06 aprile 2005

Buongiorno.




Scuola materna di Via Valdellatorre, ore 8.30.

Una giovane donna, presumibilmente dopo aver lasciato i bambini alle cure della maestra, esce dalla porta principale e si avvicina alla propria Mercedes ML nera parcheggiata in seconda fila.

Ha l'aria di chi la sa lunga. Veste bene, ha un paio di tacchi vertiginosi. Accomodandosi sul sedile in pelle chiara, lo spacco della gonna mostra gambe lunghe e sinuose.

Rallento visibilmente. Passo accanto. Nel retrovisore vedo sfavillare i fari allo xenon del grosso SUV tedesco.

Sono le 8.30 di mercoledì mattina, penso.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Galeotto fu l'asilo e chi lo eresse...
Stesso asilo, ma incontro più ravvicinato - in particolare tra il mio paraurti posteriore e quello anteriore dell'auto della mamma. Un micro-tamponamento, ma niente SUV, solo una piccola macchina giapponese verde metallizzato.
Accostiamo e scendiamo dalle auto per vedere che è successo.
La mammina è giovane e bella, mora con gli occhi azzurri, sorride un po' nervosa. Sorrido anche io, perché mi viene in mente la copertina del CID - "restiamo calmi, siamo cortesi". Sorrido anche perché la fantasia già corre verso possibili conseguenze hollywoodiane del piccolo incidente.
Non abbiamo tempo per compilare il CID, e poi sembra non ci siano danni: le chiedo il numero di telefono... giusto in caso, non si sa mai.
A distruggere senza pietà l'idillio, ci pensa lei: "Ho la bambina in macchina, le scappa la cacca".

Anonimo ha detto...

Oggi come ogni giorno ho messo insieme gli stracci che uscivano dall' armadio e mi sono vestito.
Uscendo di casa la mia ragazza ha indicato un paio di macchie sui miei pantaloni, e ha fatto una smorfia di disgusto
notando il colletto rosa della mia polo, abbinato ad un vecchio pullover azzurro a trecce.
Constatavo come lei nello stesso disordine e impiegando meno tempo di me, fosse uscita di casa di tutto punto con un vestito i cui punti forti erano:
- l'eleganza di un completo scuro;
- l'irriverenza di una scollatura, non maleducata, ma pronunciata e stracolma di salute..
Sulla strada del lavoro, pensavo a quanti uomini oggi lavoreranno con lei, si renderanno simpatici - professionali - brillanti -seducenti, e immagineranmno di spogliarla del top rosa come avrei voluto
fare io questa mattina..
Penso che domattina sarò più attento a piacerle, ma intanto poco fa, forse per un senso di
vendetta nei confronti del rivale sesso maschile, ho incrociato la 'Carlona' in corridoio, che a seno si difende, lo mette in mostra e dimostra spiccate doti comunicative...
Le ho rivolto un gran sorriso, e ho cacciato gli occhi sui suoi seni che mi venivano incontro, lasciando che se ne accorgesse.
Mi ha risposto con un sorriso, più accondiscendente, di ringraziamento..

Giuseppe ha detto...

il gioco è antico e collaudato.

le donne si vestono, si svestono, provocano, si ritirano al momento opportuno, chi con la scusa della bambina, chi con un sorriso.

ma noi, noi uomini che cosa possiamo fare in uqesto gioco? non abbiamo questo privilegio di coprire/scoprire un bel corpo, anzi dopo i trenta vincono peli e pancia.

ecco: restiamo spetattori attoniti ed eccitati di quella metà del mondo per cui vale la pena vivere.

Anonimo ha detto...

Ditemi, invece, a cosa pensa il distratto top manager davanti a me quando mi relaziono con serietà, intelligenza, professionalità, non ultimo con un aspetto gradevole e in dosso la longuette nera attillata al punto giusto?

Si starà chiedendo perchè un uomo è arrivato al travestimento oppure si chiede: "...ma non è che in mezzo a tutte queste donne è possibile avere un caffè?"...

Giuseppe ha detto...

terza ipotesi:

che ci sarà sotto la longuette?

Anonimo ha detto...

soluzione del caso semplice e lineare!
Ecco lo sapevo, sono ricaduta nel consueto errore della mente femminile: complicare la vita con deduzioni inutili!

Anonimo ha detto...

nel nostro ufficio, considerato l'elevato numero di donne, per tentare di far concentrare i nostri interlocutori sull'argomento della riunione, si è adottato il camice bianco, modello ospedale, clinica, laboratorio o quello che volete...ovviamente la cosa viene fatta passare come retaggio delle antiche usanze, di quando si disegnava a mano...

Giuseppe ha detto...

quando si ha a che fare con gli uomini tutto sta a portare alla massima semplificazione ogni preoceso mentale e cognitivo.

Anonimo ha detto...

...sconsolatamente vero, ahimè!