22 marzo 2005

L'obbligo di vivere la notte.




Fotografare la notte vuol dire anche incontrare persone che la notte la vivono senza scelta.

La notte è quiete, la notte è quasi priva di rumore. La notte permette di vedere gli occhi stanchi e rassegnati.

Ore 22:10. L'occhio incollato al mirino della mia Nikon, il Profisix in mano. Una Punto della Polizia accosta al marciapiede che sto fotografando.

"Che cosa sta fotografando?", chiede il poliziotto.
"Il marciapiede", rispondo io.
"Fotograferà altro?", chiede il poliziotto.
"Non lo so", rispondo io. Mento: sì, fotograferò altro.

Pochi secondi di titubanza. La Punto si allontana sotto la luce artificiale delle lampade survoltate di Corso Livorno.

Ore 23:30. Oltrepasso una recinzione sotto il nuovo cavalcavia della A4, a pochi passi da casa. Arriva un'auto della vigilanza privata.

"Non può fotografare qui. E' un edificio comunale", dice la guardia.
"Va bene", dico io.
"Lo so, non ha senso. Come non ha senso il mio lavoro", dice la guardia.

Iniziamo a parlare mentre sono in posa B. Giovane guardia giurata, avrà la mia età. Mi racconta che da 4 anni fa questa vita, solo turno di notte "Perché non ho conoscenze", si giustifica.

Conveniamo che entrambi, nel proprio ruolo di cittadino e custode, siamo persone giudiziose.

"E per mangiare, come fa?", domando io.
"Ormai conosco i posti per i camionisti", risponde la guardia.

Mi chiedo come sia la sua vita, come e quando faccia l'amore, veda gli amici. Forse il pane è l'unica cosa che riesce a comprare ogni giorno.

"Io ora me ne vado", mi avverte la guardia come per dire: "Non mi deluda, non oltrepassi la recinzione".
"Tranquillo, io sto andando a dormire", rispondo, conscio di avere scelta.

Ogni tanto dovrei tenere chiusa questa boccaccia.

21 marzo 2005

Ritorno da Londra.




Mai innamorarsi delle proprie idee.

Così, rispetto a quanto postato la settimana scorsa prima di partire, devo rivedere alcuni pensieri.

  • Il cibo: invero, sono riuscito a mangiare un'inncoua e gustosa bistecca, cottura meduium, con contorno di patatine fritte e insalata, il tutto inaffiato da una Leffe. Lo so, nulla di originale o raffinato, ma meglio del pudding.
  • Le donne: complice la festa di St. Patrick e il tasso etilico, giovedì sera erano in molte per la strada, e mediamente giovani, cerine, longilinee, spesso eleganti, nei loro completi da ufficio. Folgorante l'incontro in un s e x y shop della p o r n o star T. Patrick. A un metro di sistanza è di una bellezza imbarazzante. Costo del DVD: 15 £.
  • Le automobili: qui confermo. La maggior parte delle auto inglesi fa schifo, ma ormai sono ridotte a tre modelli più il taxi, quel cassone nero a gasolio uguale per tutti. In compenso, grande viavai di BMW, Porsche e Audi. Deutscheland Uber Alles?

E aggiungo:

  • La tecnologia: si sa, avanti di anni rispetto a noi. A tarda sera sul Gatwick Express sono in molti a lavorare sul laptop o a leggere le email sul BlackBerry. Si può comprare il biglietto a bordo pagando con tutte le carte di credito, con assegni o contanti.
  • Le luci: forse è aumentata la mia sensibilità, ma direi che dalla mia ultima visita a Londra (circa un anno fa), l'illuminazione pubblica di alcune zone di pregio (es Covent Garden) è migliorata nettamente, dando grande enfasi all'architettura severa della città.

15 marzo 2005

Verso Londra.




Domani andrò a Londra -- gli orari British Airways mi permetteranno di dare un'occhiata in giro con relativa calma.

Londra, e quelle parti dell'Inghilterra che ho visitato, sono luoghi pieni di suggestione e di bellezza.

Invero, quello inglese è un popolo che da sempre si autoinfligge indicibili sofferenze.
  • Il cibo: la più alta manifestazione culinaria è la bistecca con patatine fritte.
  • Le donne: sotto i 20 sono volgari emule delle Spice Girls. Oltre i 20 sono il loro ingrassato ricordo.
  • La circolazione: sulla guida a destra è già stato detto tutto il possibile. Però non basta ancora.
  • Le automobili: eccezion fatta per la Mini e i grossi fuoristrada, la restante produzione Rover è imbarazzante.
  • Il gossip: è un Paese interamente dedito a farsi i fatti degli altri.
  • L'accento: provoca l'orticaria.
Ha il Regno Unito ancora qualche possibilità di salvezza? Riusciranno i suoi sudditi a servire in tavola un piatto di spaghetti al dente e senza ketchup?

14 marzo 2005

Chirurghi, tremate! Anzi, no.




Victoria's Secrets, dalle pagine patinate del catalogo, promette magie a ossute ragazzine con i Miracle Bra.

Appresa a la lezione di Pamela Anderson ("Il mio seno ha una carriera di fronte, io vado a traino"), le veline di ogni tempo riappaiono in TV esaltando i pregi del buon vecchio silicone.

E' un mondo che vuole sempre qualcosa in più, specie sul davanti. E noi, come topi in gabbia, a dannarci per trovare le soluzioni più complesse.

