Visualizzazione post con etichetta Musica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Musica. Mostra tutti i post

10 settembre 2017

Justin Bieber - Love yourself: traccia di chitarra acustica.

Ritorno a scrivere su questo blog --  dopo una lunghissima e motivatissima pausa -- con una piccola registrazione. Si tratta della traccia di chitarra acustica di una hot pop di Justin Bieber.
Mi sono divertito a registrare su una traccia "Vocals only", con la voce isolata. Il brano, dal punto di vista strumentale, di per sé non ha difficoltà tecniche, anzi fa della semplicità minimalista il proprio punto di forza. Bisogna tuttavia stare attenti agli accenti.
Ci tenevo più che altro a sentire la resa della registrazione: infatti ho usato uno strumento recenentemente acquistato, una Taylor 512-CE equipaggiata con Heart Sound Perlucens.
La registrazione è stata effettuata usando la Zoom G3 con una patch ambient/modulation essenziale: pochissima compressione, equalizzazione di controllo delle medie e riverbero il più naturale possibile. Il tool è il fidato Audacity.

13 novembre 2016

Lilac Wine Live @ Circolo ARCI SUD Torino 11-11-2016 [video]

Venerdì sera con i Lilac Wine siamo stati ospiti del format Indiependence Day per dividere lo stage del circolo ARCI Sud di Torino con altri artisti (Bonetti, Pierangelo Iozzia e Il Complesso QRS, Near Ocean). Un grazie particolare a Marco Zuppa che ci ha invitati e ha lavorato come organizzatore e fonico, e a Gigi Bandini che ha presentato i gruppi.
Ecco il video della serata, in presa diretta, senza editing né titoli. Buona la prima, ed era questo lo spirito della bellissima serata.
PS. sì, dopo la prima strofa di Thinking out loud, causa percussione un po' pesante, la mia chitarra era bella scordata ;-)

10 novembre 2016

Lilac Wine live @ Indiependence Acoustic - 11-11-2016

Domani sera torniamo a suonare dal vivo con i Lilac Wine in apertura del festival Indiependence Acoustic presso il Circolo ARCI SUD in Via Principe Tommaso 18/bis a Torino.


La nostra pagina Facebook: https://www.facebook.com/LilacWineTrio con video, notizie e aggiornamenti.

Ecco come raggiungere il circolo Arci Sud:

25 ottobre 2016

Lilac Wine - Live @ Il salotto di Mao - Il video!

Come preannunciato nel precedente post, ecco il video del concerto del mio gruppo Lilac Wine in Piazza Vittorio a Torino.

24 ottobre 2016

Lilac Wine - Live @ Il salotto di Mao (Torino, 23 ottobre)

Ieri sera con i Lilac Wine abbiamo suonato ospiti de Il Salotto di Mao organizzato da CortoCorto presso il LAB. La location era fantastica, il meglio che si possa chiedere: all'aperto, sotto i portici di Piazza Vittorio nel pieno centro di Torino.

Abbiamo scelto cinque brani che spaziassero dal rock dei Foo Fighters al pop dei Kongs of leon al soul di Amy Winehouse, e cercato di metterci tutta l'energia per scaldare il pubblico: clienti del locale e persone di passaggio che si fermavano ad ascoltare.

Sono molto contento, non posso negarlo. A parte l'opportunità di suonare in un contesto di questo tipo e davanti ad un artista veterano come Mao, le cose sono andate bene, senza particolari intoppi; forse sono riuscito a rilassarmi più del solito e a concentrarmi sul sound e sul groove del gruppo più che sullo strumento. 
Abbiamo raccolto riscontri molto positivi, e questo non può che farmi felice perché è davvero il migliore riconoscimento dell'impegno che stiamo mettendo in questo progetto acustico.

Ho registrato un video in HD del nostro show. Appena possibile lo metterò in linea. Ecco qualche foto della serata.




Un ringraziamento particolare a Mao e Daniela Trebbi, anime di CortoCorto e allo staff del Lab.

29 settembre 2016

Amplificatore integrato Cambridge Audio A1.

