20 marzo 2006

Ritorno alla Città sull'acqua.

Sono nuovamente in partenza per Amsterdam; stavolta vado a parlare di convergenza fisso mobile. Clima ancora freddino, per cui alla bici si preferirà il taxi. Dubito che riuscirò ad aggiornare il blog da là, quindi qualche giorno di stop.

Le nostre poste.

Si legge con orrore e dei due pacchi bomba spediti con posta prioritaria e recapitati a due poveri cristi -- un ragazzino ci ha lasciato le penne.
Ma c'è, da parte mia, anche molta sorpresa: come è possibile che questa volta i pacchi non siano stati rubati da quella manica di scioperati e delinquenti che affollano i CMS di Poste Italiane? E' un caso più unico che raro. La posta prioritaria è regolarmente aperta, ispezionata, rubata e, se priva di valore, distrutta.
Negli ultimi due anni ho subìto il furto di una mezza dozzina tra corrispondenza, pacchi, piccoli involucri. L'ultimo 3 settimane fa: materiale informatico acquistato su Ebay e spedito con posta prioritaria. Mai arrivato. Ma mi sono stati sottratti anche documenti, fotografie, lettere personali, e altri acquisti fatti su Ebay. Meno di un anno fa al CMS di Peschiera Borromeo (MI) hanno, laPolizia Postale ha sorpreso e arrestato 17 persone intente a razziare la corrispondenza. Me lo sto inventando? Guardate qui e qui.
E' una sorta di ricatto, quello fatto da Poste Italiane: vuoi che il tuo pacco non sia rubato dai nostri dipendenti? E allora spendi 8 euro per tracciare PaccoCelere3.
Con tutto quello che ho perso e l'astio che ho maturato nei confronti di quel carrozzone di lavativi, non mi scioglierei in lacrime se qualche zelante addetto al CMS tentasse di aprire uno di quei pacchi destinati a qualche malcapitato.

17 marzo 2006

Il feudo SIAE.

Lo sappiamo tutti come si ingrassa quella combriccola di signorotti, ma finché non ci ho sbattuto il naso non mi capacitavo delle dimensioni.
Ho comprato 10 DVD vergini.
Prezzo: 4.9 euro
Tassa SIAE art. 39 d.l. 68 ecc: 7 euro.

Che gli frega a loro se faccio il backup della mia posta o vendo film piratati in Via Po?

15 marzo 2006

13 marzo 2006

Grande giornalismo.

La pupa di Rutelli oggi ci regala un lungo (e di non facile comprensione) articolo sul nuovo truccatore di Berlusconi. Grazie: ora conosciamo la marca di fondotinta.
Ma perché non se ne rimane a casa a fare la mamma?

10 marzo 2006

Qui, Quo, Qua.


Non si riesce ad essere seri nemmeno quando si tratta di ordire un complotto e di truccare le elezioni. Qui è Alessandra Mussolini: ma, per raggiunti limiti di età, dovrebbe essere ribattezzata Nonna Papera. Quo è Piero Marrazzo e Qua nessuno sa chi sia.
Per Gambadilegno e i Bassotti i posti sono già presi, ma gira voce che siano ancora vacanti le posizioni di Paperoga e di Ciccio, nipote di Nonna Papera.

09 marzo 2006

Spy story all'amatriciana

Mazzette, sbirri e cimici per spiare le mirabolanti imprese pre elettorali di Piero Marrazzo e di Alessandra Coscialunga Mussolini. La destra deve capire che per squalificare la sinistra non servono questi mezzucci: basta Prodi.
Peggio di così...

08 marzo 2006

[Cantine.org] Senseless - Garage is screamin'.


I quattro brani presenti nel demo "garage is screamin", uscito l'estate scorsa, tradiscono superficialità, mancanza di idee e scarsa preparazione.
La prima traccia "Claudia" è costruita intorno ad un riff che prende a piene mani dai Nirvana, tanto da sembrare una cover, mentre il cantante Krine (?) dichiara la propria ammirazione per James Hetfield, ma senza completare il compito.
La quarta traccia, registrata in presa diretta, non è un bel biglietto da visita: i 4 ragazzi infilano un errore dietro l'altro, tra fischi e rumori.
Le canzoni, al di là di difetti tecnici, non mostrano una completezza compositiva né una progettualità evoluta. Sono per lo più abbozzi di idee da sviluppare.
La qualità del demo è squalificata anche da una registrazione non professionale che sortisce quello che è probabilmente il nemico numero uno di un musicista: un suono scatoloso e zanzaroso.
Così non va. Non ancora, naturalmente. I 4 ragazzi toscani sono giovani (vent'anni in media) e pieni di buona volontà (la band si è formata ad aprile e due mesi dopo hanno inciso il demo). Lavorando sodo possono fare sicuramente di meglio.

