07 maggio 2005

Notizie da Settimo.




Qualcuno, nel consiglio comunale di Settimo Torinese, deve aver detto: "Signori, questa città sta diventando troppo chic. Quando giro per strada, quasi non la riconosco più!"

"Sì!", hanno risposto dai banchi dell'opposizione, "dobbiamo dare un segnale forte. Mettiamo un Luna Park! Ma di quelli brutti, e che sia freqeuentato solo da tamarri, minchia!"

Un grido di unanime consenso ha reso superflua qualsiasi votazione.

Detto fatto.

Nella piazza del mercato è apparso un Luna Park molto trash, pure troppo. Da casa sento la musica a tutto volume e la voce del giostraio che, col riverbero a manetta, grida: "Ma che bellooooo il Tagadàààà! Diverrrrrrtente il Tagadààà!"

06 maggio 2005

Blograduno torinese.



Sabato 7 maggio al circolo Pueblo di Torino si terrà il 4° Raduno Bloggers di Torino.

Ci sarà un sacco di bella gente.

Ready for a go?



Al semaforo di Corso Toscana, un postino si è fermato vicino a me, mi ha sorriso e mi ha proposto: "Ce li giochiamo sul quarto di miglio?"

Lui su un Piaggio Free 50 Poste Italiane con borse e bauletto, io sul mio Aprilia Scarabeo 50.

Lunghi secondi di tensione.

Appena è scattato il verde, ho aperto il gas e già nei primi metri me lo sono lasciato, ridendo, in una nuvola di polvere. Non sapeva con chi aveva a che fare :-)

05 maggio 2005

Bravi ragazzi.


Stamattina percorrevo corso Giulio Cesare (la parte brutta di Corso Giulio, posto che ne esista una bella) a bordo del mio Aprilia Scarabeo, lo scooter col bauletto quadrato stile borsa Louis-Vuitton.

[Per inciso, lo Scarabeo beve come una Rolls: con quali altri mezzi la lancetta del livello carburante scende a vista d'occhio?]

Davanti a me c'era una Mercedes blu notte modello Limousine, di quelle con tre portiere per lato e i vetri oscurati.

La stava guidando un brutto ceffo in giacca e cravatta. Chi ci sarà stato dietro? Anzi, cosa ci sarà stato dietro? Un mafioso russo con il colbacco in testa e la vodka nel frigobar? Un mafioso italiano con la coppola e il Nero d'Avola nella cantinetta? Oppure entrambi, impegnati in qualche losco accordo?

Perché, dai, chi altri può girare in Corso Giulio, alle 8 del mattino, con una limo scura?

Ho provato a seguirla, ma -- grazie a quei 300 CV di vantaggio -- ha fatto perdere le sue tracce appena è scattato il verde.

Potrei provare a verniciare lo scooter di blu e oscurare il parabrezza...

04 maggio 2005

Liberi tutti.



Scriveva De Crescenzo in Bellavista: "Quando parla lui, è cassazione!"

Recupero la frase. Perché la Cassazione ha deciso, e non c'è più nulla da fare.

Nessun colpevole per la bomba alla Banca dell'Agricoltura. Ci sono voluti 36 anni per dire Non è colpa di nessuno. Liberi tutti: liberi Zorzi, Maggi e Rognoni.

A nulla è servito il rapporto della Commissione stragi presieduta dall'on. Pellegrino, in cui le responsabilità di Ordine Nuovo e di certi apparati deviati risultavano evidenti.

Liberi tutti. Liberi, finalmente, di dimenticare la strage.

Aggiornamento. Mi unisco allo sbigottimento e al disagio di .mau. nel constatare che la sentenza impone il pagamento delle spese processuali ai familiari delle vittime.

02 maggio 2005

Vengo anch'io.

Ieri sera Rai 3, un tempo nota come Telekabul, ha trasmesso il concerto del 1° maggio.