Mentre il mio Luxman LV-11 è in assistenza per un nuovo intervento di disossidazione (sempre che non si sia rotto qualche componente), nella pausa estiva ho cercato di riaggiornarmi un po' sui trend del budget (o entry level) Hi-Fi.
Da tempo coltivavo il mito del NAD3020, integrato di scuola inglese che è diventato un riferimento nell'Hi-Fi low end. La sua fama ha fatto sì che, nonostante la vetustà, le sue quotazioni nell'usato siano ancora abbastanza alte.

Dopo qualche lettura (ormai ho una certa dimestichezza ad uscire illeso dalle feroci battaglie dei forum) mi sono orientato su un Cambridge Audio A1, semplice e pulito integrato di suola inglese che, soprattutto nella sua versione Special Edition, è riconosciuto sovente come l'unico erede del NAD3020.

Le ricerche su ebay sono state fruttuose e relativamente brevi. Ovviamente, trattandosi più di uno sfizio che di una necessità, ero alla ricerca di un'occasione a poco prezzo.
Ho trovato un esemplare in UK (la maggior parte sono in quel mercato) abbastanza ben messo di estetica, a parte qualche graffio; il venditore assicurava il corretto funzionamento. E' la versione 3, la più recente e valida, ma purtroppo non la Special Edition abbastanza difficile da trovare; peccato, perché ha componenti più pregiati, come il trasformatore toroidale.
Difetto noto e comunicato: la mancanza di uno dei connettori/terminali per un canale dei diffusori.
Considerando il prezzo mite, l'ho acquistato senza troppe remore.
Ecco come si presenta dopo l'unboxing.

Chassis e pannello frontale tutto sommato in ordine; tutti i potenziometri e pulsanti al loro posto. Bellissime le manopole ellittiche.



L'interno è pulito, ordinato ed essenziale. All'apertura ho notato due cose: un connettore scollegato dalla board, subito ricollegato,


Ed ecco il difetto. Manca un terminale per collegare uno dei cavi degli speaker.
La cosa stupefacente di Cambridge Audio è che ho aperto un ticket su un amplificatore fuori produzione da anni e comprato usato, ed ho ricevuto subito assistenza.



Come si vede dalla foto, i 4 connettori non sono componenti individuali avvitati ad un pannello ma un unico elemento in plastica a cui sono collegati i 4 terminali. Alla fine mi hanno consigliato di compare semplicemente un connettore da pannello femmina a vite.


Detto fatto. Con 80 cent ho risolto il problema.


Sto usando questo amplificatore integrato sia con le mitiche Grundig Mini Box che con le mie vecchie Acoustic Research Red-Box II appena riconate.

Il piccolo A1 mantiene tutte le promesse e soddisfa le aspettative create nelle letture su forum specializzati. Intanto perché funziona perfettamente, senza alcun rumore o fruscio da ossidazione. Ha un numero più che sufficiente di ingressi. Non ha l'uscita cuffie ma non ne sento la mancanza (mai usate in un amplificatore). L'unica mancanza che ho un po' sentito è una sola uscita speaker che costringe a uno switch fisico dei diffusori (se si hanno 2 coppie).
E' in grado di pilotare senza alcuna difficoltà entrambi i diffusori Grundig e AR (diversissimi tra di loro) e mostra più potenza effettiva dei 30 watt specificati. Ha un suono sempre dolcissimo, molto dettagliato e limpido; rispetto al mio Luxman, non eccelle nelle basse frequenze ma nella musicalità e nell'incredibile dettaglio della riproduzione di ogni genere, dal jazz al pop al rock, consentendo di apprezzare le sfumature di tutti gli strumenti e le caratteristiche delle voci. Ne sono contentissimo.

12 settembre 2016

Grundig Super HiFi Mini-Box 230.

Affascinato e stupito da oltre 15 anni da una coppia di diffusori Grundig Mini-Box 50, prodotti dell'età aurea di Grundig (1977-79), sono riuscito ad acquistarne una coppia su ebay ad un prezzo vantaggioso. Questi piccoli diffusori tedeschi negli ultimi anni sono stati oggetto di una riscoperta da parte degli audiofili alla ricerca di cose originali e di entry level Hi-Fi, tanto che sono nati forum e sezioni di forum dedicati, dove entusiasti ed esperti hanno scritto le lodi di questi piccoli componenti.

Nelle foto dell'inserzione (sotto) si capisce che lo stato generale è buono anche se: manca un logo frontale, sono state aggiunte staffe a viti, ed una coppia di cavi sono stati tagliati (la morsettiera è un banale mammuth da elettricisti).




