18 maggio 2007

Il raduno dei primi 100.

A 6 anni dall'inserimento nel gruppo Telecom Italia, questo weekend i superstiti dei primi 100 assunti con il progetto Internet si incontrano a Roma per festeggiare e confrontarsi.
Su YouTube ci sono gli spot della campagnia pubblicitaria di quel periodo e qui l'annuncio di lavoro. Purtroppo non trovo non trovo i cartelloni con le faccine.



17 maggio 2007

Più selvaggio di così.

Sì, sì, certo. Più forte dentro, più cattivo fuori. Più diretto verso il bersaglio. Magari senza prendere la mira, magari senza fare centro: l'importante è arrivare con il colpo in canna e sparare.
La mia vita, di alterne fortune, è fatta di continue, faticose, solitarie e delicate costruzioni e di continue richieste di distruzione.
Più forte dentro, più cattivo fuori.
È un mondo libero, o quasi.

16 maggio 2007

Megadeth - United Abominations [2007].

Ieri è uscito Under Abominations, l'undicesimo album in studio dei Megadeth. Ancora non ce l'ho. Malissimo, sto perdendo la fede. Devo rimediare al più presto.
A quanto leggo, sono 12 tracce, c'è una cover dei Led Zeppelin e Cristina Scabbia dei Lacuna Coil è la background vocalist di A tout le monde - Set me free.

15 maggio 2007

Farsi la macchina (con carta, forbici e colla).

Trovato per caso, questo sito scritto in una lingua a me ignota raccoglie una serie di modellini di auto che possono essere stampati, ritagliati e assemblati. Questa è una Porsche 911, ma ci sono anche la Delorean Type 1, le Fiat 500 e Uno, il furgone Citroën H della polizia.
Ecco l'elenco completo. Se riuscite a trovarne altre, mettete nei commenti, please.

Via semacode.

Dalle 10 a mezzanotte.

Verso l'una del mattino mi guardo allo specchio mentre mi lavo i denti. La tracolla mia ha lasciato un segno rosso sulla spalla sinistra.
Sono due ore soltanto, mica tutta una vita. Ma è una di quelle cose che fanno bene dentro.
Non c'è bisogno di spiegarlo.

12 maggio 2007

.it's saturaday.è sabato.

Sto stirando le mie camicie e ogni tanto butto un occhio su Journey to the center of Rock trasmesso da Joost. Da fuori entrano l'estate e i rumori del piccolo luna park allestito in piazza.
Non per vantarmi, ma stiro meglio di molte donne.
Fra poco verranno a trovarmi una coppia di amici con il loro neonato.
Ogni tanto penso che anch'io, arrivato ai 32 anni, dovrei appendere in ufficio i disegni dei miei bambini o le loro foto al mare invece del ritratto di Zakk Wylde.
Ma sto sempre collegato a iamsc, si parla di effetti, di chitarre e dei Dream Theater.
E' sabato anche qui, nella periferia della periferia di Torino, lontano da tutti, fondamentalmente solo. C'è uno video degli SmackGod o GodSmack, chiunque essi siano: riffoni in drop D, tracolle bassissime, molto cross over.
E' sabato anche qui.

09 maggio 2007

Malta, la discarica del Mediterraneo.

Sono stato 4 giorni a Malta per lavoro, trattato con tutti i riguardi. Nel tempo libero ho girato in lungo e in largo l'isola (anzi, le isole: Malta e Comino) facendomi un'idea generale del luogo.

Mi sono sempre chiesto perché Malta non fosse rinomata come località turisitica - nonostante il mare, la posizione, la storia ecc. - e visitandola ho avuto la risposta: purtroppo Malta è la quintessenza della sporcizia, dell'abusivismo, dell'inquinamento e del pressapochismo. Ed è un vero peccato perché - con un po' di fatica - si riesce ad immaginare ancora l'isola priva di condomini giganteschi costruiti (ma più spesso lasciati a metà) direttamente sul mare e con un po' meno delle 280.000 automobili (2 veicoli ogni 3 abitanti) che formano ingorghi degni di Los Angeles. Peggiorano la situazione la guida a sinistra (ma gli abitanti sanno guidare a sinistra?), le strade strettissime, un parco auto vecchio come il cucco, uno stile di guida più arabo che inglese. Insomma, ogni due per tre c'è un incidente.



La struttura urbanistica dell'isola è militare: fortezze, mura, fortificazioni. Questo non contribuisce certo ad aggraziare la città. Tuttavia, specie tra i vicoli di Mdina, sembra di tornare indietro nel tempo, ai tempi delle crociate. E Mdina, ripulita e ristrutturata, è l'unica parte abitata acconcia dell'isola.
La Valletta, progettata in soli tre giorni, è il trionfo dell'immondizia e ai primi tepori il puzzo di latrina si sente un po' ovunque.

Sul litorale di St. Julian si osserva una regolare alternanza tra edifici abitati e edifici abbandonati a metà costruzione, cosicché dal mare si scorge una serie di scheletri vuoti che si affacciano su uno specchio d'acqua invaso da rifiuti, barche colorate e bottiglie di plastica.

Comino, invece, è un grosso scoglio a poche miglia di navigazione da Malta: le uniche presenze umane sono una stazione di polizia, un villaggio, i turisti scaricati dai traghetti ogni mezz'ora e i venditori ambulanti che vendono panini e bibite dai loro furgoni. Comino è quasi pulita (ad eccezione di qualche cartaccia) e si affaccia su uno scorcio reso famoso dal film Laguna Blu.

