12 febbraio 2006

Genova perché.


Da quando vivo a Torino la mia presenza a Genova è diventata episodica. Questo mi permette di gustare certe piccole cose della mia città di mare che un tempo davo per scontate e che in terra sabauda non sono riuscito a ritrovare. È un bel sabato pieno di sole, questo sabato, ed è ancora più bello camminare sotto al cielo blu Fuji Velvia perché ho potuto assaporare alcuni degli aspetti per cui vale la pena vivere a Genova.

I punkabbestia.
Sarà perché mi muovo poco da casa, ma a Torino i punkabbestia non li vedo mai. Anzi, credo di non averli mai visti. Io penso che in parte sia colpa del freddo. Genova, con il suo clima mite e i suoi vicoli riparati, accoglie come un ventre generoso queste curiose specie di ominidi (o presunti tali) che vivono in simbiosi con numerosi cani più o meno portatori di pulci e zecche. I punkabbestia sono tutti uguali: sui vent'anni, capelli sporchi attorcigliati in trecce, piercing ovunque. L'uniforme è rigorosamente serializzata: pantaloni extra large bisunti, coperte, maglioni sdruciti; la dotazione di serie comprende un bicchiere McDonalds per gli spiccioli e un cartone di Tavernello. E' lecito sospettare che esista una linea di abbigliamento dedicata solo a loro. Vivono per lo più elargendo grandi e sdentati sorrisi in cambio di elemosine, mentre mute di cani sonnecchiano acciambellati ai loro piedi, grattandosi, di tanto in tanto, qualche rogna sul collo. I due esemplari di punkabbestia che ho osservato oggi in Piazza de Ferrari, di sesso imprecisato e fatti come biglie, stavano aizzandosi i cani a vicenda e ridevano sguaiatamente molto compresi nel loro ruolo di reietti volontari.

Le risse.
A Genova sono sempre volate botte da orbi. Di quelle in vecchio stile, mica roba da ridere. Oggi stavo scendendo in Via San Lorenzo, il cui suolo pubblico era occupato da una mezza dozzina di banchetti di punkabbestia intenti a vendere irrinunciabili ammenicoli di fil di ferro, pipe per fumare hashish e altro ciarpame, quando mi trovo testimone di una scena cui non assistevo da anni. Con uno scatto da centometrista, due giovani punkabbestia si gettano verso un banchetto poco distante, e nei primissimi istanti sembra che stiano correndo insieme: ma in realtà il n°1 corre e il n° 2 lo rincorre. Giunto alla meta, il punkabbestia n°1 lancia in aria il banchetto con tutta la mercanzia che, dopo un breve volo, soggiace alla legge di Newton rovinando sul sagrato. Gli altri punkabbestia presenti bloccano a terra il n°1 mentre il n°2 - che si scopre essere (o essere stato) di sesso vagamente femminile - gli sferra una serie di calci in faccia, uno dietro l'altro. A sedare la rissa accorrono subito un vigile urbano, un finanziere, un volontario della Croce Bianca e due anziani pensionati di Sampierdarena che stavano comprando un pezzo di fociaccia con le olive: quest'improvvisata compagine con non poco sforzo salva il punkabbestia n°1 dal linciaggio degli altri ambulanti, che nel fattempo minacciano denunce e querele e richieste di risarcimento. Passo dopo un'ora e sono ancora lì a ratellare (litigare, NdA) su chi ha torto e chi ha ragione.

Figge de famiggia.
Categoria esclusivamente genovese, le ragazze di buona famiglia provengono da lussuosi appartamenti in Albaro e Catelletto, e sono facilmente individuabili per alcuni segni particolari, altrove non reperibili, che le rendono uniche negli esseri di sesso femminile: capelli con meches di colore e lunghezza prefissata con norma UNI-EN-ISO9001, occhiale con montatura rettangolare, Rolex di serie, abbilgliamento sobrio ma ricercato, tacchi bassi, borsa di Louis Vuitton da un lato e sacchetto di Ghiglino dall'altro, repertorio di pettegolezzi da spifferare con naturale eleganza. Dall'eta scolare a quella nuziale, le figge di famiggia sono territorio esclusivo di caccia degli esemplari maschi di pari o superiore lignaggio con i quali si accoppiano di rado e silenziosamente, e solo dopo approfondite indagini sulla situazione finanziaria. Quando le figge de famiggia raggiungono i trent'anni, diventano pressoché indistinguibili dalle inossidabili madri alle quali si accompagnano spesso per i necessari approvvigionamenti in pochi, fidatissimi negozi, dove vengono accolte e chiamate con vezzosi soprannomi (Cuchi e Chicca vanno per la maggiore). Superati i trenta, le femmine si riproducono dando alla luce piccoli esemplari che vengono di norma portati all'asilo a bordo di enormi fuoristrada con vetri oscurati, in perenne divieto di sosta: le anziane ma immortali madri occupano il posto del passeggero e attirano nell'abitacolo sprovveduti vigili urbani che, sovente, vengono ingoiati interi, e ancora vivi. Addendum: le figge di famiggia, così descritte, non hanno molto sex appeal. Eppure, ogni volta che ne vedo una, qualcosa mi ribolle all'interno.