Gli altoparlanti sono arrivati in pochi giorni, ben imballati. 


Il timore è che un paio di piccoli speaker vecchi di quasi 30 anni abbiano problemi e malfunzionamenti. Uno dei più comuni è la distruzione della schiuma di sospensione dei woofer o midrange.



Invece, una volta estratta la griglia frontale, si vede che i due altoparlanti sono ancora in ottimo stato. Come noto, la griglia è tenuta insieme al cabinet con uno spesso strato di colla che ha anche la funzione di eliminare le vibrazioni: nonostante l'età, la colla è ancora adesiva e morbida, e può essere utilizzata senza problemi per riposizionare la griglia.

Prove di ascolto.
Ho collegato gli altoparlanti a due amplificatori integrati:
- Un amplificatore digitale in classe T Lepai 2020A, una economica implementazione del Tripath 2020

- Un Cambridge Audio A1 (di cui scriverò).

Le sorgenti sono un lettore CD Yamaha Natural Sound degli anni 90 e un Apple iPod classic 5th generation (in genere cerco sempre file rippati a 320 da CD o FLAC).
Non scenderò in dettagli o infinite perifrasi (anche perché non ritengo di avere le competenze tecniche che molti millantano); posso dire che anche questi piccoli altoparlanti si sono dimostrati all'altezza delle mie aspettative maturate ascoltando, occasionalmente ma da anni, un modello simile e, soprattutto, delle opinioni generalmente entusiastiche che si leggono sui forum dedicate. Non griderò al miracolo, ma trovo comunque sorprendente e straordinaria la gamma dinamica, la presenza, la definizione e anche la ricchezza di bassi che i Mini-Box riescono ad esprimere.
Collegati al mio piccolo T-Amp danno risultati molto buoni ma con i limiti di un piccolo amplificatore che eroga 10 W per canale (non credete alle scritte!).
Ma insieme glorioso Cambridge Audio A1, grazie ai suoi generosi 25 W per canale), i minuscoli Mini-Box diventano superbi, con una presenza eccellente e bassi profondi che però non mettono mai in ombra la musicalità e soprattutto la definizione del suono. Dal pop di Ed Sheeran (quindi suoni moderni e arrangiamenti super curati) al Jazz di Chet Baker si gode ogni dettaglio e sfumatura.
Davvero un acquisto azzeccato e la prova che, con un po' di attenzione, l'Hi-Fi si può fare con poco.

24 agosto 2016

I Lilac Wine tornano dal vivo!


Sabato 10 settembre sera torneremo a suonare dal vivo con il nostro trio acustico a Borgaro torinese. Divideremo il palco con un paio di altri gruppi; al momento non ho altre informazioni. Ecco la mappa per raggiungere l'evento.


