18 luglio 2005

Convivere con la paura.

Ieri mattina ero a Genova. Stavo camminando verso il garage dove tengo la Vespa. Impossibile andare al mare senza Vespa.

Da lontano, una pattuglia di due carabinieri mi ha chiesto di fare il giro largo, di non passare vicino a loro: sul marciapiede, sola sotto la canicola di una mattina di luglio, c'era una valigetta nera.

I due militari stavano probabilmente aspettando gli artificieri e nel frattempo dovevano tenere alla larga la gente e custodire l'oggetto sospetto, con il rischio di saltare in aria nel caso in cui si fosse trattato del bagaglio di qualche invasato musulmano delle balle.

E' curioso che spesso la valigia, di per sé metafora del viaggio, sia scelta come strumento per causare a molti l'ultimo viaggio. Solo qualche mese fa, il primo di passaggio si sarebbe fregato la valigia abbandonata per strada. Oggi si chiamano i Carabinieri.

Quando sono tornato la sera, non c'era né un cratere per terra né un posto di blocco. Probabilmente la valigia conteneva una copia del Secolo XIX, qualche scartoffia e le chiavi di casa di un distratto.

Ma il terrorismo, alla fine, è proprio questo: non far saltare la gente in aria, ma costringerla a vivere con la paura nel cuore.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo per quello hanno centrato in pieno l'obiettivo.. l'altro giorno proprio alla stazioone di vercelli hanno fermato per 5 ore il traffico ferroviario...
questi sono gli effetti più snervanti

Anonimo ha detto...

...
http://werenotafraid.com/

Anonimo ha detto...

Spero tu sia andato al mare fuori genova altrimenti dopo la paura ti ritrovavi all'ospedale intossicato...per l'alga killer:-)

Giuseppe ha detto...

si, ero fuori genova.
ho letto dell'alga sui giornale, grazie al cielo.