25 giugno 2008

Test 600 km con la Suzuki V-Strom.

Weekend lungo per il ponte di San Giovanni, occasione ideale per strapazzare un po' la V-Strom. Partenza da Settimo Torinese a pieno carico (pilota e passeggero più 3 bauletti rigidi), destinazione Genova, in statale fino ad Ovada, poi un po' di autostrada tanto per ricordarmi quanto fanno schifo le infrastrutture liguri.
Ritorno con deviazione nell'oltrepo pavese, tra colline, vigneti e tornanti stretti, e poi di nuovo sulla A21 dallo svincolo di Voghera.
Metro più metro meno sono 600 km di misto, traffico cittadino incluso. La tourer si comporta sempre bene, motore instancabile, coppia e ripresa quanto basta a togliersi d'impiccio; forse l'impianto frenante ha accusato un po' di fatica, ma solo alla fine. Unico neo il cambio, ruvido e non sempre preciso negli innesti. Per fortuna la V-Strom ha coppia da vendere, e l'uso del cambio si riduce al minimo. Consumi sempre contenuti (salgono un po' quando si superano i 130 kmh) e comunque il tank da 22 litri fa viaggiare a lungo.
Cupolino e paramani riparano bene da turbolenze e insetti, sono accessori imprescindibili se si vuole andare oltre al tragitto casa-ufficio. Il set di borse Givi (Maxia 52 e due E41 laterali) è impegnativo da fermi, nei parcheggi e nelle manovre di salita e discesa del passeggero, ma una volta in viaggio non si sentono più.

20 giugno 2008

Ventisbadigli (e qualche strafalcione).

Ogni tanto, più per ostinazione di ex genovese che per reale curiosità, controllo il blog (blog?) Ventirighe (da me battezzato Ventisbadigli) di Luciano Galletta, opinionista (quali opinioni?) in forza al Secolo XIX.
Di solito abbondano ovvietà da conversazione sull'autobus.
Ma il 3 giugno (penultimo post, un vero grafomane) il nostro ci regala una preziosa chicca da copiaincolla:
Che cosa pensereste se Silvio Berlusconi vi chiamasse al telefono una mattina alle sei per chiedervi un’opinione sull’emergenza rifiuti in vi sentireste e vittime di un fastidioso scherzo Campania?
in vi sentireste e vittime? What?!
E per fortuna che questa è la vecchia scuola, la casta che blocca le nuove generazioni e storce il naso di fronte ad ogni forma di grassroot journalism.

19 giugno 2008

Stay behind. Sì, ma quante?

Uno dei tanti interrogativi che mi sono posto studiando le strutture militari clandestine di tipo stay behind in Italia è relativo al loro numero, esatto o presunto.
Oltre alla struttura Gladio, creata a metà degli anni '50, ero a conoscenza dell'organizzazione paramilitare che faceva capo alla Democrazia Cristiana.
Ne aveva svelato l'esistenza il deus ex machina di molte delle trame occulte italiane, l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga.
Durante un'intervista di non pochi anni fa, ripresa anche da Lucarelli per la puntata di Blu Notte sui rapporti tra servizi segreti americani e Italiani, il senatore dichiarò che a ridosso delle elezioni politiche del '48, paventando un successo elettorale dei comunisti, i carabinieri consegnarono ai dirigenti DC un cospicuo numero di armi "ancora efficientissime": poiché l'Arma non sarebbe stata in grado di difendere personalmente tanto il partito quanto la nazione in caso di un'invasione da Est. La così formata struttura miltare parallela stette in allerta per un po' di anni, per essere sciolta nel '56.
E sono due.
Nel saggio di Gianni Flamini (L'Italia dei colpi di stato) che sto leggendo si fa menzione di una struttura paramilitare formata nel Veneto sotto l'egida della NATO con compiti di contrasto del pericolo comunista (presumibilmente dalla Jugoslavia). Nell'organico di questa terza stay behind figuravano, come di consueto, personaggi di spicco della Repubblica Sociale, forse addestrati direttamente dagli americani.
E sono tre.
E forse sono anche di più. Non è un'ipotesi pellegrina.
Perché a me la storia dei 622 prodi gladiatori e dei depositi interrati non ha mai convinto. Anzi: m'è sembrata una organizzazione sì clandestina ma comunque di facciata, una sorta di copertura di ben altre strutture, superiori per dimensioni di organico e compiti assegnati, da far emergere come caprio espiatorio in caso di necessità, indagini (come le inchieste di Casson) o fughe di notizie. Perché difficilmente una struttura snella, delle dimensioni di una copagnia di fanteria, avrebbe passato grossi guai se pescata con le mani nella marmellata o semplicemente se smascherata da giornalisti e giudici. E così è stato: (quasi) tutti assolti, tutti innocenti.
Rimane l'interrogativo: quante e quali erano le strutture di tipo stay behind attive in Italia da Yalta fino agli anni 80?
Avevano compiti simili e divisione geografico-territoriale, o a ciascuna erano assegnate competenze diverse? Ed erano tutte sotto l'influenza diretta americana?

