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10 giugno 2021

Riparazione parafango e passaruota Suzuki Samurai

 Il restauro della carrozzeria prosegue con altri due interventi importanti. 

Il primo è il ripristino, anzi la ricostruzione , del parafango anteriore sinistro che mostrava segni di ruggine.

So già che dovrò tagliare e saldare tanto per cui, per lavorare in sicurezza , mi sono recato da na ditta specializzata per far svuotare il serbatoio del GPL. 



Qui si vede che la parte interna del passaruota è ormai definitivamente compromessa. Non c'è più lamiera sana. 



Si procede quindi dissaldando il supporto del parafanghino. E' saldato con molti punti al pannello laterale e per rimuoverlo è stato necessario operare dei fori in corrispondenza dei punti di saldatura. Un lavoro piuttosto lungo ma necessario per accedere alla parte sottostante.


Non ci sono belle notizie. Bisogna tagliare la lamiera marcia sia lateralmente che internamente al passaruota. Tanta. 




Dopo molto lavoro, ecco come si presenta la parte restante "sana" di lamiera. Pulita, trattata in profondità prima con acido ortosforico e poi con Fertan. 


Con la smerigliatrice ho tagliato una lunetta delle dimensioni della parte mancante di lamiera esterna. 
Sono stati necessari diversi aggiustamenti e rifiniture affinché il pezzo coincidesse con il buco del parafango. 


Eccolo posizionato. 


La lamiera della carrozzeria è purtroppo sottile e per me sono le prime saldature con la saldatrice a filo animato no gas.
Per cui ho preferito procedere a punti per evitare di deformare la lamiera. 


Il grosso della riparazione è fatto.


Inizio a guardare la parte interna del passaruota, dove manca un lamierino da imbullonare. 
Purtroppo è disponibile solo dall'India per cui, nell'attesa che l'ordine arrivi, ho deciso di costruirne uno provvisorio in lamiera. 



Questi arriveranno, per il momento si va di fai da te. 





Più o meno ci siamo. 


Ma se l'ho acquistato via internet, perché l'ho fatto io ? Mistero. 




Nel frattempo mi sono occupato di rifinire la riparazione prima smerigliando con un disco a grana 40 e poi con due mani di stucco metallico. 




Infine una mano di spray zinco freddo per proteggere dalla ruggine. 


Per rimontare il supporto del parafanghino, ho usato bulloni a testa esagonale e dadi , approfittando dei fori fatti per rimuovere i punti di saldatura. E' una scelta furba perché consente di montarlo e smontarlo per eventuale manutenzione. 



Altro dettaglio. 
Ho letto spesso che una volta che si smontano i parafanghini esterni, e quasi sempre ricorrendo alla smerigliatrice angolare, non c'è modo di recuperare le sedi filettate dei bulloni con cui erano fissati in origine ai supporti.
Per la cronaca, ho salvato 18 dadi filettati dei tre parafanghini che ho rimosso, così ora è possibile montarli e smontarli facilmente. 


07 maggio 2020

Riparazione di un radiocomando RC.

Il radiocomando di una delle macchine dei miei figli ha iniziato a funzionare male. 

 

Ho ispezionato la board e ho capito che  uno dei microswitch PCB, azionati dal comando dell'accelaratore, si è rotto: in particolare si è rotta la micromolla interna di rimando, per cui l'interruttore chiude il circuito semplicemente con il proprio peso anziché con la pressione del dito (o di una leva)








Ho trovato su Tancredi.it dei microswitch compatibili, e ne ho comprati un po'.




Quindi ho dissaldato quello rotto e ne ho saldato uno nuovo. 


Ed il problema è risolto. 

24 aprile 2020

Un nuovo orologio per la Suzuki Samurai!

L'orologio digitale originale della Suzuki (almeno il modello a tre pulsanti) spesso smette di funzionare, oppure funziona irregolarmente, con segmenti LCD spenti, o molto sbiaditi, oppure con reset frequenti.
Alcuni raccomandano di pulire i circuiti ma non è sempre risolutivo.
In altri casi una sorgente non sufficientemente stabilizzata provoca questi malfunzionamenti.
Il ricambio originale è raro, e quando si trova nuovo ha costi proibitivi, mentre usato secondo me è sempre un rischio.








Il mio orologio, collegato ad una sorgente stabile di 13.8 v funziona bene, ma collegato al cruscotto ogni tanto si resetta.



Siccome sono appassionato di orologi e nella macchina un orologio deve esserci e funzionare , ma non deve nemmeno costarmi un occhio della testa (se devo spendere 100 euro preferisco fare un tagliando e un pieno di gas), come parte del restauro conservativo, ho provato qualche strada alternativa al ricambio originale: un orologio di un'altra auto. 

