Bellissima cover di quel capolavoro che è American Boy interpretata da Irene La Medica, la voce sensuale di Radio Dee Jay.
04 novembre 2008
03 novembre 2008
Tendere una mano verso il passato.
Oggi scrivo da Genova, dove sono nato e vissuto, e dove mi trovo per un intervento sulla fotografia digitale.
Piove, di tanto in tanto. Fa molto più freddo di ieri.
Ma oggi è un giorno importante. Uno di quelli che fa battere il cuore, di quelli che aspettavo da una vita.
Una vita, sia detto, trascorsa a rimuginare tutti i miei gesti e a meditare sui miei errori; una lunga, dolorosa riflessione, anelando l'impossibile miracolo di chiudere gli occhi e riaprirli in una vita che non ha sbagliato, non ha ferito e non deve chiedere scusa.
Non è così.
Quante volte in questi dodici anni ho riaperto gli occhi sui miei vecchi errori? Quante volte ho maledetto il mio cuore con tutto me stesso per non aver amato nel modo giusto?
Oggi mi trovo con un grande dono: una mano stesa versa la mia, una voce scomparsa tanti anni fa, un vuoto che con pazienza e fiducia forse posso di nuovo riempire.
La mia fiducia e il mio amore saranno più forti se sarò in grado di credere che si può aggiustare un vetro rotto in due.
Piove, di tanto in tanto. Fa molto più freddo di ieri.
Ma oggi è un giorno importante. Uno di quelli che fa battere il cuore, di quelli che aspettavo da una vita.
Una vita, sia detto, trascorsa a rimuginare tutti i miei gesti e a meditare sui miei errori; una lunga, dolorosa riflessione, anelando l'impossibile miracolo di chiudere gli occhi e riaprirli in una vita che non ha sbagliato, non ha ferito e non deve chiedere scusa.
Non è così.
Quante volte in questi dodici anni ho riaperto gli occhi sui miei vecchi errori? Quante volte ho maledetto il mio cuore con tutto me stesso per non aver amato nel modo giusto?
Oggi mi trovo con un grande dono: una mano stesa versa la mia, una voce scomparsa tanti anni fa, un vuoto che con pazienza e fiducia forse posso di nuovo riempire.
La mia fiducia e il mio amore saranno più forti se sarò in grado di credere che si può aggiustare un vetro rotto in due.
31 ottobre 2008
Mi unisco al coro dei fischi.
Saranno stati 5 0 6, sarà sbagliata la comunicazione (ma lui chi è per dirlo?), ma intanto i fischi se li è beccati lo stesso.
Grillo deve tornare ad occuparsi delle cose che più gli sono congeniali e meglio si adattano al suo altissimo profilo socioculturale, come i vaffanculo day, questo meraviglioso esempio di protesta civile che tutto il Burkina Faso ci invidia.
Ma va', va'.
Grillo deve tornare ad occuparsi delle cose che più gli sono congeniali e meglio si adattano al suo altissimo profilo socioculturale, come i vaffanculo day, questo meraviglioso esempio di protesta civile che tutto il Burkina Faso ci invidia.
Ma va', va'.
30 ottobre 2008
Acqua alta in Piazza San Marco.
Ieri alle 22, come previsto, si è registrato un picco di marea in laguna (circa 100 cm). Ho fatto quattro passi in Piazza San Marco dove erano già state parzialmente allestite le passerelle (ad eccezione di alcuni tratti). Con l'iPhone ho fatto un paio di miserrime foto, ad uso souvenir. No, non va bene per la fotografia notturna.
Al di là dei modesti risultati, per altro prevedibili, devo dire che la sensazione della piazza allagata è suggestiva, poiché viene meno il (già) labile confine tra l'acqua e la terra ferma.
Un'esperienza da provare.
Al di là dei modesti risultati, per altro prevedibili, devo dire che la sensazione della piazza allagata è suggestiva, poiché viene meno il (già) labile confine tra l'acqua e la terra ferma.
Un'esperienza da provare.