18 giugno 2008

Aggiornamento Firmware Sony PSP: 3.95 o 4?


PSP Italia da oggi distribuisce il firmware versione ufficiale Sony versione 4.0. Questa versione, tra l'altro, introduce la ricerca sponsorizzata di Google nella XrossMediaBar interface e, forse, consente la riproduzione di DivX.
Sul sito Playstation.com la nuova versione disponibile è la 3.95.
Nel dubbio ho scaricato la 4.0 e mi accingo a installarla.

Chi guadagna con YouTube?

Da tempo ci si chiede quale sia, advertising a parte, il vero business model di YouTube, il costoso (1.6 mld $) giocattolo di Mountain View.

Proprio mercoledì scorso, alla Sapienza, mi hanno chiesto chi ci guadagna a distribuire video gratis. Rispondere "È pur sempre il sito più popolare di tutta la Internet" non mi sembra più sufficiente.

Inoltre, i competitor (Hulu.com, ad esempio) riescono ad offrire una qualità crescente dei servizi video proposti e cominciano ad avere numeri interessanti sulla raccolta pubblicitaria.

Ed ecco, si comincia a pensare che il giocattolo è troppo costoso, per quello che rende.
Google has so far failed to really see any return for its whopping $1.65 billion investment in the company, and with there really being no concrete plans in place for that to change any time soon, is it time to cut and run?

17 giugno 2008

Modifica di Apple TV.

Sto faticando un po' a modificare una AppleTV con l'uso della patchstick USB.
La procedura è tutto meno che intuitiva, soprattutto se non si ha la fortuna di usare un iBook come client, ma un povero PC con Windows 2000 (che deve avere il suo account protetto da password per accedere ad un hard disk condiviso).
Se e quando ci riesco, aggiorno il post.

16 giugno 2008

Cavalera Conspiracy, Inflikted. Il ritorno di Max e Iggor Cavalera.

Dopo una lunga assenza dalla scena metal e non poche peripezie, tornano i creatori dei Sepultura, i fratelli Max e Iggor Cavalera con un nuovo progetto: Cavalera Conspiracy.

Il CD era in offerta speciale alla FNAC e l'ho comprato sulla fiducia, senza saperne nulla né averne letto uno straccio di recensione, ed è stato un acquisto fortunato.

Inflikted è un album potente, granitico, che unisce il meglio del sound etnico e a tratti tribale dei Sepultura con un metal pesante e veloce. Mark Rizzo (ex chitarrista Ill Nino) è entrato a far parte della line up e contribuisce con soli ultra tecnici che si incastrano alla perfezione nelle ritmiche di Max Cavalera.

Consigliato a tutti gli headbangers che si sono sentiti orfani dei Sepultura.

Track list

  1. "Inflikted" - 4:32
  2. "Sanctuary" - 3:23
  3. "Terrorize" - 3:37 (Dedicated to the memory of Jesse Pintado, of Terrorizer and Napalm Death, in the lyric booklet)
  4. "Black Ark" - 4:54
  5. "Ultra-Violent" - 3:47
  6. "Hex" - 2:37
  7. "The Doom of All Fires" - 2:12
  8. "Bloodbrawl" - 5:41
  9. "Nevertrust" - 2:23
  10. "Hearts of Darkness" - 4:29
  11. "Must Kill" - 5:56

All lyrics written by Max Cavalera, except "Black Ark", written by Max Cavalera and Ritchie Cavalera. All music written by Max Cavalera, except "Ultra-Violent"", written by Max Cavalera and Joe Duplantier.

14 giugno 2008

Ian McEwan, Chesil beach/2




Quasi dispiaciuto per la recensione negativa che avevo scritto su questo romanzo breve e nel timore di aver formulato un giudizio superficiale frutto di una lettura non meticolosa, ho deciso di rileggerlo. Mi sono soffermato sulle parti che meno mi avevano persuaso, specialmente sui brevi flashback descrittivi che l'Autore inserisce ogni tanto per farci capire, dato l'esile corpo di questo testo, qualcosa in più dei protagonisti, delle loro vite. Una sorta di quadro psicosociologico al fine di meglio contestualizzare le loro esistenze nella società anglosassone dei primi anni 60.
Ebbene, dopo questa seconda lettura, vorrei riformulare il mio giudizio.
Questo libero è una inutile vaccata. Prima era solo una vaccata.
Devo anche mettere il voto in stelline? Aspetta che lo cerco. No, c'è solo il pollice. Eccolo qui:

13 giugno 2008

Murderdog, God Red Rum.