07 aprile 2016

Braindamage - The Downfall


I veterani della scena metal torinese (e italiana) Braindamage, attivi da quasi trent'anni, tornano a sette anni dal loro ultimo lavoro di studio con un nuovo album -- The Downfall --, da poco annunciato alla stampa e disponibile sul mercato dal 18 aprile prossimo. La bella notizia è che uscirà per My Kingdom Music, un'etichetta indipendente: evento raro in Italia che certifica la qualità di questo lavoro.
Sono tra i privilegiati che hanno potuto ascoltare in anteprima The Downfall, e voglio spendere due parole senza la pretesa di scrivere una recensione da fanzine.
The Downfall è un concept album -- basato su un libro di racconti scritti dal bassista, cantante e leader storico Andrea Signorelli (un lavoro inedito, presumo: non ho trovato tracce in rete) -- complesso ed articolato, evidente frutto di un lungo lavoro di composizione, arrangiamenti, ricerca dei suoni; ma non per questo è un album ostico, faticoso: tutt'altro; mi sono accorto di ascoltarlo con rapita sorpresa, con quell'attenzione concentrata che -- quindicenne -- dedicavo al vinile o al CD appena acquistato con qualche rinuncia e, per questo, ogni nota, ogni battuta, ogni riff aveva un valore. (Un rito, questo, che, nella straripante, bulimica sovrabbondanza di contenuti e canali di oggi, ammetto di non essere quasi più in grado di perpetrare, e me ne dispiaccio; ma torniamo al disco).
Il metal dei Braindamage è puro, violento, energico, esplosivo, senza compromessi (tanto da essere spesso associato al sound di mostri sacri come i Voivod): three, four, accordature drop down, riff veloci, distorsioni enormi e doppia cassa, tanta. Le influenze spaziano dal thrash della Bay Area all'industrial metal al più moderno sludge. Un metal aggressivo ma al contempo colto, con cambi tonali e di tempo che non ti aspetti, e testi complessi, profondi. La qualità esecutiva è più che alta, è quasi sorprendente, e fa di The Downfall un album estremamente curato e professionale. Ha la complessità degli arrangiamenti dei Baroness, la potenza ritmica e il timbro vocale degli Slayer dell'età aurea, le chitarre dei Pantera e dei Converge messe assieme, ma con suoni migliori e, se possibile, ancora più pesanti.
Ascoltate insieme a me i due passaggi di doppia cassa nella seconda metà di "She can Smell the Fear of a surrendering Race" e nell'intro di "Subhuman's Town Merciless Obliteration"; concentratevi sul suono pesante e grave delle chitarre nei riff lenti; sentite nota per nota il giro di basso di "The shadow I cast is yours, not mine". Ascolto metal da oltre venticinque anni e, avete la mia parola, in The Downfall c'è tutto quello (e molto di più) che un appassionato di musica heavy desidera, si aspetta e vuole ascoltare: potenza, tecnica, energia. Un album da avere, da ascoltare a volume alto; da ascoltare, e speriamo presto, sotto lo stage.


Brain Damage - The Downfall
My Kingdom Music, 2016

Tracklist

1. Substituting Forgiveness With Mass Destruction
2. God Granted Your Prayers Through Nuclear Warheads
3. She Can Smell The Blood Of A Surrendering Race
4. I Owe You A Billion Years Of Terror
5. Subhuman's Towns Merciless Obliteration
6. Queen Acadienne's Floating Mirrors And Tarots
7. Last Of The Kings, First Of The Slaves
8. The Shadow That I Cast Is Yours, Not Mine
9. You Nailed My Soul I Burned Your Flesh
10. The Downfall Is Here To Stay, I Shall Fight Until The End

Il CD è disponibile in preorder presso My Kingdom Music a soli 10€*. 

Membri:
  • Gigi Giugno: Chitarre; 
  • Andrea Signorelli: Basso, voce; 
  • Alex Mischinger: Chitarre; 
  • Batteria played by Cosimo De Nola

* Comprarlo non è solo un piacere ma è un dovere morale per lenire le ferite inflitte alla musica da Gigi d'Alessio.

31 marzo 2016

Lilac Wine - The Acoustic Trio

E' con grande emozione e piacere che scrivo sul mio blog una bella notizia del nostro gruppo acustico. I No Hidden Fees, dopo un periodo (diciamo) di pausa, si sono profondamente rinnovati  nei contenuti, nella formazione, nel sound e anche nel nome che diventa Lilac Wine (un doveroso omaggio al cantautore Jeff Buckley che ha reso famosa questa canzone, ora parte del nostro repertorio).
Ecco il nuovo logo della band:


E abbiamo già la prima data: domenica 3 aprile saremo al Duke of Wellington di Torino con il nostro setup acustico.


Per ora non abbiamo ancora creato un sito ma gestiremo i contenuti e gli eventi attraverso la nostra nuova Pagina Facebook

Lilac Wine - The Acoustic Trio sono:
  • Virginia Piumatti voce
  • Giuseppe Piersantelli chitarra acustica
  • Ilario Gregori basso acustico

