25 novembre 2011

[TEST] Guarnitura doppia CTK Light 2012 e mov. centr. a cuscinetti ceramici - parte I

Negli ultimi tempi, la tendenza a passare da guarniture triple a doppie (native o trasformate) ha registrato un sensibile aumento; in effetti l’adozione di una doppia presenta alcuni vantaggi: accoppiata ad una cassetta da 10 è in grado di offrire un range completo di rapporti; al tempo stesso consente un risparmio di peso e di ingombri; in ultima analisi, nella pratica del fuoristrada l’uso della terza corona da 42 o 44 denti è sporadico. La diffusione dei telai a 29” ha senz’altro incrementato la diffusione di questo tipo di guarnitura.

Molti ciclisti hanno da tempo rinunciato alla terza corona, con soluzioni più o meno artigianali e l’adozione di bash, anche al fine di guadagnare quel centimetro o due di luce da terra, molto utile nel superamento degli ostacoli sporgenti, causa comune di danni ai denti della corona esterna.

Come scritto, un importante vantaggio della doppia è il minor peso, ma non è secondario il fattore Q (ovvero la distanza dall’attacco del pedale all’attacco del movimento centrale) minore rispetto ad una tripla, apprezzabile per due motivi: primo, il perno di movimenti centrali centrale a perno quadro/ISIS può essere più corto, avvicinando di conseguenza pedivelle e pedali al telaio; secondo, utilizzando solamente due corone, è possibile incrociare maggiormente la catena sfruttando tutti i pignoni posteriori anche con la corona grande.




Differenze di Q factor tra guarniture doppie (sinistra) e triple (destra). Fonte: www.stronglight.com


Da qui è maturata la decisione di intervenire su questo componente della trasmissione, fondamentale sia per il compito di trasmettere, nella maniera più efficiente possibile, l’energia impressa alla ruota posteriore, sia per il considerevole risparmio di peso che una guarnitura di alto livello può portare rispetto al componente di primo equipaggiamento. I requisiti della nuova guarnitura doppia sono quindi: leggerezza, efficienza e aspetto. Last but not least, un prezzo ragionevole.

Con questa idea in testa, mi sono messo alla ricerca della sostituita. Non c’è voluto molto per trovare la candidata giusta. Chi ricorda i miei test su componenti in carbonio CTK Light della scorsa estate, conosce il mio giudizio decisamente positivo su qualità e prezzo di questo produttore taiwanese.

Per questo mi sono nuovamente affidato a questo marchio e ho preso la guarnitura doppia 36-22 CTK Light 2012, fornita con cuscinetti ceramici; la guarnitura è stata quindi personalizzata sostituendo le bussole di serie con bussole in ergal anodizzato azzurre.



La guarnitura doppia CTK Light 2012, corone 36-22


Descrizione generale

Innanzitutto, la guarnitura in oggetto è stata realizzata dal produttore taiwanese Aerozine su progetto, specifiche e caratteristiche CTK Light: non è – come taluni hanno scritto sui forum – una guarnitura Aerozine rimarchiata CTK, ma un progetto completamente nuovo. In secondo luogo, la CTK Light 2012 è una doppia nativa e non una tripla trasformata. Sia il perno della guarnitura che il movimento centrale a cuscinetti ceramici sono di produzione Aerozine.

L'ambito di utilizzo di questa guarnitura è senz'altro il cross country marathon ed è indicata per telai da 26" e 29". Come vedremo nell'articolo, è un componente ideale per assemblare o personalizzare una bici leggera anche per agonismo.

Passando alle caratteristiche tecniche, la guarnitura è interamente realizzata in lega di alluminio 7075 T6 anodizzato; tale lega figura tra le più resistenti a torsioni e tensioni; il processo di lavorazione è CNC machined, ovvero con macchine a controllo numerico; chi volesse approfondire la conoscenza delle leghe di alluminio 7075 può trovare utile questa lettura http://www.alcoa.com/mill_products/c...5techsheet.pdf

La linea catena misura 48 mm mentre il Q factor è di 168 mm. Le pedivelle offrono il sistema di regolazione della lunghezza mediante camme eccentriche: in questo modo, il ciclista può regolare la lunghezza della pedivella a 170 oppure 175 mm; con una camma opzionale, è possibile ottenere la lunghezza intermedia di 172,5 mm. Il giro bulloni è 104/64 standard quindi, se in futuro si volesse cambiare una corona, si può sostituire con prodotti di qualsiasi brand.