29 ottobre 2008
Fori stenopeici.
Ieri sera ho (pare brillantemente) concluso il primo dei quattro interventi sulla fotografia digitale al Future Centre.
Poiché il gentile pubblico è solitamente composto da seniores, ho pensato bene di distribuire qualche chicca sull'invenzione della fotografia e la sua evoluzione tecnologica. Ergo, occorre partire dalla camera oscura e dal foro stenopeico.
Mi pareva giusto citare uno dei capisaldi della fotografia, tal Nicephore Niepce, cui è dedicato un sito completo e ben fatto che riporta alcune sue opere tra cui il famoso Paysage à Saint-Loup de Varennes (1827), un'immagine nota per essere stata realizzata con una camera oscura e un tempo di esposizione di 8 ore.
Naturalmente questo anedotto era solo un brevissimo inciso tra i tanti argomenti trattati nei 50 minuti di chiacchierata.
Ma tant'è, finita la prolusione mi sento tirare per la giacchetta da un tale che si presenta come fotografo stenopeico il quale dice di dovermi fare un appunto perché è falso affermare che l'opera di cui sopra sia stata realizzata con la tecnica del foro stenopeioco, e che solo un coraggioso studioso si permette, tra un coro di dissensi sdegnati, di sostenere tale tesi.
In realtà, continua l'esimio, si tratta di un'immagine realizzata con una normale fotocamera dotata di obiettivo, a detta sua già molto diffuse all'epoca dello scatto (datato 1826 circa).
Come no, i negozi pullulavano fotocamere all'inizio del 1800.
Ecco, questo sì che è capire lo spirito di una "conferenza" sulla fotografia digitale.
Poiché il gentile pubblico è solitamente composto da seniores, ho pensato bene di distribuire qualche chicca sull'invenzione della fotografia e la sua evoluzione tecnologica. Ergo, occorre partire dalla camera oscura e dal foro stenopeico.
Mi pareva giusto citare uno dei capisaldi della fotografia, tal Nicephore Niepce, cui è dedicato un sito completo e ben fatto che riporta alcune sue opere tra cui il famoso Paysage à Saint-Loup de Varennes (1827), un'immagine nota per essere stata realizzata con una camera oscura e un tempo di esposizione di 8 ore.
Naturalmente questo anedotto era solo un brevissimo inciso tra i tanti argomenti trattati nei 50 minuti di chiacchierata.
Ma tant'è, finita la prolusione mi sento tirare per la giacchetta da un tale che si presenta come fotografo stenopeico il quale dice di dovermi fare un appunto perché è falso affermare che l'opera di cui sopra sia stata realizzata con la tecnica del foro stenopeioco, e che solo un coraggioso studioso si permette, tra un coro di dissensi sdegnati, di sostenere tale tesi.
In realtà, continua l'esimio, si tratta di un'immagine realizzata con una normale fotocamera dotata di obiettivo, a detta sua già molto diffuse all'epoca dello scatto (datato 1826 circa).
Come no, i negozi pullulavano fotocamere all'inizio del 1800.
Ecco, questo sì che è capire lo spirito di una "conferenza" sulla fotografia digitale.
28 ottobre 2008
Contro la chiusura della Scuola Reiss Romoli: firma!
Qualche giorno fa ho ricevuto per mail la conferma di voci che erano nell'aria da un po' di tempo: la Scuola Reiss Romoli ceduta da Telecom Italia Learning Services ad una New co (partecipata al 70% da Cegos Italia SpA e al 30% da Camporlecchio Educational srl), sarà chiusa fra un paio di mesi.
Il provvedimento comporterà il licenziamento dei suoi dipendenti che, lo dico per esperienza diretta poiché alla Reiss ho trascorso i 3 mesi più intensi e importanti della mia vita lavorativa, sono tra i professionisti più competenti che si possa trovare in Italia nel campo della formazione e delle telecomunicazioni.
La scuola, concepita come un campus americano (quanti altri esempi ci sono in Italia? direi proprio pochi) poteva offrire all'interno di una struttura organizzata ed efficiente una formazione tecnica, scientifica, economica e linguistica davvero senza eguali.
