30 marzo 2005

Come cose da buttare.



Arrivano gli ospiti, quelli da far accomodare sul divano mentre si prepara il tè e le tazze e i biscotti, ed io sono nel posto sbagliato.

Non c'entro niente. Una nota stonata. Una vergogna.

Ma si fa in fretta, perdinci, ad aprire lo sgabuzzino, e gettarvi tra vecchie scope e scatole impolverate, quello che non sta bene, quello che è meglio nascondere, tenere lontano dagli occhi, finché gli ospiti non si siano congedati con ampi sorrisi e baci.

In quieta attesa, come un souvenir di un viaggio fatto anni fa, tra scarti, sedie e le cose che non servono più, conto il mio tempo, trattengo il fiato, penso. Mi giuro mai più, non io.

Mancava, alla mia ricca collezione di mostri, sconfitte, e stranezze.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Per tre lunghissimi anni (il ciclo dell'amore dicono...) sono stato una cosa da nascondere dietro le siepi, da mettere nello sgabuzzino come dici tu, con la luce spenta, perchè non stava bene. Anzi addirittura sarebbe stato meglio se avessi detto un altro nome, raccontato un altro lavoro, un'altra vita...così, per rendere più tranquilla la vita di qualcunaltro
In un dolore lancinante, più o meno silenzioso ho atteso. Ovviamente non ne ho cavato amore. Ne ho cavato esattamente il tuo stesso giuramento: mai più, non io.
E così si diventa capaci di non permetterlo.
E si matura il massimo rispetto per la sofferenza di chi sta all'oscuro.
Se manca qualche pezzo alla tua collezione...posso procurartelo facilmente!
Non ci si fa mancare niente!

Giuseppe ha detto...

data la gravità degli eventi, è necessario prendersi in giro, cogliere gli aspetti comici e grotteschi. è una questione di sopravvivenza.

ma la tua riflessione è anche molto profonda e toccante. sono d'accordo con te: il ripostiglio delle scope non è un luogo da cui si possa cavare amore.

polvere, tutt'al più.

e l'amara consapevolezza del "mai più, mai più"

se vuoi mostrare la tua collezione di stranezze, la porta è sempre aperta.

grazie