07 novembre 2007

Sollecito solo di nome.

Sinceramente m'importa poco sapere se questo scemotto di nome Raffaele Sollecito è o non è il carnefice della ragazza inglese. L'idea mi fa paura, è vero. Ma ci lavorano giudici e sbirri, e io qui mi concentro sulle cose marginali.
Che poi, forse, tanto marginali non sono.
Ad esempio, leggendo il Corriere questa mattina, ho l'opportunità di apprendere la giornata tipo, le attitudini, i valori, le aspirazioni e i sogni di questo studente di 23 anni. Ecco alcune massime del nostro:
Dalla sera in cui l'ho conosciuta lei ha cominciato a dormire a casa mia.

Il primo novembre mi sono svegliato verso le 11, ho fatto colazione con Amanda, poi lei è uscita e io sono tornato a letto

Sono andato a casa, mi sono fatto una canna, ho cenato, ma non ricordo che cosa ho mangiato

Non ricordo bene come [Amanda] fosse vestita e se era vestita allo stesso modo di quando ci siamo salutati prima di cena. Non ricordo se quella sera abbiamo consumato un rapporto sessuale

[...] ci siamo svegliati verso le 10 e lei [...] è uscita verso le 10.30 e io mi sono rimesso a dormire.
Caspiterina, che persona impegnata e consapevole della propria vita. Ecco, quindi, il mio messaggio a Raffaele Sollecito:

Ciccio bello, chi ti scrive a 23 anni era già laureato e si faceva un mazzo tanto. Se non ti becchi l'ergastolo per omicidio, te lo meriti per il parassita che sei.

Amen.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Visto che il 15 novembre si "dovrebbe" laureare il suo dovere lo aveva fatto, non ho mai visto ne sentito gente che "studia" ancora due settimane tre prima di discutere la tesi. sicuramente l'aveva già pronta e bella che preparata. quindi riferito a quei giorni non puoi considerarlo come dici...era legittimato a farlo,dovere e piacere, è NORMALE!
Il suo dovere all'università l'ha sempre fatto e laurearsi a 23-24 anni oggi è una cosa eccezionale da congratularsi.

Giuseppe ha detto...

scusa tanto, cara nico. si vede che il virgolettato del corriere era particolarmente iniquo perché dalle parole del nostro non traspariva proprio un esempio di vita

Anonimo ha detto...

ciao Pippo, è da tanto che non scrivo, questo aticolo merita un commento. La cosa che mi colpisce di più in tutto ciò è che i tre, i quattro, erano amici tra loro e si frequentavano. Dov'è finita la sacralità dell'amicizia? Dov'è finito il divertimento sano tra amici, Dove sono finite le belle serate fatte di racconti e chitarra? Sarò forse antica, ma alla loro età mi divertivo così

Giuseppe ha detto...

ciao anonima.
per carità, noi abbiamo solo il riportato dei giornali e dei tg. ma se solo una piccola parte di quel che dicono e scrivono è vero, a me sembra che questi ragazzi abbiano perso qualcosa piu della sacralità dell'amicizia.
e non voglio fare il bacchettone, dio me ne scampi e liberi: ma una ragazza che va a vivere con uno conosciuto il giorno stesso forse ha una scala di valori in cui noi non ci ritroviamo.
grazie per il commento.

Anonimo ha detto...

prego, figurati, ho dimenticato di firmarlo. sono Anonima Sfigata ed io, ancora a 31 anni , mi diverto con cose che agli altri sembrano banali. Non sapevo che tu fossi laureato, ti devo chiamare dottore allora, se non sono indiscreta, sei dottore in cosa? un saluto

Giuseppe ha detto...

io dottore?
ma no, è una cosa che mi dicono i parcheggiatori abusivi.
"venga avanti, dotto'!"

Anonimo ha detto...

ho capito, non vuoi rivelare nulla sul tuo dottorato. a Palermo quando i ragazzi si iscrivono all'università, la gente li chiama subito "dottò", le ragazze restano sempre "signorì" a me sembra un ingiustizia e se ci penso bene potrebbe essere di cattivo auspicio, forse pensano erroneamente che le ragazze hanno minori qualità intellettive per giungere coronarsi il capo di alloro? boh! Anonima Sfigata.