25 gennaio 2016

MEGADETH – Dystopia


Il 2015 si era chiuso con due grandi album: Purple dei Baroness e Repentless degli Slayer; e mentre questi album uscivano, crescevano l'attesa per il quindicesimo lavoro in studio dei Megadeth: Dystopia, uscito 4 giorni fa (per la Universal) dopo mesi di annunci e teaser sui social media e sui magazine di settore. Quindi appena ho potuto l'ho acquistato in versione CDRip su Amazon, l'ho trasferito nel mio fedele iPod del 2006, ho collegato le mie auricolari AKG e ho premuto Play.
Mi è piaciuto al primo ascolto: un album potente, ben strutturato, quasi rabbioso, finalmente convincente dopo alcune uscite non esattamente memorabili (United abominations, Super collider).
I brani sono la quintessenza del thrash metal, con riff veloci, una sezione ritmica impeccabile (affidata al veterano Ellefson e a Chris Adler) e la chitarra solista di Kiko Loureiro che farà sciogliere le riserve anche ai fan più scettici (quelli che magari ancora dicono: "quando c'era Friedman...").
La title track è eccellente, con un crescendo nella parte finale che, per potenza e tiro, ci riporta alle origini del thrash metal della Bay Area. L'intro di chitarra classica di Conquer or die crea una tensione elevata; ma poi si torna con il gain a 11 e velocità supersoniche, perché questo è thrash metal, bellezza; e se al calcio preferisci la carezza, lascia perdere i Megadeth.
Tutto il CD è curato nei minimi dettagli, dalle esecuzioni ineccepibili e precisissime, al missaggio e alle scelte di registrazione (ad esempio l'elevato livello delle parti vocali), ai suoni, sicuramente molto moderni.
Una nota a parte la meritano le parti vocali, non esattamente un punto di forza di Mustaine negli ultimi anni (soprattutto nelle sue perfomance dal vivo), e per due motivi: in primo luogo, il rosso vocalist sembra aver ritrovato l'intonazione e l'estensione vocale che sembravano ormai perdute; in secondo luogo, per chiarezza dei testi; Mustaine ha sempre avuto un'ottima dizione ma in Dystopia supera se stesso come se fosse preoccupato di far comprendere immediatamente le parole e i messaggi affidati alle canzoni.
Nonostante i recenti e frequenti cambi di line up, che non poco hanno influito sul sound del gruppo, con Dystopia i Megadeth sembrano aver ritrovato la carica, la rabbia e la creatività di Youthanasia se non, addirittura, di Killing is my business.


18 novembre 2015

BARONESS – Shock Me [OFFICIAL]

Il 18 dicembre - data di uscita di Purple - si avvicina e i Baroness, dopo Chlorine & Wine, hanno lanciato un nuovo singolo su YouTube.

29 settembre 2015

I Baroness e gli omaggi a Gilmour.

Basta ascoltare le prime emozionanti note del nuovo singolo Chlorine and Wine dei Baroness (l'album Purple uscirà il prossimo 18 dicembre) per cogliere alcuni omaggi e citazioni, dapprima sommessi poi più intensi, a David Gilmour.
L'intro di pianoforte richiama atmosfere dei Pink Floyd.
L'arpeggio di chitarra ha un suono di impronta fortemente gilmouriana. Il primo solo, peraltro suonato su una Stratocaster nera con un bellissimo clean, richiama Comfortably numb.
Ma è nel testo che gli omaggi si fanno più evidenti, dalla storia stessa narrata dalla canzone (ricoveri, letti di ospedale) fino alla seconda strofa in cui Baizley canta:

The day I stopped swimming 
And came out of the tide 
I’d never felt so 
uncomfortably dumb

Le atmosfere sono più cupe di quelle dei Floyd, e il primo riff distorto ci ricorda che, dopo tutto, i Baroness sono una delle band più heavy in circolazione. Ma, con questa canzone, confermano ancora una volta di essere il lato colto, complesso, intellettuale e melodico dello sludge metal.

Senza dubbio, Purple sarà IL disco del 2015.

05 settembre 2015

The Zutons - Valerie - Guitar Cover

Oggi mi sono cimentato a registrare una traccia di chitarra (un accompagnamento fingerstyle) per questa canzone dei The Zutons rifatta anche da Amy Winehouse.

The Zutons - Valerie - Cover from giuseppe piersantelli on Vimeo.

28 agosto 2015

[Baroness]. Musica. Ecco, qui c'è tutto.

Sono un grande fan dei Baroness. Della prima ora. Oggi hanno annunciato che il prossimo dicembre uscirà il loro nuovo album intitolato Purple. E' già possibile ascoltare il brano Chlorine & Wine.
Io l'ho ascoltata e, come da titolo, posso dire che qui, musicalmente, c'è tutto. Tutto quello che mi piace, che vorrei ascoltare e ascolterei per ore, che rende un brano grande e completo. L'arrangiamento è superbo, le chitarre sono tante (clean, distorte, acustiche) e tutte perfette, come la struttura ritmica e le voci. Un brano pieno, quasi traboccante, ma così forte da rimanere sempre sul punto di esplodere, senza farlo.