Tre cose terribili:

  1. Bisio ha tentato, invano, di eseguire un coro a canone insieme al cantante dei Negrita, che si è dimostrato pressoché incapace di andare a tempo.
  2. Non soddisfatto, ha fatto cantare Battisti (che era simpatizzante di destra) alla giornalista Federica Sciarelli, che ha preso una stecca dietro l'altra.
  3. Infine, Jannacci. E' una mia impressione, o il vecchio Enzo è ed è sempre stato stonato come una campana?

29 aprile 2005

Italia-Germania 0-2.

Un tarlo mi rode.

C'è un nesso tra i modiali di calcio 2006 in Germania e l'elezione al soglio pontificio di un sacerdote tedesco?

E che significato avranno, allora, le Olimpiadi di Pechino nel 2008 posto che in Cina continuano gli arresti di sacerdoti cattolici che non scendono a compromessi col governo di Pechino?

28 aprile 2005

La riunione del lunedì.




Il tecnico. Pioniere dell'informatica, contrario ad ogni progresso, si ostina a lavorare a linea di comando. Veste shorts e sandali tutto l'anno, anche con la neve. Polemizza su ogni innovazione, è il nemico giurato dell'interfaccia amichevole, dice di essere l'unico a capirsi qualcosa di informatica, "non come questi ragazzini che usano Windows!". In disparte, mi chiede come diavolo si fa a stampare una pagina di Word.

La guida alpina. Arriva trafelato, col volto scottato dal sole, la giacca a vento con scritto "CAI-Sez. Ciriè" e le ciaspole ai piedi. Non si siede nemmeno, ma continua a camminare e a raccontare, in dialetto delle sue valli, del versante ovest del Cervino, del rifugio in cui ha mangiato polenta con capriolo e di come erano belle le nostre montagne 30 anni fa. Conclude dicendo, rigorosamente in dialetto: "Va bin, va bin, implementuma tut!" e si versa un bicchiere di Genépy canticchiando "Sul cappello c'è una lunga penna nera".

Il consulente Accenture. E' il primo ad arrivare, probabilmente perché da alcuni mesi dorme in ufficio. Abbronzatura caraibica, età indefinita tra i 20 e i 40 anni, gessato di Armani da 2000 euro, da neolaureato ne guadagnava 3000 al mese più indennità di trasferta, ticket restaurant e lifting rimborsati. La sua prima auto è stata una Audi, ora ha il Cayenne aziendale. E' geneticamente modificato: il suo orecchio è connesso al cellulare via bluetooth. Si esprime solo con slide, grafici ottimistici e frasi del tipo "Dobbiamo creare sinergie e service concept ad alto valore aggiunto". La sua giornata tipo si conclude con aperitivo di progetto, cena di progetto e discoteca con i colleghi di progetto. Verso le 4 del mattino, sul lettino UV, scrive in trance il report settimanale per il suo capo che implementa non si sa cosa a Singapore.

Il programmatore straniero. Pachistano, 16 anni, era all'aeroporto di Islamabad a prendere uno zio di secondo grado quando è stato rapito da un cacciatore di teste della new economy che lo ha rivenduto ad una multinazionale come Senior Java programmer expert. Vegetariano, probabilmente muto, cinque volte al giorno stende un piccolo tappeto e prega rivolto verso Moncalieri, credendo che vi sia custodita la pietra nera.

La strafica del marketing. Partecipa alle riunioni solo per videoconferenza. Ha una truccatrice professionista (pagata su progetto) che le controlla l'effetto pelle lucida prima di collegarsi. Veste sempre microgonne e magliette attillate, mentre parla si accarezza sensualmente. Fuma una sigaretta dietro l'altra e le spegne contro il cartello "Vietato fumare". Ogni tanto, serissima, fa doppi sensi a sfondo sessuale. Nessuno la contraddice. Nessuno ha capito che competenze abbia né in che città lavori. All'inizio, in molti credevano che si trattasse di un software di intelligenza artificiale installato nel sistema di videoconferenza. Poi ha aperto bocca...

