01 dicembre 2006

Ink pollution.

La foto sopra rappresenta l'impatto ambientale della sostituzione di 5 cartucce su 6* per una comune stampante inkjet a colori. Per ogni cartuccia nuova occorre smaltire:
  • 1 cartuccia vecchia, in plastica (spero non PVC) dotata di chip al silicio
  • 1 sacchetto di plastica antistatica
  • 1 confezione di cartoncino stampato a colori
  • 1 libretto di istruzioni stampato su carta lucida
* Il nero era già stato sostituito. Le cartucce a colori non erano esaurite, ma semplicemente asciutte. Il software della stampante, non appena viene a sapere che i colori sono essicati o esauriti, blocca ogni processo di stampa, aprendo una finestra che intima a sostituire tutte e 6 le cartucce, anche se si vuole stampare in nero.

Le cartucce sono state acquistate su Ebay, al prezzo di circa 3 euro l'una (una frazione del prezzo delle originali); sulla confezione non è riportato il Paese di produzione.

Le stampanti da sempre vengono prodtte e vendute in perdita perché il business dei manufacturer sono i consumabili. Un business perfetto e come tale privo di etica: consumabili che difficilmente si possono riciclare, consumabili che smettono di funzionare prima di essere consumati.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao,
Grazie al cielo le cartucce normalmente sono di polipropilene (PP) e non di PVC, almeno così sono le T0XXX della Epson, vendute a prezzi da ladrocinio, e le poche compatibili che ho comprato a prezzi più ragionevoli. Sono d'accordo sulla criminizzazione del principio perverso di lucro sul mercato delle cartucce, altamente antiecologico. Approfitto dell'occasione per consigliare a chi legge l'uso dei vari kit tipo "RIS", con i tubetti che alimentano delle cartucce "fantasma", facendo tendere a zero i costi di stampa, e soprattutto i prodotti di scarto (il PP pur essendo piuttosto ecologico di per sè, è difficilmente smaltibile).