27 gennaio 2015

Martin FX Silk and Phosphor: Recensione corde per chitarra acustica.

Negli scorsi mesi ho acquistato on line molti set di corde per chitarra acustica, quasi tutti phosphor bronze, ma di marche, scalature e tensioni diverse, sia per provare diverse sonorità che per testarne la durata e la brillantezza.
Tra queste ho comprato diverse mute di Martin FX, sigla che significa Flexible Core, caratterizzate da un'anima molto flessibile.
In questo video, un product manager Martin descrive la gamma FX.

In particolare ultimamente ho provato le FX Silk and Phopsphor, disponibili in una sola scalatura custom molto leggera: .011 - .047. Dal sito Martin:
Martin FX Silk & Phosphor acoustic guitar strings are made with tin-plated steel core wire and phosphor bronze compound wrap wire.


Si tratta di corde molto particolari: grazie al mix tra scalatura leggera, anima sottile e materiali flessibili, queste corde hanno una tensione tra le più leggere di quelle che abbia provato, con un feeling molto interessante.

Suono unplugged. Per certi versi ricordano corde da elettrica: ad esempio la facilità del bending, la ridotta pressione richiesta per formare le note. Per altri aspetti hanno non poche similitudini con le corde per chitarra classica. Installate su una chitarra acustica, il tono è sì brillante e metallico come nelle folk, ma più morbido, soft, meno definito ed ovattato.

Suono amplificato. C'è da dire che le corde sono montate su una acustica equipaggiata con un piezo , per cui il suono è molto influenzato dal tipo di trasduttore. Il volume è più contenuto rispetto a corde con scalatura 0.11-0.52 e di tipo phosphor bronze, per cui occorre regolare con attenzione il volume del setup, ma soprattutto le differenze si sentono nell'attacco che in queste Martin è più morbido, meno incisivo. Il suono in generale è più delicato e sufficientemente equilibrato, con una leggera prevalenza di bassi rispetto ai canti (di nuovo, questo dipende da molti fattori dello strumento).

In sintesi: corde ottime per studiare, da tenere su una seconda chitarra e per eseguire brani "fisicamente" impegnativi; bene per il flatpciking, richiedono di modificare la dinamica nel fingerstyle.

09 dicembre 2014

Elixir HD Light .013-.053 Acoustic Guitar strings review.


As mentioned in one of my previous posts, I was greatly encouraged by Taylor's guys to restring my Taylor 312CE (which originally comes with those strings)with a set of Elixir HD .013-.053. So yesterday, during the weekly rehearsal with my acoustic band, I tried a set of Elixir HD, and this is my review.

The first thing that I noticed is that they are super heavy. I regularly use Martin .011-.052 or Ernie Ball .12-.54 gauge strings, so I'm pretty accustomed to that kind of tension, but man, Elixir HD are like telegraph poles under my fingers! These strings require unusual strenght and effort to properly form and play bar chords (Bb, first fret is a nightmare), so at the end of the rehearsal, my left hand's fingers were very tired. I was in totally discomfort while playing songs like Amy Winehouse's Rehab and Alan Parsons Project's Eye in the sky.

The second consideration is about my guitar's set up. My luthier has recently set up my Taylor while I was using .11-.52 strings. After installing the Elixir HD strings, I suspect that my neck needs attention again: the relief seems to be changed.

Unplugged sound. Theoretically, hevier gauge = louder volume. Theory, and not always true. When strumming an open chords progeression in a typical pop rock tune, Elixir HD strings perform a good volume and a brilliant tone. But when it comes to softer tones, for instance during an easy fingerstyle part, well, my feeling is a bit different: the heavier gauge means also a stronger tension between the tuners and the saddle; the increased traction contributes to decrease the soundboard's ability to vibrate when the strings are plucked. As a consequence, the soundboard's ability to resonate is somehow affected and the output volume of the single strings is not as loud as expected .

Plugged in sound. As some guys  wrote some weeks ago on Unofficial Taylor Forum, these strings feature a lot of treble tones, which is not a bad thing, but you have to modify your equalization and tone to re create the balanced tone you were used to. After some attempts I managed to set my guitar's and amp's knobs and get a good, balanced, rich sound. Again, I had to re-calibrate my right hand's dynamic / strenght to emphasize or soften certain nots and chords, but the sound is satisfactory.

