13 novembre 2013

Dopo "Dentro".

Ho scritto qualche settimana fa le mie impressioni sulla raccolta di racconti "Dentro" del romano Sandro Bonvissuto. Un'opera che ho già letto due volte per ripercorrere le tante riflessioni intime che arricchiscono il tessuto narrativo.
Accade di rado che un'opera prima (almeno in senso editoriale) riscuota un successo e un consenso così unanimi, tanto che diventa difficile trovare opinioni critiche e contrarie. Quando un libro ha sufficiente successo, accade che lettori, critici improvvisati e di professione, opinionisti dell'ultimo minuto e altri curiosi frequentatori delle discussioni editoriali e letterarie, si dividano in sostenitori entusiasti e livorosi detrattori. Questo libro, invece, sembra piacere profondamente a tutti.
Per contro l'autore, in una recente intervista, riferisce di un "clima di ostilità più vicino al pestaggio che al duello" che serpeggerebbe nei book blog; ma mi sembra un giudizio un po' drammatico, non realistico: forse qualche lettore e aspirante scrittore ha affidato la propria invidia a un post o un commento; casi isolati, tuttavia, che né scalfiscono né la reputazione dell'autore,  né indeboliscono il consenso generale accordato a Dentro. Il libro perfetto, si potrebbe dire. E molte volte ho avuto la tentazione di definirlo tale.
Ed è proprio qui che si apre un interrogativo importante nella mente di un lettore appassionato.
Che cosa verrà dopo "Dentro"? Le aspettative sono altissime. E sono sicuro che Bonvissuto stia percependo, con il passare dei mesi, stia percependo una crescente pressione su di sé, come personaggio e scrittore. L'uomo è senz'altro molto attivo e abile nella promozione, come vedo dai continui aggiornamenti del suo profilo Facebook. Ma verrà il giorno in cui il pubblico plaudente chiederà a gran voce pagine nuove da leggere.
Che cosa farà Bonvissuto? Proseguirà sulla feconda ma insidiosa strada del racconto intimo e minimalista o affiderà il proprio pensiero a forme più consuete e, editorialmente parlando, digeribili di letteratura, come il romanzo? Sarà  in grado di replicare, raggiungere o addirittura superare la straordinaria capacità creativa e narrativa concentrata nei tre racconti? E' possibile non solo sopravvivere a, ma anche superare "Dentro"?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

non sei piuttosto tu a mettere limiti e pressione dicendo che Dentro è "perfetto" invece di pensare che può fare meglio?

Giuseppe ha detto...

Limiti? Non credo proprio. Nemmeno pressioni.
Sono per natura una persona paziente.
E perfetto non è sinonimo di unico.