26 ottobre 2012

Perché non cambierò il medico di famiglia.

Del mio medico di famiglia vi ho già parlato su queste pagine. Uomo di poche parole, alcuni scritti e fatti quasi sempre azzeccati. Qualche volta ho pensato di andare alla ASL e sceglierne un altro. Senza una ragione precisa.
Frequento raramente il suo ambulatorio, a differenza di un numero elevato di persone che evidentemente hanno molti acciacchi o moltissimo tempo libero, e affollano la sala d'attesa ogni santo giorno.
Ieri ci sono andato. Ci sono dovuto andare. Perché da un mese ho un dolore al gomito che non passa. Uno dopo un po' si chiede se è tutto ok.
Mi siedo di fronte a lui. Non proferisce parola. Mi adeguo e silenziosamente denudo il braccio fino al bicipite. Dico cosa e dove mi fa male e da quanto.
Si alza, mi tasta, torna al PC. Mi mostra sullo schermo un sito web dedicato al gomito (sì, esiste), e lo fa con un intento didascalico, non perché non conosca l'articolazione.
Mi indica una roba apparentemente molle che si chiama borsa e che, sollecitata, potrebbe essersi infiammata. Quando gli dico che non mi ricordo di cadute e traumi, mi risponde: "Piersantelli, lei va in bici, magari ha sollecitato di più il braccio sinistro. Usi questo antinfiammatorio".
Ricorda il mio nome e che vado in bici. Per me è un bravo dottore.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Concordo ;)
Ciao
Strato2006