Senseless - Garage is screamin' (giu 2005)

# Claudia
# Last Dream
# Painful Child
# TNT - Live in studio

Sito dei Senseless

07 marzo 2006

Storia di un manico/3.

Terza parte.

Con la seconda parte di questa mini serie eravamo rimasti all'intervento di falegnameria (effettuato con successo) per ridurre l'altezza del manico.
Rimanevano due attività da svolgere:
  1. tappare i fori esistenti
  2. creare i nuovi fori per il montaggio.
Ecco come si presentava il manico dopo i primi interventi di finitura e prima delle modifiche ai fori di fissaggio:



Un amico conosciuto sul newsgroup, a sua volta musicista e liutaio, mi ha fatto una sorpresona fornendomi una serie di spine di acero tornite a mano, di diametri e lunghezze diverse.
Ho quindi misurato con il calibro la profondità dei fori pre esistenti e ho tagliato porzioni di spine della lunghezza desiderata (con una tolleranza di qualche decimo di mm in più).
Quindi ho rifinito la superficie delle spine con carta vetrata dalla grana fine (400) fino ad ottenere il diametro desiderato (esattamente 4 mm), ripetendo l'operazione per le 4 spine necessarie.
Ho inserito un goccia di colla vinilica nei fori del manico e spalmato un po' di colla anche sulle spine. Successivamente ho inserito la prima spina nel foro aiutandomi con qualche copetto di martello fino al completo inserimento, avendo cura di eliminare l'eccesso di colla vinilica dalla superficie del legno.

La fotografia seguente mostra l'aspetto di una spina lavorata e pronta all'uso, e di una spina già inserita nel legno.

Una volta nserita la spina, essa sporge di poco dalla superficie del manico; pertanto occorre spianarla con una piccola lima e con carta a vetro fino a raggiungere il livello della basa. L'immagine seguente il lavoro ultimato: la spina è stata spianata a livello della superficie del manico ed è pronta per asciugare e adattarsi al corpo ospite.

Per lavorare in tutta sicurezza ho fissato il manico al tavolo da lavoro con un morsetto da falegname.

Ecco un altro dettaglio del lavoro terminato: le quattro spine sono state inserite, incollate e spianate. La superficie del manico è stata nuovamente trattata con carta a vetro finissima.


Il prossimo passo consiste nel praticare i quattro fori nella posizione corretta. L'idea iniziale consisteva nell'utilizzare un telaietto di carta di spagna sagomato seconda la forma e la posizione dei fori da praticare.



Ma una volta fissata la sagoma al manico, non ho avuto la sensazione di sicurezza che mi aspettavo. La sagoma si presenta troppo leggera e rischia di muoversi sul legno facendomi sbagliare il foro.
Pertanto ho evitato questo rischio e ho accantonato l'idea di utilizzare la sagoma di ottone.
Ho quindi optato per una nuova idea: con l'ausilio di un morsetto da falegname ho fissato saldamente il manico nel nack pocket del corpo della chitarra, ovvero nella sua posizione normale. Dopo essermi assicurato della correttezza della sua posizione e dell'accoppiamento manico-corpo, ho cominciato a praticare quattro fori con una punta molto sottile (2 mm) attraverso i fori presenti sull'attacco del corpo, dove vengono inserite le viti di fissaggio. La piccola punta del trapano è stata avvolta con carta adesiva al fine di creare lo spessore necessario per praticare fori centrati rispetto al foro di partenza. Questo mi ha evitato l'errore di praticare fori eccentrici. Con molta cautela ho utilizzato successivamente una punta più grande (3 mm) ottenendo i quattro fori nei punti desiderati.

Il risultato ha soddisfatto le aspettative e mi ha permesso di effettuare una prima prova di compatibilità avvitando il manico al corpo. Il risultato ha dato esito positivo, pertanto sono passato alla fase di verniciatura.
Dopo aver rifinito ancora una volta con carata vetrata 400 la superifice della base del manico, ho proceduto a mascherare la parte già verniciata del manico e la tastiera, quindi ho passato tre mani di vernice nitro sulla superficie grezza, ottenendo l'effetto laccato già presente sul manico.
Purtroppo la qualità delle foo non rende giustizia al lavoro eseguito.





Lasciata essicare la vernice è stato quindi possibile avvitare il manico al corpo, effettuare il setup e l'intonazione e, con grande soddisfazione, dichiarare felicemente conclusa la miniserie del manico scalloped.




Fine della terza e ultima parte.