Ed ecco la dritta.

Dopo misure e molte ricerche, grazie ad un commerciante ebay, ho scoperto che l'orologio della Renault Clio vecchia ha praticamente le stesse misure (interne) dell'orologio originale. Che è la cosa importante perché significa che si incastra nello scasso originale. 
Di più: ha lo stesso tono di antracite/nero e l'illuminazione arancione, uguale a quella del quadro strumenti. 

L'ho preso al volo , e per una cifra assolutamente ragionevole. 

La Clio è stata prodotta in milioni di esemplari quindi il mio consiglio è girare per autodemolizioni o in rete, e qualcosa si trova. 

Anticipo subito i commenti: eh, ma è diverso! Okay. Allora suggerite qualcosa di meglio; io non ci sono arrivato. 


Esternamente hanno forme e dimensioni diverse, ma entra perfettamente nello scasso e si adatta bene al pannello del cruscotto centrale.


Confronto dei collegamenti elettrici.


L'orologio Suzuki ha quattro contatti: batteria +, massa, luce e accensione. Quello della Clio solo 3: batteria +, massa, luce.

Ma non sarà un problema: testandolo con un alimentatore ho visto che tutto poteva funzionare.


Via di saldatore e stagno per saldare trefaston maschi.


Un po' di guaina termorestringente per isolare.



Senza alcuna modfica all'impianto elettrico, infiliamo i faston nel connettore Suzuki.


Poi si spinge l'orologio e ... clic! Si incastra alla perfezione.

Eccolo collegato e già funzionante: ora regolata.

Così è a luci spente.


E così a luci accese.


Un paio di video







Qualche altra foto fatta al volo.




Se vi è piaciuto, continuate a seguire il mio blog!

21 aprile 2020

Pannelli posteriori Suzuki Samurai rimessi a nuovo

Tra gli elementi assenti nella mia Samurai vi sono i pannelli dei lamierati posteriori che, almeno in teoria, dovrebbero completare un po' il nudo allestimento interno.
Dopo il restauro dei parafanghi, dall'interno si possono toccare con mano i lamierati riparati e rivestiti con durevole antirombo. Una soluzione pratica ma non bella né confortevole per i passeggeri.

Ho trovato su un gruppo Facebook un paio di (rari) pannelli posteriori originali, in condizioni non bellissime, ma abbastanza integri e dotati di buona parte dei ganci di fissaggio ai lamierati.

Uno è nudo, l'altro è rivestito in sky nero. 



Diciamo che sono una buona base per un restauro. 



Molti anni fa, chissà perché, acquistai un rotolo di moquette acustica della Tec precision, ditta che non credo che oggi esista più; si tratta di un tappeto acustico per rivestire pianali che possono ospitare altoparlanti o comunque altre applicazioni musicali. E' spesso, morbido, ben lavorabile. 
Ho deciso quindi di usarlo finalmente per foderare e rivestire i pannelli, visto che il colore è il medesimo della tappezzieria dell'auto. 


Non ho mai fatto lavori di tappezzeria prima d'ora. Ho solo visto la tappezziera cinese di Fast'nLoud e mezza pagina web, per cui sono andato pressoché ad intuito. Non che ci voglia una QI elevato, eh.

Per prima cosa ho preso forbici da elettricista (inadatte ma tagliano bene) , un foglio di polistirolo leggero da imballi da usare come imbottitura, e un tubetto di mastice; poi ho sagomato un foglio di polistirolo e l'ho incollato sul pannello per avere un minimo di imbottitura.

Quindi ho steso uno dei pannelli su una grande porzione di moquette e con l'aiuto di un gessetto, ho tracciato la sagoma esterna che include i bordi da ripiegare e incollare all'interno del pannello.


Poi ho fatto la stessa cosa con il secondo pannello.



Una volta sicuro, ho tagliato le due sagome di moquette, vi ho steso un pannello sopra e ho iniziato a tagliare i bordi in segmenti più piccoli per seguire le curve  e le rientranze del pannello e per incollarli all'interno dello stesso.


Pezzo per pezzo, ho incollato il bordo ripiegato all'interno del pannello.


Ed ecco il primo pannello foderato.


Ci sono imprecisioni, ma per fortuna nei punti che si incastreranno tra i passaruota e i parafanghi.


Via con il secondo pannello.


Qui la sagoma è meno regolare per cui ho dovuto adattare la tappezzeria in più punti.



Un po' di fatica per tendere bene la tappezzeria senza piegare il pannello in truciolato leggero, ed evitando movimenti e sfasamenti.



Non bellissimo, ma intanto sarà nascosto.


Ed ecco i due pannelli finiti, pronti per essere montati.