Il negoziante sprovvisto.
Un'altra caratteristica di Genova sono i negozi che non hanno mai l'articolo che cerchi ma possiedono la ferrea certezza dell'inesistenza o dell'irreperibilità dell'articolo cercato. Ad esempio, oggi sono andato in un negozio di strumenti musicali e ho chiesto alcune comunissime viti per fissare il battipenna della chitarra. Viti di metallo. Dopo una riflessione, il commerciante ha consluso che no, non aveva quelle viti né sapeva dove avrei potuto comprarle e se non le ha lui non le ha nessuno, anzi forse sì, perché secondo una leggenda tramandata oralmente, un negozio nei pressi di Torino, ma non saprebbe essere più preciso di così, dovrebbe avere delle viti, forse non quelle che stavo cercando, magari simili, ma non è detto. E comunque, essendo il giorno 11 del mese di febbraio, aveva era ancora un po' disorientato dalla chiusura natalizia e mi ha pregato pertanto di portare via il belino, elegante espressione del vernacolo genovese utilizzata per accomiatarsi dall'ospite.

18 commenti:

heavybrain64 ha detto...

Pippo, le viti per la chitarra cercale da Scavino Musica in Via Ormea...
Sono praticamente certo che le abbia o al limite sa dirti dove trovarle ;-)

Poi magari te le fa pagare come fossero d'oro... ma questa é un'altra storia...

.And.

Anonimo ha detto...

Elisabetta Robert
Le figge de famiggia hanno un'anima?
Forse quando (da vecchie) moriranno avranno in cielo una nuvola firmata?
ma....

Giuseppe ha detto...

andrea: le viti le ho trovate, alla fine. ma questo ti dà l'idea di come si comportano i nostri bottegai!

Anonimo ha detto...

anche io paseggiavo in Via San Lorenzo sabato intorno alle 6.... tra quei pankabbestia c'era una vecchia conoscenza.. non so se hai avuto modo di vederlo...facile immaginare di chi si tratti...

Replico alla tua descrizione di Genova con qualche appunto su Torino..
1) Ci sono stato 3-4 volte nell'ultimo mese, venendo da Genova in Treno, scendendo a Lingotto. La stazione è rinnovatissima, è stato fatto un ascensore, cambiato il pannello con gli orari dei treni; tutte le comunicazioni vengono date anche in inglese. ..... Bene, l'apparenza è salvata..... ma i treni continuano ad arrivare in ritardo o a essere soppressi....
2) Di tanto in tanto ordino un toast al bar della stazione, o in un altro di pari livello sulla strada per l'ufficio.
Bene, il barista di entrambi i locali puntualmente estrae il toast dal frigo e mi chiede:'lo vuoi caldo il toast?'
Bene, io mi chiedo:'ma chi cazzo è che mangia toast congelati?' I toast non è caldo per definizione?!
La prossima volta ordino un cappuccino e poi lo cazzio dicendogli che lo volevo freddo..
ste

Giuseppe ha detto...

ste, non ho riconosciuto nessuno di nostra conoscenza. mi dai un indizio?

sì, il lingotto si è rifatto il trucco ma basta grattare un po' per scoprire che è sempre lo stesso cesso di stazione.

Anonimo ha detto...

capelli lunghi e parlata robosa...
.. non è carino fare nomi...

Giuseppe ha detto...

non saprei, in genere sono i tratti caratteristici dei punkabbesti, degli studenti di lettere e dei frequentatori dello zapata.
e di solito le tre cariche coincidono...

Anonimo ha detto...

ciao
sono capitata qui per caso...
Io sono di torino, genova non la conosco (anche se mi piacerebbe).

I punkabbestia (che poi nel nostro caso non sono proprio "punkabbestia" ma "alternativi") ci sono a torino ma si sono rigorosamente autoghettizzati.
Li puoi trovare solo in alcuni quartieri...
Per il resto, i torinesi tendono ad essere discreti...Non sono particolarmente "invadenti", nè amano "esibirsi" (motivo per cui forse non hanno coltivato il turismo e sono inizialmente molto distaccati, nell'approccio).
Durante le olimpiadi la città è stata agghindata, la gente sembrava impazzita, tutti con questo entusiasmo sfrenato...ricco di attese...
A dire il vero, la mancanza di autenticità non mi è piaciuta per nulla. Come ho scritto sul mio blog...torino doveva fare la puttana ;)
Doveva vendersi.
Tutti si aspettano molto dal dopo-olimpiadi...
Io, son contenta che siano finite...

un bacio!
nuvola

Anonimo ha detto...