Ma la natura è benigna, e in Thailandia cresce rigogliosa un'erba (Pueraria mirifica) che, massaggiata sul decolletée femminile, ne provoca la crescita fino all'80%. "Caccerà chirurghi estetici e silicone negli scantinati!", tuonano i ricercatori dell'Università thailandese, cui bisognerebbe dire che:
  • i loro scantinati sono ancora umidi per lo tsunami di dicembre
  • il cartello del silicone farà ferro e fuoco per boicottare l'erbetta, così come l'OPEC con l'olio di colza.

Nel frattempo le commesse di Intimissimi continueranno ad applicare la loro raffinatissima psicologia con le clienti meno dotate cui diranno: "Non preoccuparti, è questa marca che veste poco. Aspetta, ti prendo una prima."

Segnalazione C.P.

10 marzo 2005

...e uno alla botte.




Si contende il primato della meschina interattività anche il sito di Berlusconi, che tenta di convincere elettori, simpatizzanti e malcapitati a dire la loro inviando le cartoline elettroniche disponibili.

Vale a dire, quelle sulla Finanziaria 2005 (slogan generici del tipo meno tasse per tutti) oppure quelle per l'abolizione della leva obbligatoria. D'altronde, se Silvio non ha fatto la naja, non devono farla nemmeno gli altri.

Se ciò non ha ancora stomacato il navigatore, è possibile conoscere tutte le marche dell'abbigliamento del premier, dalla cravatta alle scarpe.

Mi mancano le giacche di velluto di Cacciari.

Un colpo al cerchio.




Forse non ancora satollo di telegiornali, manifesti elettorali e tribune politiche, ho dato un'occhiata al tentativo di Romano Prodi di mettere piede nella rete con un blog.

Dal mese di febbraio ci sono solo 2 messaggi. Nel primo, l'autore si domanda (come ogni visitatore) perché mai avere un sito e un blog.

E si risponde: per dialogare con la gente.

Infatti i commenti sono disabilitati.

Rimpiango Forlani.

09 marzo 2005

Centodue colpi di spazzola. Prima di mandarla a dormire.




Melissa Panarello, che qualche tempo fa ha scritto quelle paginette di scarso valore (lo dimostra il milione di copie che s'impolverano nelle case italiane), ha trovato nuovi motivi per frignare e pestare i piedini.

La Sony Pictures in collaborazione con la coppia Amendola-Neri (e vuoi che non ci sia scappato un contributo statale?) sta girando le scene del film tratto da "100 colpi di spazzola". Ma no. Trama e personaggio sarebbero stati stravolti, a detta della giovane catanese, che grida "Impostori!" e minaccia di adire le vie legali.

Affonda un altro colpo Anna K. Valerio, una scrittrice presumibilmente più matura e capace, che pubblica un pamphlet contro il libretto di Melissa, descrivendolo "una sorta di erotismo confessionale che non si esaurisce nell’appagamento dei sensi".

Ancora un po' di rumore. Poi, finalmente, tutti a nanna.

08 marzo 2005

La festa degli uomini.




Uomini, usciamo, questa sera. Non è la festa delle donne.

Donne ne troveremo tante, e pronte a combattere, nelle loro uniformi di calze velate, tacchi pericolosamente alti e reggiseni pushup, il viso dipinto con colori di guerra troppo costosi.

Rideranno forte, in piccoli gruppi, al nostro passaggio. Senza troppo nascondere, si racconteranno quello che farebbero e mentiranno su quello che hanno già fatto.

Crederanno di giocare sporco, magari, e invece faranno il nostro gioco. Crederanno di andare a caccia, ma non saranno né cacciatori né prede.

Torneremo tutti a casa, soli, e con un cerchio alla testa per il bicchiere di troppo.

La radio dice che tra ieri e oggi sono stati tagliati 15 milioni di rametti di mimosa. Ma, assicurano con tempestività i coltivatori, si tratta di colture ecosostenibili.

E' davvero una buona notizia.

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"[...] il liberalismo sessuale è l'estensione del dominio della lotta, la sua estensione a tutte le età della vita e a tutte le classi della società. [...] Le imprese si disputano alcuni giovani laureati; le femmine si disputano alcuni giovani maschi; i maschi si disputano alcune giovani femmine; lo scompiglio e la confusione sono considerevoli."

Michel Houellebecq, Estensione del dominio della lotta, Bompiani, 2001.

04 marzo 2005

Single or not.





Ieri sera sono stato in una birreria/pizzeria di dimensioni e qualità piuttosto industriali.

L'attenzione è subito andata ad un poster della Beck's raffigurante una ragazza con un ciondolo a forma di bottiglietta di Beck's appeso al collo.

In cambio di due bottiglie Beck's si può avere questo ciondolo trasparente, che funziona a pile e ha un led verde. Luce accesa significa che sei single, luce spenta che non sei single. Nella penombra della birreria, questa tenue luce permette di individuare subito scapoli e zitelle.

In vista della festa dell donna, una vera killer application.

Subito arriva il cameriere che, dalla lingua che fu di Shakespeare e Churchill, ci traduce il testo del manifesto (Single or not in inglese significa Singolo o no, capito ragazzi?) e anche senza le birre ci dà un ciondolo luminoso.

Essendo il numero dei ciondoli assegnati è inferiore al numero degli avventori presenti al tavolo, immaginiamo che accendendo la luce dell'unico ciondolo vogliamo comunicare Desiderosi di fare un'orgia.

La mia immaginazione va subito ad una fenomenologia della luce in ambito carnale: senza citare Lanterne rosse, basta percorrere la Barbellotta in una sera d'estate per vedere che tutte le sex workers hanno una piccola lampada accesa.

Brivido, orrore, raccapriccio.

Cameriere, una Guinness, per favore.