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09 giugno 2006

[Recensioni] Nino Vascon, Golpitalia.

Come promesso, ecco qualche breve considerazione su Golpitalia. Ecco, per i puntigliosi:

Nino Vascon, Golpitalia, Rizzoli Editore, Milano, 1975.

Valgono, innanzitutto, le parolette spese a priori nel mio precedente post. In un'Italia divisa da anni di guerra civile (perché non è parer mio che quella dopo il '68 fu a tutti gli effetti guerra civile) ancora da dichiararsi conclusa, Vascon ci ride su con questo Golpitalia, che è la seconda delle avventure di Carmine Bellezza, funzionario del Servizio che racchiude in sé la summa dei difetti del popolo italiano (se mai ve n'è stato uno).

Sempre fedele al Servizio, da qualunque parte vada il Governo che lo foraggia, tra una missione e un incotro galante, Bellezza ci racconta gli anni di storia recente del nostro Paese: ed è una storia con la s minuscola, forse per colpa dello spessore dei personaggi che si muovono, fieri, arroganti e indisturbati, sul palcoscenico dell'Italia repubblicana.

Ma Bellezza la sa lunga, e agli slanci eroici preferisce, italianissimo, un conveniente comandi signorsì rivolto a quella Sua Eccellenza che incarna, pittoresca e inossidabile, generazioni di burocrati ed eminenze grigie che hanno retto le sorti (avverse) della Nazione.

E dal suo esilio parigino, tra una battuta e una riflessione amara, Bellezza allude, neanche troppo nascostamente, all'Italia dei colonnelli, al consenso fascista e fascistoide ancra vivo e vegeto nei pubblici apparati, ad un sistema che si affida più al caso che al rigore. E' questa la piccola e tardiva vendetta del funzionario Bellezza: spifferare tutto, nomi e cognomi, di chi l'ha traviato e coinvolto in sordide congiure.

Un libro che si legge in un soffio e che strappa più di un sorriso, almeno tra chi conosce qulche dettaglio della storia contemporanea. Peccato che non si trovi altra traccia di Vascon. Chissà che fine ha fatto.

Addendum: i libri a puntate andrebbero letti in ordine, e io non l'ho fatto: sto finendo ora il primo capitolo della saga di Bellezza (Ricordo perfettamente. Memorie di un funzionario), e ne renderò presto conto.

19 aprile 2006

Un libro per caso: Golpitalia.

Ieri ero in anticipo e così ho fatto un giro al Mercatino dell'usato. Ci vado volentieri, in quel luogo: tra divani macchiati di vomito, camerette a ponte tappezzate di adesivi e servizi scompagnati, mi muovo allegro e a mio agio. Sono, tra l'altro, l'unico italiano. Va bene così.
Stavo scorrendo lo scaffale di fumetti e libri usati quando il mio sguardo si è soffermato su questo curioso titolo: Golpitalia. Per completezza:

Nino Vascon, Golpitalia, Rizzoli Editore, Milano, 1975.

Debbo fare una piccola premessa. Io sono quello delle teorie della cospirazione. Se visitate il mio cesso, invece di Topolino o Quattroruote come in tutti i cessi delle persone normali, potete trovarci la relazione Pellegrino sulla strategia della tensione e tutto lo scibile su Gladio, Rosa dei venti, golpi da operetta e non.

Potete capire che un titolo così non poteva passare inosservato. Dato il prezzo politico, 50 centesimi, l'ho comprato e subito iniziato a leggere. Dalla quarta di copertina capisco che si tratta di un romanzo umoristico che narra avvenimenti a cavallo tra i '60 e i '70. Il protagonista, Carmine Bellezza, è un funzionario dei servizi segreti in esilio che, dall'esilio a Parigi, decide di vuotare il sacco. Infine, sembra il secondo capitolo della saga del funzionario Bellezza (Nino Vascon, Ricordo perfettamente, Rizzoli, Milano, 1973).
Torniamo a Golpitalia.
Millenovecentosettantacinque. Questo Nino Vascon prende per il culo i fascisti e i golpisti nel '75, a sei anni da Piazza Fontana: tempi in cui pure i giornalisti e i giudici avevano paura di fiatare.
Lo stile è spassoso: già dalle prime pagine si ride amaro, tra pungenti allusioni a eminenze grigie, nostalgici del compiantissimo, armate Brancaleone allo sbaraglio, e avvenimenti poco cristallini (bellissima la frase con cui il funzionario si difende dalle accuse: "Io non ero a Roma la notte tra il 7 e l'8 dicembre 1970 e tantomeno nella palestra di lotta giapponese, poiché aborro lo sport").
Entusiasta di queste prime pagine, ho fatto qualche ricerca in rete. Zero o poco più. Con Google, laconici riferimenti all'Autore ma nessuna traccia del libro. Idem in Usenet, di solito ricca come il mare. Ho provato sul sito dell'editore, Rizzoli, ma Golpitalia non sembra esistere nei suoi archivi. In un attacco di megalomania, mi è anche venuto in mente di chiedere notizie direttamente all'editore, ma poi ho ricordato che l'editore è Ricucci, e che l'avevano appena sbattuto al gabbio. (Tranquilli, due giorni ed è fuori). Pertanto, una mia eventuale recensione di Golpitalia sarà una delle poche notizie su questo libro. Ed è un peccato, perché è un libro leggero che tratta di cose pesantissime e vere, ma ci scherza su con cinismo disincantato. Si preannuncia un'ottima lettura.