Io sono una allegra quasi 22enne che bazzica e cazzeggia ogni sabato e domenica a Genova, giro i vicoli col mio passo cadenzato, rapido e sicuro: mi considerano una Darklady. Abitini neri, corti, collari borchiati, armature da dito, Anfibi con alti tacchi in metallo..ma non sono una tristona ^^ anche se ho l'espressione incazzosa. A Genova son tutti cosi': o sono punkabbestia, o sono fighette, o sono anonimi. Ti accorgi di essere diverso appunto perchè queste tre citate categorie ti osservano come se tu fossi appena scesa da una astronave. Per forza: sono tutti UGUALI. Si riforniscono agli stessi negozi, tralasciamo Ghiglino che è per le figgie de famiggia, tutti con gli stessi jeans a vita bassa e mutanda a vita alta, magliette colorate a striscie orizzontali, occhialoni a cui manca solo il boccaglio, scarpe dalla suola inesistente, camminata dinoccolata e Ipod appeso al collo...
E dopo le 20, la città si spegne...restano aperti solo i ristoranti. Chiusi quelli... il buio. I punkabbestia si rinchiudono allo CSOA Zapata (se ci passate, munitevi di collarino antipulci), i restanti si chiudono nei piccoli locali pseudobar che la sera si arrischiano di prolungare l'apertura fino alle 2, anche 3 di mattina, o nelle piccole minuscole discoteche monosala monopista monopirla con selezione all'ingresso. Qualcuno va al Bowling. Sinceramente genova...grandiosa di giorno...Staglieno di notte (cercate pure Staglieno-genova su google)

Anonimo ha detto...

sei proprio uno stronzo di dimensioni galattiche se non distingui un punk a bestia da un artigiano che lavora sulla strada. perchè parli senza sapere perchè giudichi senza conoscere? ciarpame sarà quello che produci tu e persone dal sesso indefinito saranno più facilmente le persone dentro cui cerchi di infilare il tuo cazzo!!!sei proprio stronzo hai sempre avuto la FACCIA DA STRONZO superbo di merda come tutti i genovesi solo uno stronzo poteva trasferirsi da genova a torino e mi raccomando restaci che di teste di minchia qui ce n'è fin troppe.
per chiarimenti la prossima volta che passi da s. lorenzo, guarda bene e vicinio a due dico ben due splendiddi cani neri ne vedrai una terza che si regge su due gambe vienimi pure a parlare prometto che eviterò di darti ancora dello stronzo

Anonimo ha detto...

Genova è una figata. E non tutti si VESTONO UGUALI, ignobile testa di cazzo.
Le "Figge de Famiggia" non si vestono solo da Ghiglino e non sono così coglione come le descrivi tu, sai?
E sopratutto, non credo che nelle altre città funzioni diversamente.

E alle 20.00 non tutti sono a casa, sai? =D

-Una Zenese-

Giuseppe ha detto...

wow, abbiamo una signora tra di noi.

Anonimo ha detto...

Posso concederti che "anonimi" e "Figge de famiggia" (Comunque non mancano neanche i "FiggI")sono sopratutto in Albaro e tra i ragazzi.. Almeno, se intendiamo la stessa cosa per anonimi.
Poi magari sono io che mi fumo qualcosa, eh.




-Probabile-

Giuseppe ha detto...

ciao. con anonimi mi riferisco a quelli che postano commenti nel blog senza firmarsi

Anonimo ha detto...

con dieci mesi di ritardo mi infilo in una conversazione senza che nessuno me l'abbia chiesto..
son finito qua per caso e devo dire che mi piace il tuo post e soprattutto quoto tantissimo la descrizione delle "Figge de Famiggia"..
sono uno di quelli che si vestono tutti uguali, un giovane ingegnere per di più, però alla sera a genova mi diverto anche senza dovermi mascherare da "darkettone"(sterile polemica: se al mattino lavori stare in giro fino alle due per me è abbastanza).. a ultima cosa complimentoni agli esagitati (vedi anonimo e francesca) per la loro capacità di esprimersi senza perdere il controllo..

Giuseppe ha detto...

michele, grazie per la visita e i commenti.
purtroppo con certa gente ci vuole pazienza: gridano perché non hanno nulla da dire. ma questo è un mondo libero, e io non chiudo la bocca a nessuno, e per nessun motivo.

Anonimo ha detto...

io sono uno sfigato con le pezze al culo che di tanto in tanto rinnova le sue scarpe, e da alcuni anni mi sono affezionato a Ghiglino, poichè ho scoperto che pur scucendomi il doppio degli altri bottegai, mi consente di evitare le vetrine per taaaanto tempo dopo.
Al contrario dei simil outlet che (ormai è passato) mi illusero con scarpacce che difficilmente riuscivano a tenere insieme i pezzi per più di un mese.

Per di più non mi chiamo Domenico Dolce, ed evito, per rispetto (a lui) e ai miei interlocutori, di calzare scarpe di gomma con la giacca e cravatta. Ne consegue che Ghiglino se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Certo, forse a domandargli un collare borchiato si rischia di attendere i tempi della spedizione...

st.

Anonimo ha detto...

Mio dio.. ma è tutto vero xD huahuahaa!! è lei!! è GENOVA!!