La guarnitura viene fornita con bussole e bulloni di serie, esterne nere in ergal e interne in acciaio silver, ma è possibile personalizzarla con viteria in ergal in diversi colori, sempre CTK Light.

Insieme alla guarnitura è fornito un movimento centrale a cuscinetti ceramici: sul sito del distributore è riportato che tali “…cuscinetti combinano una maggiore velocità ad un minore sforzo ed aumentano considerevolmente la durabilità per i tuoi componenti di altissima gamma. Test effettuati presso laboratori certificati dimostrano un aumento di ca. il 4% della velocità, che corrisponde ad oltre un guadagno in 20-40m in ogni chilometro di pedalata con lo stessa propulsione di energia”. In assenza di strumenti di misurazione, non sarà possibile verificare tale dato; senz’altro, i cuscinetti ceramici sono ritenuti più scorrevoli e resistenti alle deformazioni rispetto a quelli in acciaio.

Peso, prezzo e benchmark di mercato

Il peso è senz'altro uno dei punti di forza di questa guarnitura, che supera di poco i 600 grammi senza cuscinetti, per un totale verificato di 675 grammi. Il prezzo di vendita online è di 249,9 euro spedita.
Il peso rilevato è valore molto interessante sia intermini assoluti sia se lo confrontiamo con i prodotti di fascia medio alta (e quindi nello stesso range di prezzo e con le stesse dotazioni) disponibili sul mercato. Ad esempio una guarnitura Shimano XTR doppia pesa 715 grammi e il prezzo medio è di circa 500 euro, ovvero il doppio del prezzo della CTK Light. La Sram XX BB30 39-26 fa fermare la lancetta a 694 grammi, ma il prezzo medio è nuovamente intorno ai 500 euro. La SRAM X0 2011 BSA 39/26 pesa 773 grammi. Guarniture offerte a prezzi inferiori, come la FSA K-Force Light XC, non dispongono però della regolazione della lunghezza pedivelle.





Peso rilevato su bilancia digitale.



Contenuto della confezione

La guarnitura è venduta in un imballaggio di cartone curato ben dimensionato ed include, la guarnitura doppia con pedivella destra integrata, la pedivella sinistra, una confezione di distanziali per il montaggio del movimento centrale, un movimento centrale Aerozine con cuscinetti ceramici (peso verificato 70 grammi) e tre adattatori per scatole 68-73 mm, due camme per variare la lunghezza delle pedivelle a 170 o 175 mm, istruzioni per il montaggio di guarnitura e movimento centrale.




La guarnitura doppia CTK Light è fornita con movimento a cuscinetti ceramici, boccole, distanziali, spessori e manuale di montaggio.


Ad un’analisi accurata, la finitura dei materiali e la lavorazione sono impeccabili; non si sono riscontrate le minime sbavature o imprecisioni; la L’anodizzazione è particolarmente curata e uniforme; le grafiche e le scritte laserate sono precise. Molto azzeccato l’accostamento di finitura lucida delle pedivelle con la ruvidità delle corone. La resistenza superficiale a graffi e urti sarà verificata durante il test ma già dalla manipolazione del materiale appare solida. Le parti interessate a movimenti ed accoppiamenti risultano già coperte con un sottile strato di grasso protettivo.




La guarnitura doppia CTK Light 36-22





La pedivella sinistra. Si noti l’alloggiamento ellittico per la camma che permettere di regolarne la lunghezza.







Vista della guarnitura dall’interno. Si noti la forma scavata della pedivella che contribuisce a ridurre il peso ed aumentare la resistenza alle sollecitazioni di flessione e torsione.





Il movimento centrale ha cuscinetti ceramici per una maggiore scorrevolezza.



Le due camme eccentriche con relativi spacer, fornite in dotazione, consentono la regolazione della lunghezza della pedivella.


Montaggio

Il montaggio della guarnitura non presenta particolari difficoltà tecniche; è sufficiente procedere come per ogni altro movimento centrale tipo Shimano, avendo cura di applicare un velo di grasso specifico al perno della guarnitura e alle altre parti soggetto a movimento. La dotazione di spessori e distanziali è sufficiente per le diverse configurazioni e dimensioni di scatole (68 e 73mm). Unica nota negativa è la qualità bassa della stampa delle istruzioni per il movimento centrale: i caratteri sono piccoli e un po’ sbiaditi. Fortunatamente le istruzioni possono essere scaricate, in formato PDF ad alta risoluzione, dal sito Aerozine (http://www.aerozinebike.com/download.htm).

Se si ha un manettino anteriore a tre velocità, è opportuno regolare correttamente il fine corsa del deragliatore in modo che non sia superata la corona più esterna. L’operazione richiede pochi minuti.

