizi, il concept, la prototipazione, poi i lunghi collaudi, sia tramite la comunicazione istituzionale che su gruppi di appassionati. 

Quando la produzione è arrivata al passo finale delle immatricolazioni, in giro per l'Europa sono iniziati i tour promozionali e i test drive, che ho seguito con passione ed invidia. 

Per questo, quando ho visto che a Bardonecchia era possibile partecipare al test drive in anteprima in Italia, o almeno credo, non ci ho pensato un attimo. 

Di questa vettura esistono dozzine di articoli, recensioni, analisi ecc. , per cui vi rimando a questi per le specifiche e le caratteristiche. 

Credo che, tra tutti, questo video sia equilibrato e ben realizzato, ed è apprezzabile anche questo breve articolo, tuttavia non completamente condivisibile. 

Il concessionario Novelli ha portato in esposizione due allestimenti, il Trail Master e il Field Master (più civile), ma per il test drive era disponibile il Field Master con motorozzazione BMW 3 litri a benzina, e trasmissione automatica ZF ad 8 rapporti. 

Essendo tra i fan (virtuali) della prima ora, mi è sembrata subito familiare, tanto negli esterni imponenti quanto negli interni, con un cockpit estremamente ergonomico e comandi di ispirazione areonautica. 






Gli interni sono curatissimi, completi, rifiniti. Comodo e avvolgente il sedile anteriore. La posizione di guida è alta, con una visibilità ottimale e un solo punto cieco nei pressi nel piantone destr (ma i grandi specchietti laterali sono un utile aiuto); i comandi e la strumentazione sono funzionali, robusti, di visibilità immediata (a parte il contagiri).

All'accensione, il 6 cilindri ha un suono gradevole, quasi sornione, ma non silenziosissimo. La partenza a bassa velocità impressiona subito per la dolcezza e la progressione del motore, ma soprattutto per la velocità e la silenziosità del cambio, con cui si arriva alla sesta marcia in pochi secondi, senza accorgersi delle cambiate.  




Se si affonda il piede con più decisione, il turbo benzina è eccezionalmente pronto e reattivo, con un'accelerazione che mostra i quasi 300 cavalli sotto il cofano, e che spinge con vigore questo veicolo da quasi tre tonnellate. Ne risentono i consumi, sui 5-6 km al litro, ma non si sceglie il Grenadier per risparmiare carburante.

Sul web trovate descrizione minuziose tanto dei comandi nella plancia centrale e sul tetto, quanto delle funzionalità del display. Ne cito solo due: inclinometro digitale e profilo altimetrico del paesaggio. Per il resto, niente fronzoli, niente touch, niente ADAS: pulsanti robusti di ispirazione areonautica (per certi versi ricorda la cabina di un elicottero), indicazioni chiari e ben visibili, inserimento delle ridotte con leva meccanica, old school.   

Il test è stato prevalentemente su strade asfaltate di montagna ma c'è stata la possibilità di affrontare qualche breve tratto innevato, piazzali fangosi e un passaggio sterrato. Poco per farsi un'idea completa, ma sufficienti per capire che il controllo di trazione funziona egregiamente e che, nonostante lo schema da fuoristrada duro puro con telaio a longheroni e ammortizatori a balestre, la vettura garantisce un buon comfort anche su pietre, buchi e dossi. 

Lo sterzo, molto demoltiplicato, richiede un minimo di tempo per familiarizzare ma offre un angolo di sterzata ragguardevole: non si può dire che la Grenadier la giri in un fazzoletto ma penso che sarebbe a suo agio nei tornanti stretti più di competitor con lo stesso passo: le critiche mosse allo sterzo mi sono sembrate pertanto poco contestualizzate. 


L'allestimento esterno, anche del Field Master, ha particolari notevoli: dai grandi fari di profondità sulla calandra anteriore alla scaletta sul portellone posteriore.



Un ringraziamento a BiAuto Novelli di Settimo torinese per la gentilezza, la disponibilità e la professionalità.