Nei tre mesi passati alla "Reiss", come viene amichevolmente chiamata da suoi discenti, ho avuto la fortuna di conoscere persone eccezionali dal punto di vista professionale ed umano, dotate tutte di una rarissima capacità di adattamento alle caratteristiche e alle esigenze degli allievi.
La chiusura della Reiss, oltre ad essere una pessima figura per Telecom Italia, è un fallimento per la formazione superiore italiana che poteva davvero farsi vanto di una scuola in grado di preparare al lavoro e alla vita in azienda.
I dipendenti stanno curando un blog per sensibilizzare l'opinione pubblica e per documentare il loro impegno a erogare ancora formazione di qualità.
Chiedo a chi legge questo post di firmare la petizione contro la chiusura della Reiss.
Il provvedimento comporterà il licenziamento dei suoi dipendenti che, lo dico per esperienza diretta poiché alla Reiss ho trascorso i 3 mesi più intensi e importanti della mia vita lavorativa, sono tra i professionisti più competenti che si possa trovare in Italia nel campo della formazione e delle telecomunicazioni.
La scuola, concepita come un campus americano (quanti altri esempi ci sono in Italia? direi proprio pochi) poteva offrire all'interno di una struttura organizzata ed efficiente una formazione tecnica, scientifica, economica e linguistica davvero senza eguali.
Nei tre mesi passati alla "Reiss", come viene amichevolmente chiamata da suoi discenti, ho avuto la fortuna di conoscere persone eccezionali dal punto di vista professionale ed umano, dotate tutte di una rarissima capacità di adattamento alle caratteristiche e alle esigenze degli allievi.
La chiusura della Reiss, oltre ad essere una pessima figura per Telecom Italia, è un fallimento per la formazione superiore italiana che poteva davvero farsi vanto di una scuola in grado di preparare al lavoro e alla vita in azienda.
I dipendenti stanno curando un blog per sensibilizzare l'opinione pubblica e per documentare il loro impegno a erogare ancora formazione di qualità.
Chiedo a chi legge questo post di firmare la petizione contro la chiusura della Reiss.
27 ottobre 2008
Festival della Scienza di Genova, due parole sulla fotografia digitale.
Mi faccio un po' di pubblicità.
Martedì 28 ottobre presso il Future Centre di Venezia (mia attuale sede di lavoro) intratterrò il cordiale pubblico con il primo di quattro incontri sulla fotografia digitale. Qui tutti i dettagli. Allo stesso link, di volta in volta, sarà possibile scaricare gli e-book in .pdf che sto preparando per le presentazioni. Non aspettate di trovarci un trattato alla Ansel Adams, ma forse ho anch'io qualcosa da dire sulla fotografia.
Lunedì 3 novembre sarò al Festival della Scienza di Genova, stand di Telecom Italia, per brevi interventi a rotazione (dalle 10.30 alle 16 circa) sempre in tema di fotografia digitale. Qui tutti i dettagli.
Martedì 28 ottobre presso il Future Centre di Venezia (mia attuale sede di lavoro) intratterrò il cordiale pubblico con il primo di quattro incontri sulla fotografia digitale. Qui tutti i dettagli. Allo stesso link, di volta in volta, sarà possibile scaricare gli e-book in .pdf che sto preparando per le presentazioni. Non aspettate di trovarci un trattato alla Ansel Adams, ma forse ho anch'io qualcosa da dire sulla fotografia.
Lunedì 3 novembre sarò al Festival della Scienza di Genova, stand di Telecom Italia, per brevi interventi a rotazione (dalle 10.30 alle 16 circa) sempre in tema di fotografia digitale. Qui tutti i dettagli.
19 ottobre 2008
Tre novità del blog.
Più grande.
Ho messo mano al foglio di stile e ho ingrandito il corpo dei caratteri per il testi dei miei post. Facevo fatica a leggerli, figuriamoci a scriverli. Adesso, almeno, si leggono bene.Più idee.