Il bilancio della visita non quindi è esattamente positivo anche se certi aspetti e certi luoghi dell'isola (dai grossi e vecchi autobus colorati alla baia di Comino a certi scorci di Mdina) sono abbastanza affascinanti.

Vai al fotoalbum.

07 maggio 2007

Parlando di convergenza...

Il prossimo 24 maggio parlerò ad Amsterdam in tema di convergenza fisso mobile). E questa mattina nella posta ho trovato un'email di Informa che si fa pubblicità con una mia intervista rilasciata forse a Barcellona o forse a New York. Fatevi due risate.


Giuseppe Piersantelli
Technical Specialist, Broadcast Solutions Innovation, Telecom Italia, Italy

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30 aprile 2007

Genova. Perché?

Il viaggio. Li conosco anche troppo bene, i miei venerdì, fermo immobile imbottigliato sull'autostrada dopo 100 km a rotta di collo di sorpassi tra autocarri, cantieri aperti e rottami di automobili, e le mani che sudano per la tensione. Spesso, quasi sempre, l'ambulanza porta via qualcuno a pochi metri dalla mia auto. Qualche volta non deve nemmeno accendere la sirena. Quando mi ricordo, mi faccio il segno della croce. C'è sempre qualcuno che sta peggio, eh?
Dopo una settimana che finisce sempre con qualche intoppo, arrivo a Genova tardi, troppo stanco per qualcosa di meglio che una cena veloce e una doccia.

La città.
Eccoci, e tutti dicono che è meravigliosa. Grazie, lo so, ci sono nato e cresciuto. Lo volete insegnare a me, che sono stato una delle sue voci più forti? No, se mai ve lo posso insegnare io. Eppure, se mi chiedete se ne sono convinto, vacillo. E' pur sempre una città nelle mani delle solite dieci (dico per dire: saranno venti) famiglie che contano, che sistemano i figli e i nipoti, che decidono i matrimoni e i titoli del giornale. I marciapiedi fanno schifo, i punkabbestia si bucano nei vicoli, gli sbirri parlano alla radio, le signore parcheggiano SUV in doppia fila. Non cambia nulla, mai. Genova meravigliosa? Ma per carità. E' il solito vecchio troiaio puzzolente dove affondano le solite mani sporche, e sarà così anche domani. Ma per me essere genovese è come essere il padrone di un vecchio randagio pulcioso: c'è ben poco da esserne fieri, tutt'al più, affezionati. Anzi: abituati.

La mia famiglia.
Me ne sono andato di casa quando avevo venticinque anni. Prima di allora ho vissuto ogni giorno a contatto con i miei genitori, crescendo con loro e grazie a loro. Adesso li vedo ad intermittenza, ad intervalli di due-tre settimane, a volte più di un mese. Mi devo rassegnare di fronte all'ineluttabilità del tempo che trascorre sempre più in fretta. Vado a Genova per stare con i miei genitori, ma il tempo è dolore: il tempo su di loro, sempre troppo; il tempo di cui posso disporre, sempre troppo poco. Vorrei più tempo, più luce, la possibilità di fermare la corsa, di avere meno affanno. Niente. Le cose stanno così. Ho fatto la mia scelta, e devo trovare la forza necessaria per portarle avanti.

Gli amici.
Me ne sono andato da Genova troppo tardi per rifarmi degli amici a Torino: voglio dire, quelli con cui ti passi i compiti a scuola o giochi a torello ai giardini quando hai sette anni, un pallone Tango e la tuta comprata al mercato di Piazza Palermo. Sono io quello che se n'è andato, naufrago volontario o esule, fate un po' voi. Ma mi devo rassegnare: la mia casa è ormai altrove e se voglio contare su qualcuno, quel qualcuno devo essere io. Aggiungo: non sono in buone mani. Ma non ho grandi alternative, perché ognuno ha la propria vita e non si può più tornare indietro di vent'anni per trovarsi ancora su un muretto a sparare stucco con una cerbottana di alluminio.

Conclusione. C'è poco da concludere. Dovrei essere così bravo da tagliare questa corda marcia d'acqua che mi tiene ancorato a Genova, e salvare dentro di me i bei ricordi e l'infanzia felice che ho avuto, senza aspettarmi niente da nessuno. Da troppi anni me ne sto con il coltello tra i denti, appostato nel buio della mia vita, senza saper compiere questo gesto. Così, niente conclusione. Prima o dopo, ci sarà un'altra discesa a rotta di collo, nuove aspettative deluse, ancora fatica su fatica. E mai una risposta a questo dannato Perché?

immagine © 2005 Jonathan Day-Reiner / groundglass.ca

26 aprile 2007

E una fettina di culo, vicino all'osso.

Per la serie, truffe e dintorni, con un inglese più che maccheronico, una tal Serah (ma l'email - fasla - dice John) mi avverte che se gli-le dò il mio indirizzo mi fa avere un monte di quattrini. Così, per la mia bella faccia.

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3.YOUR CURRENT HOME TELEPHONE
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Si sono pure dimenticati il punto 4.
Vabbe', il sugerimento è sottinteso: non rispondere a queste mail (se non per mandarli a quel paese, ma da un account secondario, eh?)