Ultimata l’installazione della nuova guarnitura, si può passare al montaggio delle camme eccentriche e dei pedali. Il sistema a camme eccentriche ALS (Adjust Length System) è un brevetto della francese Stronglight e consente di variare la lunghezza delle pedivelle da 170 mm a 175 mm, a seconda delle proprie caratteristiche biomeccaniche. Per la misura intermedia di 172,5 mm occorre comprare la camma opzionale.

Un metodo abbastanza preciso per determinare quale sia la corretta lunghezza della pedivella consiste nel misurare la lunghezza del proprio cavallo all’interno della gamba fino alla caviglia e, in base al valore rilevato, fare riferimento alla seguente tabella.





I disegni sottostanti mostrano la procedura corretta per assemblare i pedali: dopo aver scelta la lunghezza appropriata della pedivella, si posiziona la camma con l’asola nel verso indicato dall’interno della pedivella, si posiziona lo spessore dall’esterno della stessa e si avvita il pedale, stringendo con la consueta coppia di serraggio. Anche in questo caso, è opportuno applicare un velo di grasso specifico alla filettatura dell’asse del pedale.






Schema di montaggio di camme eccentriche e di pedali. Fonte: www.stronglight.com



Prime impressioni

Ovviamente a montaggio terminato la prima impressione è quella estetica, che è innegabilmente d’impatto: la pulizia delle linee e il design molto essenziale e sobrio della guarnitura si fanno notare subito, ma con discrezione. L’ingombro laterale di corone e pedivelle è contenuto, l’abbinamento di finitura lucida e sabbiata è molto riuscito. Bello il richiamo delle bussole in ergal anodizzato azzurro con le grafiche del telaio.





La guarnitura montata sulla Giant Terrago 2008.Un design sobrio e un notevole risparmio di peso.


Ma è tempo di salire in sella e spingere sui pedali per iniziare il test vero e proprio. Dopo aver effettuato una regolazione precisa del deragliatore, la cambiata è veloce e silenziosa; la catena passa agevolmente da una corona all’altra. Grazie Q factor ridotto si possono osare gli incroci senza sollecitare la trasmissione, senza alcun rumore di rotolamento. Con la lunghezza delle pedivelle a 175 mm mi trovo subito a mio agio. La pedalata scorre molto fluida, non si percepisce alcun gioco né rumore nel movimento centrale. Difficile rilevare, in assenza di una prova strumentale, la maggiore efficienza dei cuscinetti ceramici del movimento centrale; di certo c’è che lo scorrimento è (e si mantiene) ottimo e silenzioso. Per esperienza del materiale, la durata del movimento sarà senz’altro superiore a quella di tradizionali cuscinetti in acciaio.



Particolare della pedivella destra



Particolare della pedivella sinistra


Dopo aver preso un po’ di confidenza, decido di verificare la solidità strutturale del componente: lo faccio con il 36-11, pedalando fuori sella in leggera salita, spostando il peso da una parte all'altra della bici, per cercare di applicare la maggiore coppia possibile e quindi sollecitando al massimo le pedivelle, che sono il braccio delle nostre leve: con i miei 72 kg di peso (vestito), imprimendo la massima forza (relativa) nella pedalata, non ho notato alcuna flessione del braccio della leva, nessuna dispersione di energia, nessuna “incertezza” nella struttura della guarnitura. Il perno vincolato dal movimento centrale è saldamente solidale al corpo della guarnitura; l’attacco dei pedali, assicurato da camme filettate e spacer ellittici, dà un senso costante di solidità. Non si rileva alcun gioco, nemmeno minimo, delle varie componenti del gruppo CTK.

Lo stesso vale per sollecitazioni di estensione e compressione, che possono essere effettuate esercitando una forza di spinta o di trazione agendo all’estremità della pedivella, in corrispondenza dell’attacco pedale. La resistenza alle forze esercitate, pur non misurabili oggettivamente, è totale: non è stato possibile rilevare movimenti né giochi dei bracci delle leve.

Con questo si conclude la prima parte della recensione e test della guarnitura CTK Light 2012. La seconda parte che include i risultati del test di durata in fuoristrada e su strada, sarà pubblicato appena possibile.

Spero che questo articolo vi sia piaciuto e risultato utile. Ovviamente se avete domande, fate pure

Grazie per l'attenzione. Ci vediamo presto con la seconda parte!

22 ottobre 2011

Sentiero 558: rifugio Il Truc - Susa.

