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17 dicembre 2013

[Test] Guarnitura doppia CTK Light X-Hollow Race 2014 (parte II)

La prima parte di questo articolo si era conclusa con l’analisi statica ed il montaggio della guarnitura CTK Light X-Hollow sulla mia bici, in sostituzione della RaceFace Turbine di serie. Montaggio che ha richiesto solo qualche prova per trovare il corretto spessore dei distanziali nella calotta destra del movimento centrale per ottenere un corretto allineamento tra catena e deragliatore. Quindi è seguito il montaggio dei pedali; per la precisione, due tipi di pedali diversi: flat (Xpedo Utmost 16) e a sgancio (i classicissimi Shimano M520) per mettere alla prova le caratteristiche di rigidità a fronte di sollecitazioni diverse: spinta e trazione.


Completata questa operazione, è iniziato il test vero e proprio: quello su strada, ma soprattutto in fuoristrada.




Le prime due sensazioni sono positive: leggerezza, come testimoniato dal risparmio di peso misurato sulla bilancia, e scorrevolezza apprezzabile. Ero già rimasto molto soddisfatto qualche anno fa dal movimento centrale ceramico CTK e ho potuto trovare conferma anche con questo montaggio.

Pedalata su strada.
Un trasferimento più o meno lungo su strada asfaltata, in genere su salita con pendenze variabili dal 6 al 12%, è una condizione usuale in molte uscite in mountain bike, almeno delle mie. È anche un contesto ideale per provare le diverse tecniche di pedalata (seduta, fuorisella), al reattività al cambio, la risposta alle sollecitazioni (spinta e, in misura minore, trazione).
In questa condizione, si chiudono le sospensioni (posizione Climb su componenti Fox, nel caso specifico) per ridurre il più possibile i fenomeni di bobbing e di dispersione dell’energia cinematica, e si inizia a pedalare. La prima sensazione positiva è che le pedivelle hanno una conformazione ideale: la sagoma è allineata all’asse del pedale, non ingombra né sporge quindi non intralcia mai la caviglia o il tallone nella fase concentrica del movimento. Un aspetto apprezzabile soprattutto quando si montano i pedali flat che da un lato consentono più libertà di spostamento del piede e dall’altro in genere sono accompagnati dall’uso di calzature da freeride caratterizzate da tomaie abbastanza ingombranti.



Nella pedalata rotonda con rapporti agili (22-32 e 22-36 nei tratti più ripidi) e posizione seduta, la guarnitura si comporta da attese: rigida nella struttura e fluida nel movimento. È la situazione che probabilmente sollecita in misura minore questo componente.
È nella pedalata fuorisella con rapporti un po’ più lunghi (22-24 e 22-21), il peso spostato in avanti e scaricato in maniera più evidente sui pedali, che emerge la straordinaria rigidità strutturale di questo componente, che risponde in maniera reattiva e lineare alla spinta esercitata, senza lasciar percepire alcun tipo di flessione; anche spostando il carico su un lato, in un’andatura oscillatoria, l’intero gruppo rimane rigido, con una risposta lineare e in assenza di deformazioni.
Indossando scarpe e pedali con attacchi SPD, la fase concentrica del movimento contribuisce a sgravare il pedale dal peso dell’arto e ad esercitare una trazione la cui forza si somma alla spinta della gamba opposta; medesima sensazione di rigidità; anche accentuando le sollecitazioni di spinta, nessuna percezione di flessione.

Pedalata su sentiero
Il contesto preso ad esempio è un sentiero con fondo pedalabile, pendenza da moderata ad accentuata, tratti di falsopiano e presenza di alcuni ostacoli naturali, una situazione usuale nei percorsi collinari e di montagna, che l’uso di un reggisella telescopico agevola notevolmente soprattutto nei rilanci. La cadenza è meno uniforme rispetto alla salita su asfalto e si alternano tratti più impegnativi in termini di spinta ad altri più rilassati con un RPM superiore e una forza impressa inferiore. Anche in questo contesto le caratteristiche di rigidità e la fluidità sono confermate.


Discesa tecnica
L’assenza di un bashplate in teoria può destare qualche preoccupazione nell’affrontare sentieri con sporgenze e ostacoli; tuttavia una configurazione come la 36-22 installata su una bici da all mountain con un movimento centrale non troppo basso lascia una luce da terra sufficiente a scongiurare incontri ravvicinati tra la corona e il solito pietrone che spunta in mezzo al tornante. Nessun gioco o imprecisione riscontrati durante i tratti più lenti e tecnici delle discese.




Discesa veloce in freeride
La CTK Light non è, almeno in teoria, una guarnitura concepita e venduta per scopi heavy duty; ma si è rivelata sorprendentemente rigida, affidabile e robusta anche quando ho affrontato i terreni sconnessi dei lunghi single track della Valle di Susa, il che significa pietre smosse, radici, buche e drop, a velocità sostenuta. Certo, le escursioni di una bici da all mountain assorbono molte delle sollecitazioni che in bici  più orientate al XC sono normalmente a carico del punto di contatto tra la bici e il ciclista: i pedali e gli elementi ad essi solidali, ovvero la guarnitura. Ciò non toglie che il comportamento e le prestazioni della CTK Light 2014 siano ottimi anche al di fuori della principale destinazione d’uso. Questa sensazione di rigidità e affidabilità si è percepita anche su drop naturali e piccoli salti.


