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17 luglio 2020

Strada dell'Assietta off road: da Sestriere a Pian dell'Alpe.

Una escursione programmata a lungo. Una promessa, quasi, durante il buio del lockdown. Una promessa di speranza che ne saremmo venuti fuori, sani e salvi, e avremmo attraversato la strada sterrata più lunga d'Europa tra i più magnifici paesaggi alpini.
Le promesse si mantengono. 
L'itineriario è il più classico: partenza da Sestriere, arrivo al pian dell'Alpe sopra Usseaux. 



Tutto nel migliore dei modi. 
Un meteo che si trova 4-5 volte l'anno, con un cielo blu quasi scuro, l'aria leggera e fredda al mattino presto e nemmeno una nuovola.



La strada, con il fondo reso compatto dalla recente pioggia, si snoda dolce tra i prati verde smeraldo.


Siamo combattuti tra l'entusiasmo di guidare per questa straordinaria opera di ingegneria militare e la voglia di fermarci per annusare l'aria e scattare qualche foto. 



Una delle prime tappe è quella il cui toponimo, sulla mappa Fraternali, è galleria non agibile. 



Nessuna immagine riesce a rendere l'emozione di condividere tanta bellezza tra discorsi di vita, motori, trasmissioni, futuro dell'auto, lavoro. E silenzio. Il tipico silenzio tra amici. Non è che si deve sempre parlare. Basta guardare oltre il vetro polveroso del parabrezza. 



La qualità degli autoscatti, altresì chiamati selfie, è inversamente proporzionale all'età dei soggetti.




La piccola e anziana Samurai, di recente messa a punto, si arrampica sorniona per la strada. Quasi tutta la salita, tornanti inclusi, è stata percorsa con la sola trazione posteriore. 
Trazione integrale e ridotte si sono ingaggiate nell'ultimo tratto ma solo per dire: "ehi, abbiamo una trasmissione con ridotte, usiamola".





Pubblicità ad alta quota al caro Seve 4x4 di Castiglione. 








Col Lauson, 2500 m. A pochi metri dal forte Gran Serin. Eravamo così emozionati che ce lo siamo persi. Saremmo stati dei pessimi soldati dell'esercito francese.



Siamo al giro di boa. Direzione Usseaux.


Ci fermiamo al rifugio Casa Assietta per un caffè e la loro torta di mele. Cerchiamo una nuvola ma senza successo.



Testa dell'Assietta, con il monumento e un uccello non identificato che vola nel cielo blu.




Arrivo al Colle dell'Assietta. Le bici non erano nostre perché noi ci siamo arrivati con la Suzuki, ma pareva brutto chiedere ai proprietari di spostarle per una foto. 


Folla eccezionale al Colle. Qui non si vede, anzi l'ho tagliata fuori dalla foto, ma sotto al cartello c'erano 20 moto e 15 auto più bici, Quad, pedoni. Targhe di mezza Europa. Un sacco di sorrisi, giuro. 
Se non ci fosse il Covid penso che ci saremmo abbracciati tutti, tra sconosciuti.





C'è bisogno di una didascalia di fronte a tanta bellezza?




Sì, c'era traffico. Possiamo farci domande e sentirci in colpa per aver portato grossi e vecchi motori a gasolio a 2500 m dove i nostri antenati hanno camminato, calvalcato, galoppato, combattuto.
Però è stato un traffico rispettoso, ordinato, senza nervosismi. 



Quando sei cresciuto guardando Hazzard e ti credi Luke Duke ma la schiena ti ricorda che non te lo puoi permettere.





21 aprile 2020

Pannelli posteriori Suzuki Samurai rimessi a nuovo

Tra gli elementi assenti nella mia Samurai vi sono i pannelli dei lamierati posteriori che, almeno in teoria, dovrebbero completare un po' il nudo allestimento interno.
Dopo il restauro dei parafanghi, dall'interno si possono toccare con mano i lamierati riparati e rivestiti con durevole antirombo. Una soluzione pratica ma non bella né confortevole per i passeggeri.

Ho trovato su un gruppo Facebook un paio di (rari) pannelli posteriori originali, in condizioni non bellissime, ma abbastanza integri e dotati di buona parte dei ganci di fissaggio ai lamierati.

Uno è nudo, l'altro è rivestito in sky nero. 



Diciamo che sono una buona base per un restauro. 



Molti anni fa, chissà perché, acquistai un rotolo di moquette acustica della Tec precision, ditta che non credo che oggi esista più; si tratta di un tappeto acustico per rivestire pianali che possono ospitare altoparlanti o comunque altre applicazioni musicali. E' spesso, morbido, ben lavorabile. 
Ho deciso quindi di usarlo finalmente per foderare e rivestire i pannelli, visto che il colore è il medesimo della tappezzieria dell'auto. 


Non ho mai fatto lavori di tappezzeria prima d'ora. Ho solo visto la tappezziera cinese di Fast'nLoud e mezza pagina web, per cui sono andato pressoché ad intuito. Non che ci voglia una QI elevato, eh.

Per prima cosa ho preso forbici da elettricista (inadatte ma tagliano bene) , un foglio di polistirolo leggero da imballi da usare come imbottitura, e un tubetto di mastice; poi ho sagomato un foglio di polistirolo e l'ho incollato sul pannello per avere un minimo di imbottitura.

Quindi ho steso uno dei pannelli su una grande porzione di moquette e con l'aiuto di un gessetto, ho tracciato la sagoma esterna che include i bordi da ripiegare e incollare all'interno del pannello.


Poi ho fatto la stessa cosa con il secondo pannello.



Una volta sicuro, ho tagliato le due sagome di moquette, vi ho steso un pannello sopra e ho iniziato a tagliare i bordi in segmenti più piccoli per seguire le curve  e le rientranze del pannello e per incollarli all'interno dello stesso.


Pezzo per pezzo, ho incollato il bordo ripiegato all'interno del pannello.


Ed ecco il primo pannello foderato.


Ci sono imprecisioni, ma per fortuna nei punti che si incastreranno tra i passaruota e i parafanghi.


Via con il secondo pannello.


Qui la sagoma è meno regolare per cui ho dovuto adattare la tappezzeria in più punti.



Un po' di fatica per tendere bene la tappezzeria senza piegare il pannello in truciolato leggero, ed evitando movimenti e sfasamenti.



Non bellissimo, ma intanto sarà nascosto.


Ed ecco i due pannelli finiti, pronti per essere montati.