Il sentiero 558 parte dal rifugio Il Truc, a 1700 m di quota sopra Susa (direzione Lariposa) e scende verso Susa. Si tratta di una traccia tecnica ma comunque ciclabile (salvo alcuni passaggi), caratterizzata da una pendenza importante (1200 m di dislivello in poco più di 5 Km di sviluppo) e da un fondo smosso. Qui il fotoalbum di Claudio.

Qui  il percorso con altimetria creato con da GPS Garmin, sotto il video dell'escursione.




07 ottobre 2011

Mentre il mondo commemora e piange Steve Jobs.

Reti di protezione alla Foxconn. Foto Wired
Mentre in queste ore il mondo dà l'estremo saluto a Steve Jobs, morto per malattia, con titoli in prima pagina (eccezionale "L'ingegnere dei nostri sogni" ad opera di Severgnini sul Corriere), lacrimosi editoriali e biografie pronte da tempo, se non vi dispiace, vorrei commemorare -- in completa solitudine, a quanto pare -- i diciassette (17) suicidi avvenuti alla Foxconn, lo stabilimento di Longhua (Cina) dove, per 90£ al mese, migliaia di operai assemblano, tra l'altro, iPhone, iPad e iPod.

Se permettete, non mi unisco al vostro cordoglio. Mi unisco a quello di diciassette famiglie a cui nessuna folla porterà fiori e mele autografate.

02 ottobre 2011

Cars - USA 2011

Con l'ultimo viaggio nel West degli USA sono riuscito ad arricchire la mia raccolta Cars - They used to be cars con qualche nuova immagine, spesso scattata di fretta e con circospezione per non violare troppo la privacy dei luoghi e dei proprietari, altre volte, come nel caso del relitto di Chattanooga, facendo solo attenzione alle ortiche e alla ruggine sulle lamiere.


Cadillac Sedan, Yellowstone National Park
 
GMC Sierra, Yellowstone National Park



Chevrolet Custom DeLuxe, Yellowstone National Park

Goliath station wagon, Kodachrome Basin State Park

Ford, Dead Horse Point State Park

Ford XL

Ford 100


Ford Pickup

?, Chattanoga Ghost Town (CO)

Pickup, Ouray, CO

28 settembre 2011

Mastodon, The Hunter (2011)

Sto ascoltando il nuovo album dei Mastodon, appena uscito. E' il quinto album in studio della band di Atlanta, un gruppo che ho scoperto alcuni anni fa e che mi ha colpito; ed è grazie ai Mastodon che ho conosciuto e apprezzato i Baroness.
Su The hunter ho letto recensioni decisamente favorevoli e molto meno positive.
Per me è prematuro formulare un giudizio completo e definitivo. E' condivisibile la considerazione scritta da molti relativa alla svolta rock del gruppo che ha abbandonato (per ora, per sempre?) le sonorità più dure, aggressive ed estreme dei primi due album di studio; svolta che già si presagiva con Crack the skye ma che in The hunter è evidente, arricchita da influenze
I Mastodon sono comunque una delle band metal (o rock, fate voi) più interessanti ed innovative sulla scena attuale per cui l'ascolto di questo CD è vivamente consigliato.

19 settembre 2011

Test e recensione: Vesrah, pastiglie per freni a disco.

Anche se si cerca di pedalare tutto l'anno, la stagione estiva – per il maggior tempo libero e per il meteo favorevole – è quella in cui la bici si utilizza maggiormente, non solo per le lunghe escursioni ma anche per divertirsi nei bike park. Ed è anche la stagione in cui si consuma più materiale, soprattutto per quel che riguarda i freni. Dovendo fare provviste di pastiglie per i miei Elixir (in sostituzione delle pastiglie sinterizzate di prima fornitura), ho dato uno sguardo al mercato, cercando anche al di fuori dei prodotti Avid, con l’intento di comprare pastiglie affidabili risparmiando qualche euro.

Cercando in rete, alla fine mi sono orientato sulle pastiglie Vesrah, un marchio giapponese che conoscevo in ambito motociclistico (in particolare con Suzuki), che produce pastiglie per mountain bike in quattro mescole, stranamente tutte organiche, indicate rispettivamente Cross Country, Cross Country SL, Long Life e Downhill.

Ammetto che la mancanza di mescole metalliche o semimetalliche e la lacunosità delle informazioni disponibili in rete (non ho trovato opinioni o prove in italiano), inizialmente, mi convincevano poco.