Considerazioni ulteriori
In ogni tipo di uso, ciò che ha colpito positivamente è la cambiata: rapida, precisissima, senza esitazioni anche sotto sforzo. Nonostante gli usi gravosi, le condizioni climatiche non proprio ideali (freddo, neve, fango, acqua, pietre), durante il test non si sono riscontrati problemi o malfunzionamenti ma nemmeno scricchiolii o altri rumori. Il trattamento superficiale di anodizzazione si è rivelato sufficientemente resistente a usura, graffi, urti accidentali e agenti atmosferici; i denti della corona presentano una lieve usura superficiale da contatto con le maglie della catena. In un punto di frequenti sfregamenti tra la suola in gomma della scarpa e la pedivella si è riscontrata una leggera usura dell'anodizzazione. Non c’è stato bisogno di stringere bussole e bulloni delle corone né assi filettati dei pedali: accoppiamenti e filettature sono di livello elevato.

Punti di forza
Tra le più leggere sul mercato.
Molto rigida e reattiva grazie alla costruzione scatolata.
Le pedivelle sono configurabili in lunghezza in tre misure.
Prezzo molto interessante, soprattutto in confronto a prodotti con caratteristiche simili.

Punti di debolezza
Non è possibile montare un bash plate come nella maggior parte delle doppie native.
Le istruzioni a corredo sono scarne.
Il sistema di chiusura delle bussole richiede una chiave specifica.
L’anodizzazione non è esente da usura.

Conclusioni
In definitiva la CTK Light X-Hollow Race si è rilevata una guarnitura leggerissima, con livelli di rigidità inaspettati in rapporto al peso piuma, costruita con standard qualitativi elevatissimi, esteticamente molto gradevole, configurabile nella lunghezza delle pedivelle; le sue performances migliorano ulteriormente in accoppiata con il movimento ceramico CTK. Ha un pricing aggressivo, estremamente interessante e competitivo. Pensata per utilizzi cross country, marathon, trail ride e all mountain, è perfettamente a proprio agio in percorsi freeride. Con queste caratteristiche è difficile, se non improbabile, trovare un prodotto migliore ad un prezzo analogo.

13 ottobre 2013

Condove - Alpe Ghet.

Escursione autunnale in bassa Val di Susa, con partenza da Condove e salita dalle borgate di Giagli, Pralesio, Mocchie, Gagnor, sulla strada comunale dell'Alpe fino all'Alpe Ghet, attraversando il bosco già spruzzato della prima neve. Meteo buono quasi tutto il giorno, solo una pioggerella nell'ultimo tratto di discesa su mulattiera verso Condove.

nei pressi di Borgata Gagnor
Nei pressi di Dravugno
L'ultimo tratto del bosco prima dell'Alpe
L'ultimo tratto del bosco prima dell'Alpe
In prossimità dell'Alpe

Qui il fotoalbum.
Qui il percorso e la traccia GPX su EveryTrail

Condove - Alpe Ghet


07 aprile 2013

Fotografia notturna a Settimo: si ricomincia con una mirrorless.

La Nikon D80 ha ceduto il passo, dopo lunghe riflessioni , alla mirrorless Fuji X-E1. Qui i primissimi scatti a pochi passi da casa. I primi due sono stati sviluppati dal file RAF con il software Fuji MyFine Pix Studio. Gli altri sono i JPEG nativi della fotocamera, non elaborati.
Via Niccoli  (Settimo T.se)
Via Niccoli  (Settimo T.se)
Piazza S.S. Maria dell'Arco (Settimo T.se)
Piazza S.S. Maria dell'Arco (Settimo T.se)
Piazza S.S. Maria dell'Arco (Settimo T.se)
Piazza S.S. Maria dell'Arco (Settimo T.se)
Piazza S.S. Maria dell'Arco (Settimo T.se)
Piazza S.S. Maria dell'Arco (Settimo T.se)

27 maggio 2012

Lanslebourg - PreChamois - Termignon - Mont Cenis.

Il meteo incerto del versante italiano delle Alpi ci ha in qualche modo spinti oltre il confine, in Alta Savoia, nella zona del Moncenisio, per un giro davvero interessante dal punto di vista paesaggistico e con una discesa gratificante. Finale a sorpresa: leggete fino in fondo :-)

La partenza e' dalla localita' Lanslebourg, a 6 km a valle dal colle del Moncenisio e si prosegue nel parco nazionale de la Vanoise fino al punto panoramico di Pre Chamois. La discesa arriva al borgo di Tremignon e si articola sul sentiero 24, un bellissimo single track veloce con un dislivello negativo di circa 600m, caratterizzato da un fondo quasi sempre scorrevole con pochi passaggi tecnici e ostacoli naturali.
Arrivati a Termignon, si procede su un lungo sentiero boschivo per rientrare a Lanslebourg.







Il giro poteva gia' dirsi molto gratificante e divertente, ma ha avuto una conclusione davvero eccezionale: un'escursione molto freeride sul fondo del lago del Moncenisio.
Di solito, il lago si presenta cosi', con un livello dell'acqua abbastanza alto che lambisce la vegetazione.


Ecco invece come si presentava questa mattina:



Sono be visibili i resti della borgata coperta dalle acque dell'invaso, compresi i tre ponti di collegamento tra le sponde. Ci siamo tenuti questa rarità come giro conclusivo per il rientro. Lo spettacolo era davvero irreale, emozionante.
Il livello basso delle acqua ha scoperto costruzioni, resti di strade, ponti in cemento armato, un bunker, tre ponti, tutti adagiati su un fondo sabbioso compatto e bagnati dall'acqua. E proprio utilizzando i ponti e' stato possibile spingersi fino alla riva opposta del lago.






Ed ecco come il GPS ha registrato il nostro giro... all'interno del lago.



Qui il fotoalbum completo.

Qui sotto invece l'itinerario creato su Everytrail utilizzando la traccia del GPS.

Lanslebourg-PreChamois-Termignon