Duration. Too early to say something. I decided to clean the strings every 2-3 songs and at the end of the session. I will post you with updates. I hope that these strings last more than their competitors. 

Price. A complete nonsense, specially in Italy. Prices are forbidden here but, you know, some parts of my rigs are cheaper than a set of Elixir.

Final considerations. 
  • Pros: brilliant, rich sound, also after 2 hours playing with my infamous reverse Mida touch. 
  • Cons: too heavy for my playing style and (IMHO) for a guitar soundboard/top. Too much treble tone. Expensive and hard to find. Cheap packaging (D'Addario and Ernie Ball strings come in plastic envelopes which preserve metal from oxydation). 
Will buy them again? Probably not, but Taylor says: "use them", so I did.

Hope you find this review useful.

02 novembre 2014

Installazione di pickup Fishman Sonitone su chitarra acustica.

In queste righe vediamo insieme come installare facilmente un pickup piezoelettrico in una chitarra acustica. Lo strumento che amplifichero e' la mia Ibanez PF10NT, uno strumento di una ventina d'anni particolarmente risonante e piacevole da suonare, ma il discorso vale per tutte le chitarre.

Mini premessa tecnica. Come noto, i pickup piezoelettrici UST (under saddle transducer) si dividono in due grandi famiglie: passivi, ovvero costituiti dal solo trasduttore e dal connettore di uscita del segnale, e attivi, dotati anche di un sistema di preamplificazione del segnale, piu' o meno sofisticato. Il segnale raccolto da un pickup piezo, sia esso di tipo flessibile che rigido, e' generalmente debole e deve essere preamplificato prima di essere inviato in un sistema di amplificazione o ad un ingresso di un mixer/PA. I sistemi attivi , a loro volta, sono componenti piu' o meno grandi e ingombranti , a seconda dei modelli, in quanto devono ospitare il circuito di amplificazione, i controlli (tono, volume), una sorgente di alimentazione (batteria) e una o piu' uscite (sbilanciata e bilanciata), come questo.


A mio modo di vedere, il montaggio aftermarket di questi sistemi su una chitarra acustica hanno un inconveniente non da poco: richiedono la realizzazione di uno o piu' alloggiamenti (e quindi scassi) nelle fasce. In primo luogo non e' un'operazione semplice se siete hobbisti come me; in secondo luogo, inserire oggetti voluminosi all'interno della cassa potrebbe avere una ricaduta sulle frequenze dello strumento.

Per questi motivi ho optato per la soluzione meno invasiva di amplificazione di uno strumento acustico: il sistema Sonitone di Fishman. Adottato come OEM da molti costruttori (Martin, per citarne uno), consiste in un trasduttore piezo e in un preamplificatore miniaturizzato che puo' essere montato sotto la tavola armonica, con i controlli di tono e volume a filo con la buca.



La board del preampli e' molto furba in quanto e' dotata di un biadesivo 3M di qualita' per montarlo facilmente sotto il top della chitarra, senza bisogno di usare colle o viti.


E' un sistema sicuramente piu' economico e meno versatile di molti altri in commercio ma consente di amplificare , con una buona qualita' generale, uno strumento acustico in pochi minuti.

Per prima cosa occorre praticare un foro da 2.5mm in una delle due estremita' dello scasso del ponticello: il pickup flessibile passera' da qui. L'operazione e' semplice ed e' spiegata in molti tutorial su YouTube. Basta avere l'accortezza di forare lentamente, schermando il ponte con un po' di nastro da carrozziere. Una volta praticato il foro, e' sufficiente far passare dall'interno verso l'esterno il piezo. Dal momento che il trasduttore e' sostanzialmente un cavo dello spessore di 2 mm circa, occorre ora ridurre l'altezza del ponticello perche' l'altezza complessiva, e quindi l'action, sia la medesima del precedente ponticello. Qui la tecnica , che richiede pazienza, un buon calibro corsoio e molta precisione, consiste nel carteggiare il nuovo ponticello per eliminare il materiale eccedente la sagoma. Le due immagini prese dal web (le mie erano troppo scure) mostrano come fare.