Dopo un lungo periodo di assenza dalla scena metal italiana, il nocciolo duro dei Detestor (Alessandro e Paola) è tornato in studio con il gruppo Murderdog per incidere 8 micidiali tracce di genuino death metal, caratterizzato da suoni aggressivi e ritmi incalzanti. God Red Rum, pubblicato dall'etichetta Dracma di Torino, è un lavoro maturo e altamente professionale, frutto dell'indubbio talento musicale dei ragazzi e della loro lunga esperienza, onstage e in studio, che affonda le proprie radici negli anni 90.

Rispetto ai precedenti lavori dei Detestor, nel lavoro dei Murderdog si apprezzano senz'altro una maggiore creatività compositiva nei riff di chitarra di Paola, una struttura più complessa e varia dei brani e il cantato melodico alternato al growl. Personalmente avrei visto bene anche qualche solo di chitarra tra un riff e l'altro.

Ma più di tutto mi colpisce la ricercatezza e la qualità generale dei suoni strumentali, dalle chitarre che abbandonano le distorsioni estreme per un bel drive potente e definito, alla batteria, equilibrata e precisissima. Una nota sul missaggio: nell'ascolto in cuffia sembrano un po' sacrificate le parti di basso che richiedono altoparlanti di dimensioni generose per emergere nella loro dinamica.

God Red Rum è un ascolto interessante, a tratti impegnativo per la complessità di alcuni brani, senz'altro gratificante. Il suo maggior pregio è forse la varietà degli stili compositivi (sempre nell'ambito del genere) e la citata alternanza tra parti melodiche e parti decisamente più dure, con un giusto equilibrio tra adrenalina e introspezione.

Infine, il packaging è abbastanza curato, con una grafica di stampo professionale che non eccede in dettagli truculenti (che spesso abbondano in queste pubblicazioni); il booklet è molto parsimonioso di informazioni: non sono presenti i testi dei brani e nella line-up, come di consueto, troviamo i soli nomi (o soprannomi) dei musicisti.

God Red Rum è in vendita presso Masterpiece Distribution ad un prezzo più che popolare. Supportate la scena!


Murderdog, God Red Rum (Dracma 2007)

Tracklist:

01-STOMACH FORCEPS
02-TOOTH INERTIA
03-FISTFUCK
04-MOSQUITO BITE
05-ST. PETER'S KEYS
06-THE RED LINE
07-I'M NOTHING
08-VIBRO

Line-up:

Ale: vocals
Paola: guitar
Ale: bass
Teto: drums

La piccola biblioteca delle trame occulte.

L'emblema dell'organizzazione segreta stay behind Gladio

Da qualche mese sto cullando un'idea abbastanza ambiziosa: realizzare una bibliografia ragionata, commentata e critica dei saggi in tema di equilibri atlantici, massoneria e servizi deviati, strutture stay behind.

I tre argomenti - per citare solo questi, ma ve ne sarebbero alcuni altri meritevoli di menzione - hanno molti collegamenti, vicende e personaggi in comune.

Da quando ho iniziato ad interessarmi di trame occulte, il che si perde nella notte del 1990, praticamente all'indomani delle dichiarazioni del sen. Giulio Andreotti sull'esistenza di Gladio, ho acquistato, reperito e letto una quantità consistente di documenti e saggi (alcuni mancano ancora all'appello), spendendo molto tempo tra scaffali di librerie, ricerche in Internet, consultazioni bibliografiche .

Non essendo un ricercatore di storia, ho faticato non poco a scovare, nel mare magnum delle pubblicazioni di carattere storico-politico, libri che trattassero questi argomenti; mi sono imbattuto in lavori di grande valore scientifico-documentale ma anche di pubblicazioni dal contenuto scadente, approssimativo o, peggio, difficilmente verificabile (per non dire falso).

Da questa fatica è nata l'idea di mettere a disposizione dei lettori un compendio, il più obiettivo possibile, per orientarsi nella letteratura scientifica che affronta gli aspetti meno noti (e spesso torbidi) della storia italiana del dopoguerra.

Facendo tutt'altro lavoro nella vita, non posso permettermi di impormi un termine temporale, anche perché la lettura di molti di questi saggi è impegnativa e richiede tempo e concentrazione.

Inizierò con un compito facile: stilare l'elenco delle opere attualmente in mio possesso compilandone la relativa scheda. Vorrei quindi proseguire con una classificazione delle opere per argomento (ancora da stabilire con precisione) e fornire per ogni opera sinossi, commento, punti di forza, collegamenti con altri testi.

Vorrei mettere in chiaro da subito che non ho la la pretesa di rubare il lavoro agli storici e agli scienziati politici (benché su quest'ultimo mestiere qualche titolo ce l'avrei) né tanto meno di scrivere un saggio sull'argomento: non è il mio scopo, non ne avrei le capacità.

Potrei già ritenermi soddisfatto se questo lavoro permettesse ai lettori appassionati degli aspetti misteriosi della cronaca e della storia, di risparmiare un po' del tempo che mi è occorso per capirci qualcosa (non tutto, eh).