Nel menu in alto a destra trovate la nuova sezione Pippo's wishlist, una lista dei desideri, in costante evoluzione, per aiutare chi si trovasse nella remota evenienza di farmi regalo ma privo di idee. Dai 5 euro in su.Più foto.
Sempre nel menu in alto a destra trovate la sezione Fotografia. Approfittando di un paio di giorni di beata solitudine, ho messo mano al mio archivio fotografico e ho cercato di ordinare i miei due progetti: Urban landscapes e Cars.
18 ottobre 2008
La casta dei soliti blogger: io sono io e voi non siete un...
Leggo con un po' di disappunto uno degli ultimi interventi di Paolo Valdemarin, stimatissima ed accreditata blogstar, che commenta l'atmosfera al recente BlogFest di Rovereto.
Cito dal suo post:
Un punto di vista quasi sconcertante, almeno per me, dal momento che l'autore di queste parole è uno dei più rappresentativi esponenti di questa insignificante minoranza (sic) e quindi uno principali responsabili di questo clima fatto di elitismo, autoreferenzialità, chiusura.
Ne è prova la decisione di non consentire i commenti al post. Perché? Teme forse il confronto con la significante maggioranza?
Valdemarin (anzi, Paolo; chi, se no?) chiude il proprio sfogo auspicando l'oblio dei blogger, termine con cui credo si riferisca alla pletora di chi quotidianamente con efficienza, abnegazione e passione, ma lontano dalle scene calcate dalle blogstar (e sotto la soglia degli ennemila unique visitors), indaga, spiega, interpreta e semplifica la rete, facilita la ricerca di informazioni, l'utilizzo dei servizi e la comprensione dei fenomeni del web; in una parola, produce i cosiddetti user generated content che garantiscono la crescita di una rete conversazionale e democratica.
Non sarà un grande sforzo dimenticarsi di noi blogger per l'autorevole Valdemarin anzi, Paolo. La casta delle blogstar lo fa da sempre, ogni giorno, in ogni post.
Perché loro sono loro, e noi non siamo un...
Cito dal suo post:
Non so perché da noi ci si sia fossilizzati sulle "top 100" dei blogger, ma è vero che in buona parte si sente parlare sempre dello stesso gruppo [...]Curioso. Valdemarin appartiene a pieno titolo alla casta dei soliti 10-12 autori abituati a citarsi l'un l'altro nei post, usando rigorosamente il solo nome di battesimo, come fossero i quattro evangelisti (d'altronde il cognome di una blogstar è ovvio e non saperlo è talmente out),
A questo punto io credo che prima ci dimentichiamo dei blogger meglio è. Passiamo avanti, le cose buone rimarranno, ma non ha senso continuare a parlarne.
Un punto di vista quasi sconcertante, almeno per me, dal momento che l'autore di queste parole è uno dei più rappresentativi esponenti di questa insignificante minoranza (sic) e quindi uno principali responsabili di questo clima fatto di elitismo, autoreferenzialità, chiusura.
Ne è prova la decisione di non consentire i commenti al post. Perché? Teme forse il confronto con la significante maggioranza?
Valdemarin (anzi, Paolo; chi, se no?) chiude il proprio sfogo auspicando l'oblio dei blogger, termine con cui credo si riferisca alla pletora di chi quotidianamente con efficienza, abnegazione e passione, ma lontano dalle scene calcate dalle blogstar (e sotto la soglia degli ennemila unique visitors), indaga, spiega, interpreta e semplifica la rete, facilita la ricerca di informazioni, l'utilizzo dei servizi e la comprensione dei fenomeni del web; in una parola, produce i cosiddetti user generated content che garantiscono la crescita di una rete conversazionale e democratica.
Non sarà un grande sforzo dimenticarsi di noi blogger per l'autorevole Valdemarin anzi, Paolo. La casta delle blogstar lo fa da sempre, ogni giorno, in ogni post.
Perché loro sono loro, e noi non siamo un...
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