Ho però valutato anche il fattore prezzo: rispetto al prodotto originale (Avid nel mio caso), le pastiglie Vesrah permettono un risparmio nell’ordine del 40%, un aspetto rilevante date le spese continue per la manutenzione (e i capricci) della bici: per capirci, due coppie di pastiglie Avid (anteriore più posteriore) mi costano circa 40 euro mentre per le Vesrah ne spendo circa 25. La curiosità di provarle ha avuto la meglio e sono passato all'acquisto di una fornitura (due coppie) per ciascuna mescola. Vediamo come sono andate le cose.

Montaggio


Quando sono arrivate a casa, non ho potuto fare a meno di notare l'aria un po' cheap della confezione in blister cartonato: niente indicazioni in dettaglio, niente foglietto di istruzioni, ma almeno sono fornite di una molla robusta. Le placche di sostegno dei ferodi sono in acciaio (ad esclusione del modello Cross Country SL che ha i supporti in alluminio con un risparmio di peso dichiarato del 50%) verniciato di nero. Sono rifinite molto bene e non presentano imprecisioni nell'incollaggio delle parti. Il montaggio non comporta alcun problema difficoltà, ma questo dipende molto da come sono progettate le pinze dei freni: gli Elixir hanno un cambio pastiglie piuttosto facile, tanto che le ho sempre sostituite durante i trasferimenti in cabinovia. Purtroppo il modello o il codice non sono serigrafati sul retro dei supporti, accorgimento che faciliterebbe il riconoscimento tra una mescola e l'altra.

Impressioni d'uso

Qui di seguito vi condivido gli appunti presi durante le prove delle diverse pastiglie; il test è stato effettuato in contesti alpini e nello specifico nei bike park Kona di Crans-Montana (Svizzera) e Alpi Bike Resort di Sauze (Torino), nonché su sentieri della Alta Val di Susa. I percorsi affrontati sono stati molto vari: si va dal tracciato nero Chetseron, con fondo molto irregolare, ripido e ricco di ostacoli, al Mont Lachaux e alla Sportinia Express, tracce downhill molto guidate e veloci, prive di passaggi tecnici particolarmente ripidi ma che per le caratteristiche richiedono un'azione quasi costante sui freni: un ottimo benchmark per valutare diversi set di pastiglie. Ho cercato di mantenere un metodo di prova il più possibile oggettivo e confrontabile, cercando di percorrere con un set di pastiglie un mix uniforme di percorsi con un dislivello negativo totale il più costante possibile (compreso tra 2200 e 3000 metri). Alla fine dell’ultima discesa, le pastiglie sono state smontate, analizzate e sostituite con un altro set.
Per semplicità, riassumo le impressioni d'uso di ciascuna delle quattro mescole Vesrah.

Mescola Cross Country


Fin dalla primissima frenata lunga sulla carrareccia di collegamento, quella in cui, generalmente, si effettua un rodaggio della superficie frenante delle pastiglie, la risposta è stata pronta, molto efficace, decisamente modulabile ma comunque potente. Le caratteristiche si sono mantenute costanti per tutta la durata del test senza alcun segno di affaticamento o fading così come non ho riscontrato problemi di surriscaldamento nonostante il supporto in metallo sia in alluminio leggero. La frenata molto ben modulabile è di aiuto nelle sezioni tecniche e ripide, affrontate a velocità ridotte, per avere controllo sul bloccaggio delle ruote e sul superamento di ostacoli diversi (roccia, radici). Inoltre, si apprezza la particolare silenziosità di questo prodotto in tutte le situazioni e temperature. Al controllo effettuato dopo lo smontaggio, le pastiglie hanno mostrato un'usura della superficie frenante molto regolare e inferiore a quanto atteso da una mescola organica.
Sintesi: un prodotto molto valido e soprattutto affidabile, consigliato senz'altro per cross country, marathon, trail ride e all mountain.


Mescola Cross Country SL


Prodotto sostanzialmente simile al precedente: stessa mescola ma supporto in alluminio anziché in acciaio; sul sito Vesrah si parla una riduzione di peso del 50%. Difficile valutare i reali vantaggi in termini di peso mentre mi sentirei di dire che i supporti di alluminio leggero hanno contribuito a dissipare più velocemente il calore, a beneficio dell’impianto e della qualità della frenata. Delicata, invece, la verniciatura dei supporti di alluminio, che ha riportato diverse abrasioni provocate dal contatto con la superficie dei pistonicini. Ininfluente dal punto di vista funzionale, ma comunque un aspetto migliorabile.
Sintesi: ottima per cross country e marathon anche agonistico, interessante la scelta dell'alluminio per le sue proprietà termiche.