La stagista. Appena laureata, non dice una parola, prende appunti, nervosamente. Non capisce quasi nulla dell'argomento trattato. Alla fine della riunione, peggio di una coletllata alla schiena, qualcuno le chiederà di scrivere il verbale. Passerà due giorni e due notti a tentare di decifrare, invano, gli appunti scarabocchiati. Quindi lascerà lo stage.

Il congedante. Anziano, brontolone, polemico. Da quattro anni continua a ripetere "fate, fate, intanto fra due mesi io porto via le balle!", ma è sempre lì. Si rifiuta di partecipare a qualunque lavoro, in compenso critica il management, i quadri, gli impiegati e l'impresa di pulizia. Voci non confermate dicono che abbia chiesto di posticipare la pensione.

La mamma. Un tempo una bella donna, dopo la terza maternità si è trasformata in un curioso animale sociale che tappezza l'ufficio con foto di bambini e preghiere di Natale. Divide le giornate stampando ricerche scolastiche sull'Emilia-Romagna e parlando al cellulare, impartisce ordini ai figli o li sottopone a umilianti interrogatori: "Cosa hai fatto a scuola? E i compiti? Stasera lo senti, tuo padre! No, non ti compro la plèistescion! Non guardare la TV! E i compiti? Hai fatto i compiti?". Dopo venti minuti, si alza facendo cadere la sedia, si scusa, dice: "Devo portare mio figlio a judo", e si congeda.

Il commerciale. Entra ed esce dalla riunione, parlando al cellulare col cliente di Agrate Brianza. Sorride, scherza, è energico, sicuro di sé. "Ma yes, Maurizio, conta su di noi, we are ready, sarà tutto pronto mercoledì!". Ovviamente è una balla, ma la racconta bene.

Il capo. Entra nella sala riunioni cinque minuti prima della fine, parlando al cellulare in inglese. Sorride a tutti, mette in attesa il misterioso interlocutore, dice: "Scusate il ritardo. Allora, è tutto pronto? Accidenti, devo andare, ho un'altra riunione", quindi si cava di tasca una caramella al rabarbaro, fa per offrirla a un collega il quale tende la mano, ma poi ci ripensa e se la mette in bocca, senza scartarla, infine, sempre parlando al cellulare, corre in bagno a vomitare il corpo estraneo.

26 aprile 2005

Manuale di autodifesa telefonica.

Ho dato un'occhiata alla lista delle chiamate perse del mio cordless di casa: 30 telefonate in una settimana, tutte ad orari per me improbabili. 30 telefonate?

Ci sono solo due categorie di persone che mi chiamano a casa:
  1. i miei genitori, perché hanno il numero;
  2. i venditori telefonici, perché lo trovano sull'elenco.

I primi sono innocui, affettuosi, un po' preoccupati, ma sempre graditi.

I secondi mmolto spesso sono nervosi, aggressivi e insistenti come mercanti arabi. Qualche volta ho fatto l'errore di mostrarmi disponibile ma gli dai un dito e si prendono il braccio.

Dopo una indegna lite telefonica per aver declinato l'offerta di non ricordo che boiata, ho deciso di tutelarmi e di tutalare chi mi legge, stilando il famoso