Prima si prende la misura della parte eccedente


e quindi la si carteggia, lentamente, misurando di volta in volta aiutandosi se possibile con una guida perche' l'angolo sia perfettamente ortogonale e la superficie dell'osso complanare a quella del ponte.




Ora si puo' inserire il ponticello nello slot del ponte ed eventualmente fermarlo tempoeraneamente per non farlo ricadere nella cassa.




Il secondo foro e' meno facile e presenta qualche rischio in piu', ma nulla di infattibile.
Con un alesatore conico a mano da 12 mm oppure con un trapano e una punta da legno da 12 mm , si deve allargare il foro dove e' avvitato l'attacco per la tracolla. L'uso dell'alesatore conico a mano e' preferibile in quanto consente di contollare con lentezza e precisione la fase di allargamento del foro, ma non e' facile trovare questo strumento da liuteria e, quando lo si trova, il prezzo puo' essere di diverse decine di euro. Una buona punta da legno da 12 mm e' una soluzione non ottimale ma efficace. Per evitare guai e' sempre meglio mascherare la superificie intorno al foro con nastro adesivo da carrozziere.




Una volta che il foro e' praticato, si deve far uscire il connettore endpin jack verso l'esterno. Il trucchetto e' di usare un cavo jack per tirarlo fuori. Si inserisce la punta del jack nel connettore e lo si usa per tirare e guidare il connettore endpinjack fuori dal foro nella cassa.



Quindi e' sufficiente avvitare dado, controdado e supporto tracolla a vite. Per gli endpin Fishman si usa una chiave a bussola da 13.



L'altra parte, facile, consiste nell'installazione del vano batteria e della board preamplificatore. Il Fishman Sonitone, che e' un sistema minimalista, e' fornito di un portabatteria costituito da una tasca in nylon dotata di velcro . Una parte di velcro adesivo si incolla all'interno della cassa. Lo svantaggio e' che il cambio batteria si puo' effettuare solo quando si cambiano le corde perche' e' necessario inserire la mano nella cassa passando dalla buca. Il vantaggio e' che nuovamente una soluzione non invasiva e di facile montaggio: essendo il porta batterie cosi' piccolo e privo di forme spigolose, non dovrebbe interferire con l'acustica dello strumento. La batteria da 9V si collega con un cablaggio all'unita' pre.




Ecco nel dettaglio il velcro adesivo incollato saldamente al neck joint all'interno della cassa. Se potete aiutatevi con uno specchietto per incollare il velcro dritto e in posizione centrata.


Una volta che l'adesivo ha fatto presa sul legno e' possibile attaccare il portabatteria in nylon con il velcro. Una pila 9V pesa poco, quindi non mi aspetto che eserciti troppo carico sul velcro.

Siamo all'ultima parte. Il fissaggio del preamplificatore. Ora, se il bracing del top lo consente, bisognerebbe montare il pre nella parte superiore della buca, perfettamente al centro, in modo da raggiungere comodamente i due controlli on board: tono e volume.

Purtroppo il bracing della mia Ibanez interferisce con la sagoma del pre, che deve essere montato in posizione leggermente decentratrata. Fortunatamente i controlli si raggiungono senza fatica. Una volta che il biadesivo e' posizionato, va premuto per un po' contro il legno per assicurarsi che aderisca fortemente. La board e' leggera e non e' soggetta a carichi o spinte, quindi non dovrebbe scollarsi. Se accadesse, sia 3M che Tesa vendono biadesivi piu' spessi e forti.



Nella confezione Fishman e' compresa anche una clip in plastica con biadesivo. La si puo' incollare all'interno della fascia superiore per fare da fermacavi: in pratica servira' per tenere ordinati sia il cavo del piezo che quello di uscita collegato al connettore jack femmina, seguendo questo schema.



Il lavoro e' terminato. A questo punto e' sufficiente montare un set di corde nuove, accordare la chitarra e collegarla all'amplificatore.
Purtroppo non ho avuto tempo di registrare brani , ma posso dire che questo economico sistema Fishman offre, nell'ambito del piezoelettrico, una buona qualita' di amplificazione e riproduzione del suono e un volume molto generoso. Tuttavia, se si vuole conferire un po' di calore al suono, e' possibile usare un ulteriore preamplificatore a valvole tra chitarra e amplificatore.