Mescola Long life


Della gamma Vesrah, forse sono quelle che, nelle discese lunghe e ripide, mi hanno convinto di meno, ma in qualche modo mi aspettavo questo risultato: il nome (che non si trova scritto sulla confezione ma lo si evince dal sito dei rivenditori) suggerisce una mescola meno morbida fatta per durare più a lungo in situazioni usuali. La frenata è risultata meno modulabile rispetto alle altre mescole Vesrah, ma comunque efficiente, sebbene gli spazi di frenata siano un po' più lunghi; in genere ho dovuto esercitare più forza sulle leve. A questo si aggiunge una rumorosità (comunque molto contenuta) sia a basse che ad alte velocità. A fine prova, il consumo dei ferodi può considerarsi molto regolare e contenuto.
Sintesi: una mescola buona per usi non troppo impegnativi, pastiglie buone da scegliere su bici front con un occhio al risparmio.


Mescola Downhill



Offrono subito una frenata aggressiva, davvero efficace, che consentono staccate e uno stile di guida aggressivo; ma non sono on/off: la frenata è sempre modulabile, si riesce a rallentare e mantenere la traiettoria impostata così come accompagnano nei tratti trialistici su radici e gradoni, permettendo di controllare (ed evitare) il bloccaggio delle ruote. Un acquazzone estivo ha permesso di valutare anche la frenata in condizioni di terreno bagnato, fango e roccia resa viscida, sempre con un feeling molto buono. Anche la mescola Downhill, come le Cross Country, si è rivelata sempre silenziosa. Al controllo effettuato dopo lo smontaggio, le pastiglie hanno mostrato un'usura della superficie frenante molto regolare e contenuta.
Sintesi: davvero potenti e affidabili, ideali per freeride e downhill, ma le userei anche su una bici all mountain su sentieri alpini per avere il pieno controllo della frenata.



Due parole conclusive.

Le pastiglie Vesrah mi hanno decisamente soddisfatto e sono state all’altezza delle aspettative nell’uso più gravoso, la discesa con un mezzo da freeride. In particolare la mescola Downhill, con la frenata prontissima ed aggressiva, è un prodotto interessante così come, per un uso trailride, lo sono le mescole Cross Country.

La scelta di adottare mescole organiche, probabilmente di nuova generazione, può dirsi corretta ed azzeccata: non servono tempi tecnici per raggiungere la temperatura di esercizio come avviene nelle mescole metalliche;  al contempo, l’usura del materiale frenante si è rivelato contenuto, anche con un uso molto intenso; la frenata è potente ma sempre molto ben modulabile; non si sono verificati, se non nella mescola più general purpose, rumori e fischi.

Al termine delle prove la superficie frenante delle pastiglie nelle quattro mescole era integra ed uniforme.




Da segnalare solo la già citata delicatezza dei supporti delle Cross Country SL che hanno perso parte della verniciatura superficiale.




Se a queste considerazioni tecniche aggiungiamo un risparmio notevole rispetto al prezzo dei prodotti originali (senza nulla togliere loro), credo che le pastiglie Vesrah siano una scelta molto valida. 

Informazioni aggiuntive: sito web di Vesrah.

05 settembre 2011

Portaborraccia e Sganci rapidi in carbonio CTK Light.

Degli altri componenti in carbonio che ho installato sulle bici (i manubri e il reggisella) vi ho già parlato; ma i miei acquisti in casa CTK Light sono proseguiti, convinto dalla qualità di materiali con altri componenti che si stanno dimostrando molto validi oltre che bellissimi: portaborracce e sganci rapidi. Andiamo con ordine.

Portaborraccia ad estrazione laterale in carbonio CTK Light

Il portaborraccia CTK Light è realizzato in fibra di carbonio, è leggerissimo (ma sul serio: 23 grammi, verificati dal sottoscritto) ed ha una forma che presenta due grandi vantaggi: primo, consente l’estrazione della borraccia sia in senso verticale che laterale; secondo, date le dimensioni ridotte, può essere alloggiato in tutti i telai, anche quelli che per geometria e schemi di sospensione offrono pochissimo spazio nel triangolo e rendono complicato se non impossibile l’estrazione verticale della borraccia.

Per questo motivo, ho installato i portaborraccia CTK Light sia sulla bici da XC chesu quella da freeride, dove le dimensioni dei tubi e l’ingombro dell’ammortizzatore lasciano pochi centimetri liberi.


Bianco e nero, la trama 3K del carbonio è ben visibile

Un elemento in gomma zigrinata permette di trattenere saldamente la borraccia.

