11 dicembre 2006

Il futuro della musica live e on demand.

Ti hanno detto che i CD sono morti e che i DVD non stanno bene.
Ti hanno detto che il futuro della musica è iTunes, l'on demand e lo streaming.
Ti hanno detto che Windows Media Audio è più efficiente degli MP3 ma che l'AAC batte tutti, ma proprio tutti.
Te ne hanno dette tante.
E sono tutte sbagliate.
Se vuoi fare esperienza (oggi si dice così, ma lo diceva già Hendrix negli anni 60) della vera musica del futuro, fai un salto nel cortile di casa mia, il sabato pomeriggio.
Perché ogni sabato, verso le 14, c'è questo signore un po' male in arnese ma tutto sommato innocuo che viene con la sua fisarmonica e un ragazzino di pochi anni. Il signore suona qualche pezzo - motivi per lo meno mediterranei, tevojobeneaasaje e funicolìfunicolà, ma siamo a Settimo, perbacco - camminando dull'erba del cortile, poi si interrompe, e manda il ragazzino sotto i balconi a raccogliere le offerte.
Qualche monetina quando va bene, un secchio di piscio quando va male, ma in genere raccoglie successo di critica e pubblico.
Dopo una quarantina di minuti - perché lui sa che questa è la durata di una playlist - sale sulla sua Ritmo e si dirige verso un altro cortile - perché lui sa che il vero on demand raggiunge l'utente finale - dove spesso ripropone - secondo un complesso sistema di reccomendations e meta tags - i successi del cortile precedente.
E' molto, molto avanti.

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