Manuale di autodifesa telefonica
ovvero
Tutte le scuse per tagliare corto con le televendite

~~~~~

Ecco la trascrizione di alcune telefonate. (In corsivo la voce della televenditrice).

Il reduce

- Buonasera, sono Jessica di Sky, il signor P.?
- Sono io, buonasera.
- La chiamo per proporle la nostra offerta promozionale: decoder, parabola, popcorn e 1500 canali gratuiti.
- Se è uno scherzo, non lo trovo divertente.
- Mi scusi...?
- Ero ad Hanoi nel '70. Un maggiore del 53° aviotrasportati dette l'ordine di usare il napalm. Io ero in ricognizione e non feci tempo a scappare. Persi tutti i miei uomini, fino all'ultimo, e anche la vista. I miei occhi, i miei fottuti occhi! E ora, se mi vuole scusare...

Il detenuto

- Buonasera, sono Stefania di Fastweb, il signor P.?
- Sono io, buonasera.
- La chiamo per proporle la nostra offerta promozionale: connessione ad internet, telefono, colazione a letto, TV con video-on-demand, set-top-box interattivo...
(pausa)

- Non è la sua giornata, signorina. E nemmeno la mia. Sono stato condannato in appello a 6 anni e 4 mesi, furto con scasso, una cosa vecchia; questa è la mia ultima notte da cittadino libero. Dovrei finire la valigia, mi scusi.

Lo scomparso

- Buonasera, il signor P.?
- Dipende.
- ehm... Sono Manuela, chiamo per conto dell'Enciclopedia Treccani per proporle...
- Non le hanno detto nulla?
- Scusi, detto cosa?
- Il signor Piersantelli è scomparso un anno fa senza lasciare traccia. Non un biglietto, un prelievo al bancomat, una telefonata. Niente. Sparito. Se n'è occupato anche Chi l'ha visto?. Ma lei non guarda la televisione? Lei non si informa prima di chiamare? Si vergogni, speculare sul dolore della gente!

Il morto

- Buonasera, il signor P.?
- Chi lo desidera?
- Sono Francesca della Lavazza, e chiamo per...
- Troppo tardi, signorina. Sono un ispettore di polizia. Abbiamo appena rinvenuto il corpo senza vista del signor Piersantelli nel soggiorno del suo alloggio. Dalla rigidità muscolare direi che il decesso è avvenuto tra mezzanotte e le quattro. La devo lasciare, sono arrivati i ragazzi della scientifica...

Epilogo

Sono svaccato sul divano a vedere Cameracafè.
Suona il campanello, vado ad aprire. Una ragazza non esattamente carina.
- Sono una consulente del Folletto, trovo la signora...?
Con un gesto rapido, trascino la giovane venditrice di aspirapolveri dentro casa e le stringo la gola con un braccio.
Poi, fingendo di parlare in un'auricolare invisibile, impartisco ordini:
- Jackson, Rodriguez, McFlaherty, tenetevi in posizione.
Guardo fisso negli occhi la malcapitata e le dico senza emozione:
- Sono dei servizi segreti e lei sta intralciando un'operazione molto delicata. Ha dieci secondi per lasciare l'edificio, dopodiché i miei ragazzi spareranno su ogni cosa che si muove. La avverto: sono tutti tiratori scelti. Cominci a correre.
La poveretta, senza proferir parola, si precipita nelle scale. La sento scendere tre gradini alla volta. Nella fretta, dalla tasca le cade una confezione di pastiglie profumate per aspirapolvere. Hanno un buon odore di mela. Le userò nel mio aspirapolvere. Samsung.

23 aprile 2005

Le cose che fanno bene.


È un venerdì sera di un venerdì pomeriggio passato in coda sulla A10. Sono a Genova, stanco da far schifo, in un pub che frequentavo quando ero adoloscente. C'è poca luce e molto rumore.

A qualche metro vedo una sagoma familiare. Il mio amico Andrea. Anni passati insieme alla Casa dello studente di Via Asiago. Chi è di Genova, sa cosa intendo. Lui è un tipo in gamba. Ormai lo incontro, per caso, nei vicoli, a cadenza biennale. La colpa è di Torino, mica nostra.

Cerco di attirare la sua attenzione. Lui mi scorge, mi viene incontro, ci abbracciamo con spontaneità. Per tre volte mi ripete, allegro, quasi stupito: "Ti trovo bene, ti trovo in forma!"

Anche lui è ok, un po' rosso per l'alcol, ma è uno splendore. Gli chiedo se continua a spennare polli e mi risponde: "Sì, è la mia vita!"

"Io ti ricordo così riflessivo", mi dice, "ma anche così... così... è come se il tuo essere riflessivo ti assorbisse anche il fisico. Ora ti trovo bene."

Un incontro che ha avuto la bellezza di una poesia, breve, pulita, ben fatta. Come una camera d'albergo: più piccola è e più pulita deve essere, quando hai finito (Questa frase, però, è di Jim Carroll).