L’aspetto estetico è sorprendente, sia nella versione nera che mette maggiormente in risalto la trama 3K del carbonio che in quella bianca, più discreta (ma la trama è visibile). Per capire quanto è leggero, basta tenere in una mano questo CTK Light e nell’altra il portaborraccia appena smontato dalla bici.

Montaggio.

Il montaggio sul tubo obliquo (con due viti a testa cava esagonale) è un'operazione molto semplice: è sufficiente una chiave a brugola lunga; la parte inferiore del portaborraccia presenta un'aletta sporgente e un tacco di gomma zigrinato che assicurano saldamente la borraccia standard da ciclismo.

Impressioni d’uso.

Il materiale e la struttura lo rendono molto flessibile ed elastico e al contempo robusto: si flette e si allarga ma non si deforma né si rompe. Grazie a questa caratteristica, la borraccia può essere estratta sia dal basso verso l’alto ma anche verso l’esterno con un gesto deciso; è un vantaggio non da poco perché consente un’estrazione rapida, senza far perdere concentrazione ed equilibrio in salita o in velocità sui rettilinei.

Inoltre, mantiene sempre la stessa forma quindi la presa sulla borraccia non cambia nel tempo, a differenza di quanto accade con quelle in alluminio che devono essere “strette” di tanto in tanto. La costruzione di questo CTK è robustissima: la struttura è elastica e resistente alle sollecitazioni.

Lo trovo utilissimo sulla bici da cross country perché è vero che nelle escursioni lunghe si usa lo zaino con la sacca idrica ma è altrettanto vero che non rinuncio alla borraccia con i sali minerali tipo Polase (che non metterei nel Camelbak). Ed è altrettanto utile sulla bici da freeride perché un sorso d’acqua, alla fine di una discesa polverosa, fa sempre piacere.




Non interferisce con lo schema della sospensione



Come al solito, mano in tasca: on line costa 23 €, per quanto ne so il prezzo più ragionevole per un portaborraccia in carbonio (ho fatto ricerche sul web e nei negozi, e siamo sempre intorno al doppio per altre marche) e non distante anni luce da un prodotto in alluminio non proprio da supermercato. Se poi avete poco spazio nel triangolo del telaio, con questo siete sulla buona strada.

Sganci rapidi in titanio e carbonio CTK Light

L’upgrade e l’alleggerimento della mia bici si conclude (per ora) con un componente fondamentale dal punto di vista funzionale ma che in genere non è molto considerato: gli sganci rapidi.


Dovendo smontare di frequente le ruote per pulire la bici o caricarla in auto, avevo già sostituito gli sganci di serie con un’altra coppia in acciaio i cui movimenti, tuttavia, hanno perso fluidità in tempi abbastanza brevi.
Un po’ per l’estetica e un po’ per la soddisfazione degli altri prodotti di casa CTK Light, mi sono regalato questa stupenda coppia di sganci rapidi con asse in titanio, leva in carbonio, testa e ghiere in alluminio anodizzato.

Dal vivo sono una meraviglia, le foto non rendono giustizia alla finitura della leva e alla cura dei particolari ma soprattutto non fanno capire quanto siano leggeri in confronto agli altri sganci: con 43 grammi la coppia, una ventina di grammi per sgancio, un terzo del peso di quelli standard, sono semplicemente i più leggeri sul mercato.

Se l’obiettivo è alleggerire una bici (o costruirne una leggera) senza spendere cifre immorali, gli sganci CTK sono LA scelta: costano 30 euro, tre volte quelli da supermercato e meno di un paio di Shimano XTR, ma sono una piuma e l’impatto visivo non manca.

Montaggio.

Dal punto di vista funzionale, sono sganci quick release da 9 mm con ghiera a vite e leva di chiusura, per cui si montano con la consueta facilità. Ma è quando si chiudono che si capisce la differenza. La leva (in carbonio satinato e alluminio verniciato) è imperniata sulla testa in posizione eccentrica per assicurare la chiusura sulla rondella che insiste sui foderi di forcella e carro. Il movimento è fluido, preciso; la ghiera a vite ha la testa zigrinata antiscivolo e una superficie di contatto che aderisce al fodero opposto con fermezza ma senza sverniciarlo. Sono forniti con una coppia di molle coniche di rimando.



L’operazione di apertura è semplice; grazie alla leva vantaggiosa, al meccanismo della testa e alla superficie arrotondata del sottile terminale in carbonio, la forza richiesta è ridotta, ma senza mai compromettere il serraggio. Gli assi in titanio sono super rigidi e scorrono nei mozzi che è un piacere: ci si può scordare assi un po’ storti e coperti da quella triste patina di ruggine.

