12 dicembre 2006

Tangerine: playlist emozionali.

Se avete un Mac e un po' di MP3, potete provare Tangerine, un plugin per iTunes che permette di creare playlist non sulla base del genere o dell'autore bensì sui BPM (beats per minute) e sull'intensità della musica.
Nel creare una nuova playlist, si imposta il range (minimo massimo) di BPM; Tangerine analizza la lista di file e li ordina in base alle preferenze impostate.

Tangerine consente quindi di creare playlist emozionali oppure funzionali al tipo di ambiente e attività: per questo può essere un'applicazione utile a chi già utilizza le Nike collegate all'iPod per fare jogging.
Unica pecca: al momento è disponibile solo per MacOS.

Shooting Corso Vercelli.

Ecco, dopo un po' di latitanza, qualche scorcio della periferia nord di Torino.

Purtroppo qualche riflesso ha invaso la prima foto.





11 dicembre 2006

Il futuro della musica live e on demand.

Ti hanno detto che i CD sono morti e che i DVD non stanno bene.
Ti hanno detto che il futuro della musica è iTunes, l'on demand e lo streaming.
Ti hanno detto che Windows Media Audio è più efficiente degli MP3 ma che l'AAC batte tutti, ma proprio tutti.
Te ne hanno dette tante.
E sono tutte sbagliate.
Se vuoi fare esperienza (oggi si dice così, ma lo diceva già Hendrix negli anni 60) della vera musica del futuro, fai un salto nel cortile di casa mia, il sabato pomeriggio.
Perché ogni sabato, verso le 14, c'è questo signore un po' male in arnese ma tutto sommato innocuo che viene con la sua fisarmonica e un ragazzino di pochi anni. Il signore suona qualche pezzo - motivi per lo meno mediterranei, tevojobeneaasaje e funicolìfunicolà, ma siamo a Settimo, perbacco - camminando dull'erba del cortile, poi si interrompe, e manda il ragazzino sotto i balconi a raccogliere le offerte.
Qualche monetina quando va bene, un secchio di piscio quando va male, ma in genere raccoglie successo di critica e pubblico.
Dopo una quarantina di minuti - perché lui sa che questa è la durata di una playlist - sale sulla sua Ritmo e si dirige verso un altro cortile - perché lui sa che il vero on demand raggiunge l'utente finale - dove spesso ripropone - secondo un complesso sistema di reccomendations e meta tags - i successi del cortile precedente.
E' molto, molto avanti.

Pino(n)chet (più).

A qualcuno dispiace se non mi dispiace?

(nel '73 non ero ancora nato, ma negli anni 80 avevo già abbastanza sale in zucca da rimanere colpito dai servizi sul Cile pubblicati dall'Europeo).

07 dicembre 2006

L'economia del baratto.

Il vantaggio di un sistema di fiducia condivisa è l'applicabilità del baratto su oggetti di valore contenuto. Il baratto, by definition, porta a una condizione di soddisfazione per entrambe le parti.
Ad esempio.
Gli stomp box sono tra i gadget più diffusi tra i chitarristi. Si comprano, si provano, si vendono quando non piacciono o non servono. Però venderli singolarmente conviene poco (a parte modelli rari) perché con il ricavato si comprano due mute di corde. E allora meglio fare uno scambio.
Dieci anni fa ho comprato, usato, un distorsore Boss DS-1. Dopo dieci anni di servizio mi aveva anche un po' rotto le palle. Il valore che gli attribuivo era quindi scarso.
Dall'altra parte del Paese, un altro utente di iamsc aveva un Pro Co Turbo Ratt, di cui si era un po' stufato; per cambiare voleva provare un DS-1.

Il resto è facile da immaginarsi. Ci si mette d'accordo, ci si scambia gli indirizzi di casa per email, si fa un piccolissimo atto di fede (prima di tutto nei confronti delle Poste), e si procede al baratto: il mio DS-1 contro il tuo Rat.
Fede ben riposta. Il mio DS-1 è arrivato a destinazione, e io ho ricevuto il Rat.

Riflessione necessaria. A quali altri beni può essere applicato il baratto a distanza? Fino a quale valore si può affrontare il rischio che l'altra parte si sottragga dolosamente allo scambio?

01 dicembre 2006

Ink pollution.

La foto sopra rappresenta l'impatto ambientale della sostituzione di 5 cartucce su 6* per una comune stampante inkjet a colori. Per ogni cartuccia nuova occorre smaltire:
  • 1 cartuccia vecchia, in plastica (spero non PVC) dotata di chip al silicio
  • 1 sacchetto di plastica antistatica
  • 1 confezione di cartoncino stampato a colori
  • 1 libretto di istruzioni stampato su carta lucida
* Il nero era già stato sostituito. Le cartucce a colori non erano esaurite, ma semplicemente asciutte. Il software della stampante, non appena viene a sapere che i colori sono essicati o esauriti, blocca ogni processo di stampa, aprendo una finestra che intima a sostituire tutte e 6 le cartucce, anche se si vuole stampare in nero.

Le cartucce sono state acquistate su Ebay, al prezzo di circa 3 euro l'una (una frazione del prezzo delle originali); sulla confezione non è riportato il Paese di produzione.

Le stampanti da sempre vengono prodtte e vendute in perdita perché il business dei manufacturer sono i consumabili. Un business perfetto e come tale privo di etica: consumabili che difficilmente si possono riciclare, consumabili che smettono di funzionare prima di essere consumati.

30 novembre 2006

Barcellona: finalmente il fotoalbum.

Ecco, grazie all'amico Italo, alcuni esilaranti scatti del sottoscritto intento a parlare di televisione digitale al congresso FMC di Barcellona lo scorso 22 novembre.




Degno finale: nella slide di ringraziamento, la mia foto con la Strato. Tutto, pur di non prendermi sul serio.

Qua sotto, invece, qualche scatto in più fatto a Barcellona.

La vista dalla camera dell'albergo:

Una piazza del centro storico, e figurati se mi ricordo il nome:

Il suggestivo interno del ristorante 4Gats:

28 novembre 2006

iPod virtuale.

Blogmusik si è inventato una specie di Pandora o comunque di social media web per chi proprio all'iPod non sa rinunciare, nemmeno quando non ce l'ha. (via iamsc)

Lisbon's stories.

Ho un bel po' di arretrato degli ultimi giorni e degli ultimi viaggi alle città sull'acqua. La tappa a Barcellona per il FMC Congress mi ha riportato indietro di 10 anni alla mia prima incursione sulle Ramblas e nel Barrio Gotico. Allora avevo un sacco di capelli e una Yashica FX3, motivi per cui mi sentivo imbattibile. Ora ho meno capelli e tutto quello che sono riuscito a fare a Barcellona è questo blurry shot sulla Rambla.

In realtà avrei anche delle foto di me che parlo alla conferenza. Vediamo se riesco a metterci le mani e a pubblicarle.

Di ritono da Barcellona, all'aeroporto di Fiumicino ho appreso che sarei ripartito presto per Lisbona, ospite nientemeno che della radio televisione portoghese, per parlare di televisione digitale e nuove piattaforme di delivery. Vedo che se ne parla (poco) anche sul web.

Il breve soggiorno è stato quanto di meglio potessi aspettarmi: una grande ospitalità, persone realmente curiose delle nostre tecnologie, organizzazione ineccepibile. Aggiungo: il pesce raramente è buono come in Portogallo.
Di Lisbona, purtroppo, ho (ri)visto nulla o quasi: giusto l'aeroporto, la sede RTP e il centro commerciale Twin Towers (cambiare il nome no, eh?).