Una volta montati, la resa estetica è di quelle che non passano inosservate, specie in abbinamento ad altri componenti con particolari anodizzati: io li ho presi rossi per accostarli ai rotori Ashima con spider rosso.


Leva in carbonio e testa in alluminio anodizzato.

Ghiera in alluminio anodizzato.



Oltre alla già descritta facilità e smoothness delle operazioni di apertura e chiusura, gli sganci offrono un’ottima rigidità e, soprattutto, sono del tutto immuni dagli effetti degli agenti atmosferici, quindi niente ruggine né ossidazione. Il terminale della leva in carbonio è resistente a graffi e colpi ai quali è comunque poco esposto per le sue dimensioni ridotte e la forma cilindrica. Anche le parti anodizzate sembrano resistere bene. Durante l’uso non si sono riscontrati né allentamenti nella chiusura né perdita di fluidità del movimento.
Insomma, un prodotto soddisfacente, ben progettato e molto funzionale oltre che esteticamente riuscito e venduto ad un prezzo decisamente conveniente.

02 settembre 2011

Pinkie - Il mio dito mignolo.

Càpita di cadere quando si va in bici. Un po' per la forza di gravità, un po' perché c'è sempre qualcosa da imparare. La stanchezza alla fine di una bellissima gita. Mettici anche una gomma sgonfia, quella davanti.
Cosa è successo non l'ho mica capito. E' successo in fretta e mi sono ritrovato con la testa al posto sbagliato e i piedi molto più in alto del solito. E molto del mio peso appoggiato ad un dito: il mignolino.
Ma c'era la discesa da fare e cosa non si farebbe per una discesa, tutta d'un fiato, senza mai posare un piede a terra? Si sopporta la fatica, il dolore nemmeno si sente.
La mattina dopo faccio meno il galletto. Ho un dito, il mio dito mignolo della mano destra, storto, gonfio come una salsiccia di maiale e di un colore poco rassicurante, tendente al blu notte. Fa un male cane. Non c'è un'invitante discesa da lenire il dolore. No no.
 Il seguito è noto a chi pratica sport: due di picche dalla guardia medica, lunga attesa al pronto soccorso di Chivasso, radiografie, referto un po' affrettato e rassicurante ("Ci metta del ghiaccio").
Le settimane e i mesi passano. Visita dall'ortopedico ("Lo massaggi nell'acqua calda e con la crema"), fisioterapia, ricerche in rete per scovare la patologia. Buchi nell'acqua. Il dito rimane storto. Siamo precisi: rimane in atteggiamento flesso. Significa che è un po' piegato. Esteticamente fa schifo, funzionalmente è quasi a posto, ma duole.
Qualche settimana la decisione: rivoglio il mio mignolo com'era prima della caduta. Più o meno, non sto a spaccare il capello in quattro.
Nuove radiografie, nuove ecografie, finalmente si capisce qualcosa di più. Ma l'ultima parola spetta ad un chirurgo della mano, uno che ci deve capire parecchio perché la diagnosi me la fa guardandomi da mezzo metro (una lesione, si tratta di deformità ad asola o “en boutonniére") e trovando la conferma nelle immagini delle radiografie. Insomma, quei dottori che incontri sempre troppo tardi. Il nome, se serve, ve lo dico in un orecchio.
Non si può operare, il ditino. E' passato troppo tempo dal trauma (inciso: di dottori ne ho visto almeno un paio: non mi sarebbe dispiaciuto se ci avessero azzeccato anche loro al momento giusto). E quindi... che si fa?
Pare che si debba mettere h24 questo trespolo di metallo
che si chiama ferula di Bunnel e non è molto bello a vedersi così come deve essere piuttosto fastidioso da indossare. Forse, con un po' di pazienza, fortuna e costanza, in capo a uno o due mesi qualche risultato lo vedrò (leggi: recupero di qualche grado di estensione della falange). Mettiamola così: c'è chi, per avere un argomento di conversazione, si compra un cucciolo di labrador; io girerò con una gabbietta attaccata ad un mignolo e dovrò ripetere un po' di volte la stessa storia.
Morale della favola. Primo: no, non smetto di andare in bici. Secondo: se ci si fa male, il pronto soccorso va bene per riportare la pelle a casa, ma per il resto meglio chiedere a chi ha più tempo e voglia.Terzo: per un bel po', avrò qualcosa di molto appariscente di cui rendere conto agli sguardi dei curiosi.